Promosse le aule, rimandata la segnaletica. Sarebbero questi i voti di una ipotetica pagella assegnata dagli studenti del Corso di Laurea in Biologia della Federico II ai nuovi spazi che stanno frequentando da alcune settimane all’interno dell’Edificio A1 del complesso universitario di San Giovanni a Teduccio. Almeno quelli che emergono dalla chiacchierata del cronista di Ateneapoli con alcuni studenti che si è svolta nella tarda mattinata del 24 marzo. Un passo indietro, per inquadrare bene la questione.
Circa tre settimane fa l’Ateneo ha informato in una nota diffusa alla stampa che erano stati inaugurati i nuovi spazi. “La struttura, – recitava la nota – riservata agli studenti che seguono i corsi della Scuola Politecnica e delle Scienze di Base, ha aperto i battenti a marzo per l’inizio delle lezioni del secondo semestre”. Il progetto prevede anche la realizzazione di nuovi spazi comuni per garantire alle studentesse e agli studenti luoghi aggregativi o per concedersi una pausa tra le lezioni. Nell’edificio inaugurato, l’A1, in particolare si tengono le lezioni di Biologia, che fino allo scorso anno si svolgevano a Mezzocannone, e alcune di Ingegneria che avevano già sede a San Giovanni, ma in altre aule condivise.
Le aule sono dotate di banchi elettrificati che consentono di caricare cellulari e tablet, e di attrezzature tecnologiche. “Nelle aule grandi, che hanno una capienza di 100 posti, è stato installato anche uno schermo intermedio per garantire la più corretta visione anche a chi è seduto più dietro”.
In una delle nuove aule ecco Rossella, Benedetta, Marika e Aurora, tutte studentesse del primo anno a Biologia. “Nel primo semestre – racconta la diciannovenne Rossella, che vive a Scafati e raggiunge in treno l’Università – abbiamo frequentato sempre qui a San Giovanni a Teduccio, ma in uno spazio che ci era stato provvisoriamente assegnato nell’edificio A7, ora vuoto. Stiamo certamente meglio qui ora. Le aule sono belle e capienti, le sedute comode”.
Per i laboratori occorre spostarsi a Monte Sant’Angelo
Per i laboratori, spiega, è necessario spostarsi nella sede di Monte Sant’Angelo, all’altro capo della città, perché “qui ancora non sono stati attrezzati”. Tutto sommato, però, “il disagio è relativo, perché frequentiamo i laboratori in giornate diverse da quelle nelle quali abbiamo le lezioni teoriche. Veniamo qui tre giorni a settimana e poi, quando sono disponibili i laboratori, andiamo a Monte Sant’Angelo. Non dobbiamo spostarci nella stessa giornata”. Benedetta ha 18 anni e vive a Torre del Greco.
Come la sua compagna, raggiunge in treno la sede universitaria. “Le aule sono bene organizzate e funzionali – commenta – Nel primo semestre abbiamo patito perché quelle dell’edificio A7 erano piuttosto malmesse. C’erano ancora le sedie con il ribaltabile per gli appunti ed erano scomode. Le prese della corrente, poi, erano a muro e naturalmente non erano sufficienti per tutti”. Benedetta solleva il tema della capienza delle aule studio, utili per ripassare tra l’uno e l’altro corso. “L’edificio A1 dove ci troviamo ora – dice – è collegato al preesistente edificio C e dunque la capienza è quella delle aule studio previste inizialmente per l’edificio C. Solo che ora ci siamo pure noi. Bisogna un po’ lottare, in certi orari, per trovare un posto. Potremmo andare nell’edificio A6, ma entreremmo in concorrenza con i colleghi di Ingegneria”.
Racconta: “A volte ci sistemiamo per studiare nelle aule vuote, proprio come questa dove ora stiamo parlando. Il problema è che poi capita che arrivino i custodi e ci invitino ad andare via. Chiudono l’aula. Si potrebbe risolvere la questione con un po’ di flessibilità. Basterebbe pubblicare ogni giorno l’elenco delle aule libere, non utilizzate a lezione, e permetterci di studiare lì dentro”. Una buona alternativa, va avanti la ragazza, “sono gli spazi esterni all’edificio, specialmente ora che si va incontro alla bella stagione”.
Per Benedetta il pendolarismo con Monte Sant’Angelo per i laboratori non è un problema: “In genere i professori ci avvisano con diversi giorni di anticipo quando è previsto che dobbiamo andare lì. Per me che sono di Torre del Greco raggiungere via Cinthia può essere un po’ più complicato, ma alla fine ce la si fa”. Il pranzo a San Giovanni a Teduccio non è un problema: “Qui intorno ci sono diverse rosticcerie e pizzerie, a prezzi abbastanza contenuti. Molti poi portano un panino o qualcosa da casa”. Aurora, come le colleghe, promuove a pieni voti le nuove aule: “Belle, grandi, funzionali”.
Quanto ai laboratori, dice: “È vero che seguiamo a Monte Sant’Angelo in giorni differenti rispetto a quelli nei quali siamo impegnati qui per le lezioni, ma è vero anche che magari se avessimo già i laboratori nella sede di San Giovanni li potremmo frequentare in maniera più intensa”. Aggiunge: “Molti di quelli che hanno optato per la sede di San Giovanni lo hanno fatto anche per la relativa vicinanza alla propria residenza. Io che vivo a Torre Annunziata sono tra questi. Il discorso cambia quando devo raggiungere Monte Sant’Angelo e non mi avevano detto, o almeno io non lo avevo capito, che per quest’anno non avremmo avuto qui i laboratori. Alcuni dei quali, peraltro, iniziano anche piuttosto presto al mattino, per esempio alle 8.30. La sveglia suona alle 6 in questi casi”.
Bloccati i cambi di cattedra
In un’altra aula ecco un altro gruppo di ragazze e ragazzi che ripassano le materie o mangiano un panino. Sono iscritti al secondo anno. “Io vengo in auto – dice Giuseppe – e trovo facilmente parcheggio. Questo è un aspetto positivo. Un altro è che le aule sono belle, capienti e bene attrezzate. Sotto questo aspetto non possiamo lamentarci”.
Circa le indicazioni per spostarsi, invece, lui si lamenta eccome. “Mi è capitato – racconta – di dover sostenere un esame. Ebbene, sul display leggevo aula tot ed iniziavo una ricerca frenetica, perché non ci sono adeguate indicazioni. Se non hai fretta, te la prendi con pazienza, domandi a chi incontri – ma a volte neppure il personale ha ancora ben chiara tutta la situazione – e alla fine trovi quel che cerchi. Se hai fretta, ti pare di girare in un labirinto”. Bianca assegna 30 e lode alle aule – “sono ottime e se poi le paragono a quelle dell’edificio A7, dove ho seguito nel primo semestre, mi paiono ancora più belle” – ma non apprezza l’ubicazione della sede universitaria. “Preferisco senza dubbio – dice – il centro storico, dove ho frequentato durante il primo anno”.
Avanza la richiesta, che in verità riguarda il Comune più che l’Università, “di rendere più visibili alcune strisce pedonali dell’attraversamento che compio ogni mattina dalla metro per arrivare qui”. Studentesse e studenti sollevano, infine, un paio di questioni che non riguardano i nuovi spazi, ma l’organizzazione didattica. “L’appello che si teneva ad aprile – lamentano – è stato anticipato quest’anno a marzo. Non ci è consentito più, inoltre, di cambiare gruppo, di passare da un docente all’altro nell’ambito della stessa materia”. Insomma, di effettuare quello che per gli studenti di diversi anni fa era “il cambio di cattedra”.
Era motivato all’epoca da varie ragioni, non ultima la fama di maggiore o minore severità di un professore rispetto ad un altro. “Sono stati bloccati i cambi di gruppo – riferiscono gli allievi del secondo anno – perché pare che siano state inoltrate troppe richieste. Bisogna dire, però, che per qualcuno il cambio di gruppo è anche un modo per conciliare impegni lavorativi con gli orari della frequenza ai corsi”.
Fabrizio Geremicca
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Ateneapoli – n. 6 – 2025 – Pagina 15