Beni confiscati, studenti in visita a ‘La Gloriette’

Progetto interdipartimentale

“È un segnale molto importante quello che ci è arrivato dai ragazzi”. Si è espressa così la prof.ssa Anna Maria Zaccaria, docente di Sociologia dell’ambiente e del territorio a Scienze sociali, in merito alla proposta targata Udu: un ciclo di seminari su Beni confiscati alle mafie: valorizzazione, programmazione partecipata e amministrazione condivisa’, che ha preso  il via il 9 febbraio a vico Monte di Pietà. Tre incontri di tre ore ciascuno, più una visita programmata di sei ore nella villa ‘La Gloriette’, bene confiscato al boss Michele Zaza in zona Posillipo. “L’idea, come per ogni seminario, è partita dai rappresentanti e, in questo caso, da uno studio sulla Sociologia urbana, esame che incontriamo lungo il percorso – afferma Giorgio De Martino, 23enne iscritto al terzo anno proprio di Sociologia – vorremmo concentrarci anche sul rovescio positivo della medaglia, quando si parla di mafia. La giustizia, il lavoro dei magistrati, sembrano passare spesso in secondo piano. Anche per questo abbiamo spinto molto affinché potessimo toccare con mano come viene gestito un bene confiscato nel concreto. Il rischio, a volte, è quello di restare troppo ancorati al piano teorico. Noi, che facciamo parte delle nuove generazioni, abbiamo bisogno di vedere con i nostri occhi questi esempi”. Il corpo docente ha apprezzato a tal punto la passione e soprattutto l’idea dei propri studenti da inquadrarla nell’ambito del progetto interdipartimentale sulla promozione della legalità ‘L’impegno delle università italiane in tema di legalità e mafie: l’insegnamento tra innovazione e tradizione’. Che coinvolgerà, nei cicli successivi, pure Scienze Politiche e Studi Umanistici. Un’occasione da sfruttare al meglio, tenendo presente la forte sensibilità del Dipartimento sul tema. “I ragazzi mi hanno raccontato della loro idea in cortile – continua la prof.ssa Zaccaria – subito dopo ho parlato con i colleghi del Lirmac (Laboratorio interdisciplinare di ricerca su mafia e corruzione, di Scienze sociali). Inoltre, io stessa sono impegnata in due progetti con la Fondazione Pol.I.S., sulla banca dati dei beni confiscati e alcuni casi specifici”. A partire da questo seme piantato dagli studenti, la docente ha pensato di costruire un progetto più ampio. Cioè, “tre cicli di seminari che coinvolgano gli altri due Dipartimenti, grazie al progetto del Ministero. Nella stesura del palinsesto, sono stata supportata dal prof. Michele Mosca,docente di Politica economica a Scienze Politiche. Gli 80 partecipanti – sia di Triennali che Magistrali – durante il primo appuntamento, che si tiene mentre andiamo in stampa, saranno informati “sulle opportunità di sviluppo che può offrire un bene confiscato. In particolare, ci teniamo a sollecitare una riflessione nei ragazzi sull’impatto che ha la criminalità sul territorio e sull’opera di recupero di identità che va fatta dopo aver debellato la presenza della camorra”. Ancora, “racconteremo i risultati ottenuti dall’ultima banca dati di Pol.I.S. sull’intera regione, la mappatura dei beni, quanti sono, dove si trovano. Poi entreremo nel merito di alcuni casi specifici”. Addirittura, saranno ospiti alcuni giovani studiosi che hanno lavorato su immobili di questo tipo, con sede in Lombardia, precisamente nel milanese. Segno che – qualora ce ne fosse ancora bisogno – le mafie operano anche al Nord, “grazie ad economie pervasive”. Il secondo incontro, invece, verterà sulla valorizzazione del bene, cioè “sulla complessità del processo. Molti sindaci non sanno di averne sul proprio territorio, per esempio”. A supporto, in questo caso, ci saranno le spiegazioni e le testimonianze di Riccardo Falcone per Libera Campania e Mauro Baldascino del Comitato Don Peppe Diana. “Entreremo nel merito della gestione, della produzione di economie sociali. In questa direzione vanno gli investimenti”. Le ultime tre ore in sede tematizzeranno i problemi amministrativo-gestionali, “quelli più difficili da superare”. Già, perché “sbloccare un bene e darlo in affidamento è un nodo complicato da sciogliere. Ci sono tanti passaggi burocratici e giudiziari, tra l’altro molto lunghi. Ma non è finita. Successivamente servono tempo e finanziamenti per riqualificarlo”. Purtroppo, c’è un ulteriore ostacolo da abbattere, che si annida nella cultura dell’accettazione della presenza criminale sui territori. “Per esperienza personale, dico che molto spesso gli abitanti del posto non frequentano queste strutture. Le percepiscono come proprietà del boss di turno”. Terminati gli studi in aula, il 24 febbraio, i ragazzi potranno vedere con i propri occhi come si gestisce un bene confiscato, ‘La Gloriette’. “Ci interfacceremo con la responsabile della cooperativa Orsa Maggiore, Angelica Viola. Incontreremo pure gli operatori. Insomma, gli studenti potranno osservare dal vivo questa realtà”.

Claudio Tranchino

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