Un sole cocente illumina Porta di Massa a due settimane dall’inizio dei corsi. Il faro del Dipartimento di Studi Umanistici ritorna finalmente al consueto brulichio dopo la pausa estiva, tra nuovi arrivati e veterani. L’atmosfera collettiva è gioiosa. Con la possibilità di nutrire la propria passione per gli studia humanitatis e gli esami ancora lontani, per gli studenti è tempo solo di riunirsi con gli amici a lezione per prendere appunti. Ma è proprio su quest’ultimo punto che, nonostante l’entusiasmo, sopraggiungono le prime ombre.
Troppi iscritti, poco spazio: una formula tristemente già nota per il Dipartimento che si riconferma ogni anno polo di attrazione per tantissimi giovani. È vero che molto si è messo in moto per scongiurare questo fenomeno, come la divisione, per i corsi più affollati, in gruppi, ognuno assegnato ad un docente differente, e l’ampliamento degli spazi (Cinema Astra e alcune aule del Palazzo di vetro).
Eppure si è ancora lontani dal trovare una soluzione definitiva. “Spesso siamo costretti a seguire le lezioni seduti a terra. Alcune aule sono decisamente troppo piccole per contenere tutti”, spiega Umberto, studente al primo anno di Lettere Moderne, gruppo D-K. “Ci hanno informato che le prime settimane sono sempre le più affollate e che la situazione man mano andrà a migliorare, ma non è comunque giusto, per il momento, fare tanta strada e non avere mai la sicurezza di trovare posto”, gli fa da eco Laura, sua collega di corso.
Tra i sette Corsi di Laurea attivati dal Dipartimento, proprio Lettere Moderne sembra versare in una condizione più problematica per la questione ‘capienza’. “La sede di Mezzocannone 8 è senza dubbio la più scomoda, mentre le aule della sede centrale sono quelle più ampie, anche se qualcuno in piedi c’è sempre”, dice Giuseppe, primo anno, gruppo A-C.
La circostanza non è dissimile a Filosofia, in misura proporzionale al numero di nuovi iscritti. Solo una l’aula assegnata per i due corsi del semestre iniziale del primo anno (A7 in Via Marina) e nessuna distinzione in gruppi. “Nonostante la comodità degli orari e il fatto di non doversi mai spostare, bisogna ammettere che l’A7 non basta per i frequentanti. Ci hanno detto che avrebbero provato a trovare una soluzione, perché così per noi è veramente difficile”, afferma Roberto, con il quaderno in bilico sulle proprie ginocchia nell’ora di Storia della Filosofia medievale.
Storia al cinema Astra
Quando invece non è lo spazio ad essere un problema, come per gli studenti di Storia, qualche perplessità può giungere proprio dallo scenario. È il caso del cinema Astra, location indubbiamente suggestiva ma forse non particolarmente idonea per una lezione universitaria. “Sebbene il fascino di seguire all’interno di un cinema, le sedute non consentono di scrivere opportunamente e anche la concentrazione ne risente”, dichiara Gennaro, al primo anno. “Il proiettore è grande ma le slides non si riescono comunque a leggere facilmente a causa dell’illuminazione scarsa”, aggiunge il collega Daniele.
Mentre ad Archeologia, Storia delle Arti e Scienze del Patrimonio Culturale a destare qualche contestazione è l’articolazione degli orari. “Molti corsi sono di pomeriggio e in un giorno come il martedì si finisce di seguire addirittura alle 19:30. Per chi abita lontano è molto scomodo. Spero poi di riuscire a conciliare bene il tempo dedicato ai corsi e quello dedicato allo studio, in vista degli esami”, racconta Sofia, studentessa del primo anno del curriculum archeologico.
Giovanna Forino