Sono ripartite, ormai da qualche settimana, le lezioni a Giurisprudenza. Sebbene alcuni corsi abbiano stabilizzato il numero dei frequentanti ad un livello congruo all’effettiva capienza delle aule, per tanti altri il problema del sovraffollamento persiste. Racconta il caso della sua cattedra Luigi Aprea, V anno: “il mio corso di Diritto ecclesiastico – seguito congiuntamente ai ragazzi del secondo anno e assegnato all’aula A5 di via Marina – è talmente affollato che il professore ha dovuto dividerci: invece di due ore, un’ora noi e un’ora a loro, il che è assurdo.
In generale, la situazione è nettamente peggiorata: credo che ciò sia ascrivibile alla divisione delle aule e, soprattutto, alla modifica dei piani di studio: ci troviamo ad essere il doppio degli studenti e tutto questo incide sulla didattica”. Preoccupazioni anche in merito alla questione “sicurezza”, come confessa Anastasia Cianci, II anno: “ogni volta bisogna fare le corse per riuscire ad accaparrarsi un posto, altrimenti si è costretti a seguire seduti a terra o a cercare delle sedie in giro per la sede. Per di più, in questo momento storico, è anche pericoloso perché con le aule così piene, in caso di emergenza, non si avrebbe la possibilità di rispettare i piani di evacuazione”.
Fuori alcune in particolare – ad esempio, la De Sanctis e la Leone tra le 9.30 e le 10.30 – è possibile osservare nutriti gruppi di studenti che si affollano alle porte dell’aula per infilarsi ad ogni costo non appena si aprono le porte, senza neanche dare il tempo di uscire ai compagni che la occupavano nell’ora precedente.
In piedi fuori la porta, o seduti a terra con il quaderno appoggiato sullo zaino, gli studenti del quinto anno di Logica e Informatica Giuridica, per i quali l’aula Cicala (sede centrale) che li ospita il lunedì è decisamente stretta: “Le aule a Giurisprudenza sono davvero piccole, infatti credo che tanti rinuncino a frequentare proprio per questo motivo”, sostiene Federica Pane, V anno, alludendo alla consueta previsione di uno svuotamento delle aule, passate le prime settimane di lezione.
Se per qualche altro corso, invece, l’aula risulta appropriata, per altri è addirittura fin troppo comoda: “Seguo Procedura Civile II in aula Cicala nella sede centrale e il mio corso, ad esempio, non è per nulla affollato. Siamo in un’aula fin troppo grande per noi, come anche durante il corso di Procedura Penale, in aula A4 a Via Marina: siamo molti meno rispetto ai posti a nostra disposizione”, confessa Federica Morena, V anno. Per lei, è necessaria una riassegnazione delle aule: “bisognerebbe valutare, e dunque tenere in considerazione, il numero di persone che effettivamente poi frequentano quel corso, piuttosto che l’importanza dell’esame”.
Difficoltà strutturali anche su un altro aspetto: “non c’è connessione internet, soprattutto nella sede centrale a Corso Umberto”, rivela Riccardo Iavarone (II anno), “il che è un bel problema” afferma, alludendo al fatto che la sua cattedra di Diritto dell’Unione Europea (la prima), condividendo il docente, il prof. Fabio Ferraro, con la terza cattedra, segue collegandosi via teams con l’altra aula, spesso con scarsi risultati.
Per questo motivo, il prof. Ferraro ha ottenuto un cambio d’aula per accorpare le due cattedre, spostandosi dalla De Sanctis (sede centrale) alla Scaduto 2 (Porta di Massa). Ma neanche i vicini di corso della I e III cattedra di Europeo, i ragazzi della Scaduto 1, sono particolarmente contenti: “l’aula non è adeguata. Prima l’aula Scaduto era una delle più grandi, mentre adesso è stata divisa in due, per cui ogni giorno ci sono almeno una ventina di persone in piedi e la corsa ai posti, altrimenti si rischia di rimanere a terra. In più, in una delle ultime lezioni non si riuscivano ad aprire le finestre e gli studenti delle ultime file si stavano sentendo male”, riporta Ludovica Troiano, I anno, II cattedra.
Nonostante alcune cattedre del primo anno dispongano delle aule più grandi del Dipartimento, per altre il problema dell’affollamento supera ogni previsione di un calo fisiologico, passati i primi giorni di euforia per l’inizio dell’università, “tutti i corsi sono affollati: non c’è una lezione vuota”, racconta Adriana Maria Verde, II cattedra. “Cerchiamo di accaparrarci anche le sedie che sono vicino alla cattedra, ma comunque qualcuno resta in piedi. Anche se mi sembra diminuita l’affluenza, siamo comunque ancora tanti”, aggiunge Ludovica Loreto, V cattedra, che segue invece nella sede di Via Marina 33, in A1. Nonostante ciò, da parte delle matricole arriva comunque grande entusiasmo, specialmente dopo aver sconfessato alcuni iniziali timori.
Elena Villano (II cattedra) ha apprezzato dei suoi nuovi insegnanti, in particolar modo, la “capacità di rendere le lezioni comprensibili anche a chi è a digiuno dei concetti di base”. Inoltre, “l’università come istituzione mi è apparsa particolarmente vicina ai nuovi studenti e mi ha fatto piacere constatare di essere seguiti dai ragazzi più grandi”. All’accoglienza matricole “i docenti mi erano sembrati tutti molto disponibili, ne sto avendo conferma. Mi sto rendendo conto della grande utilità di alcuni corsi: i professori sono bravi a spiegare e, soprattutto, non corrono”, aggiunge Ludovica Loreto.
La carica di energia derivante dall’apertura del nuovo anno accademico è condivisa anche dai docenti, che stanno man mano ripartendo con l’organizzazione di seminari e iniziative. Fra i vari il prof. Cosimo Cascione, docente di Diritto Romano, che ha già organizzato una lezione con il romanista cileno Patricio-Ignacio Carvajal Ramìrez. Prossimamente, invece, un incontro sull’attuale conflitto tra Israele e Palestina, coordinato dal prof. Giovanni Zarra, docente di Diritto Internazionale. In cantiere anche incontri con i giudici della Corte Costituzionale su temi di attualità, per volontà della prof.ssa Luciana D’Acunto, docente di Diritto Privato.
Giulia Cioffi
Aule sovraffollate, corsa ai posti a sedere
Aule sovraffollate, corsa ai posti a sedere
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