Da Joyce a McEwan: ciclodi incontri a Letteratura Inglese

Un percorso che attraversa i confini della letteratura inglese moderna, esplorando i limiti dell’umano e del postumano: è questo il cuore del ciclo di lezioni ‘Dal Modernismo al Postumano’, coordinato dalla prof.ssa Angela Leonardi, docente di Letteratura Inglese. Con un programma stimolante, l’iniziativa, che coinvolge tre ospiti d’eccezione, permetterà agli studenti del terzo anno della Triennale in Lingue, Culture e Letterature Moderne Europee, di immergersi in alcune delle tematiche più innovative e dibattute della critica letteraria contemporanea.
“Vogliamo portare i nostri discenti ad oltrepassare le mura della propria camera, offrendo loro l’opportunità di confrontarsi con voci nuove e prospettive diverse, per vivere un intenso momento di approfondimento della materia”, spiega la docente che evidenzia il valore di questo progetto come occasione di crescita e apertura verso approcci interdisciplinari. Il ciclo di incontri è stato inaugurato il 18 novembre dalla lezione del prof. Enrico Terrinoni, “uno dei massimi studiosi di James Joyce in Italia”, intitolata ‘Ulysses, un’odissea del futuro’. Il secondo incontro, previsto per lunedì 16 dicembre (ore 13.30), ospiterà la prof.ssa Irene Montori, docente dell’Università di Siena, che terrà la lezione ‘Oltre il limite: postumano e sublime in Machines Like Me di Ian McEwan’.
Un approfondimento nel quale verrà analizzato “il concetto di postumano attraverso un’intersezione tra letteratura e filosofia. Sarà presentato dunque un excursus su grandi figure del passato che hanno dimostrato la volontà creatrice dell’uomo fino ad arrivare all’intelligenza artificiale”. Epilogo, il 19 dicembre, alle 10.30, con la prof.ssa Carmen Gallo, poetessa e docente de La Sapienza di Roma, che interverrà su ‘Shantih, shantih, shantih.
Il senso della storia in The Waste Land’. Attraverso una lettura che lega T.S. Eliot e la devastazione del dopoguerra, Gallo analizzerà il significato nascosto di questa celebre opera del Modernismo, “simbolo della frattura e della ricerca di senso in un mondo segnato dalla disgregazione novecentesca. Il punto focale sarà posto sulla conclusione in sanscrito, che Gallo interpreta come un inno alla pace, come un grido di sollievo di fronte al trauma storico di un’epoca”.
I 40 studenti ammessi alla frequenza dovranno poi redigere una relazione finale (entro il 15 gennaio) per acquisire 1 credito formativo. Gli incontri, in lingua italiana ma con incursioni in lingua inglese e materiali in lingua originale, segnano la prima edizione in questa versione di un progetto che ha come obiettivo “trattare tematiche individuate in base alle tendenze critiche più aggiornate e che possano quindi interessare gli studenti, fornendo loro motivo di stimolo, con un occhio sempre volto alla contemporaneità”. In programma per l’anno prossimo “un convegno che verterà su Letteratura ed Empatia, per ribadire l’importanza delle emozioni e dell’empatia in un’epoca dominata dagli algoritmi”.

Shakespeare a teatro e in aula

Altra interessante novità anticipata dalla prof.ssa Leonardi, una iniziativa in collaborazione con la Galleria Toledo: la visione di due opere di William Shakespeare e un successivo ciclo di incontri sul drammaturgo inglese. Il Teatro Stabile di Innovazione Galleria Toledo, metterà in scena, in orario pomeridiano, il dramma ‘Il Mercante di Venezia’ fino al 26 novembre e dal 24 febbraio sino all’11 marzo ‘La Tempesta’.
Si tratta di “una formula dedicata ai discenti che consiste in un abbonamento per i due spettacoli al costo di 16 euro. Spettacoli che saranno poi il punto di partenza di un ciclo di incontri su Shakespeare da me organizzato, attualmente in fase finale di progettazione”, spiega la prof.ssa Leonardi. L’iniziativa mira a sviluppare “competenze aggiuntive e potenziare la capacità espressiva dei discenti nell’approccio alla lettura drammatica”, informa Laura Angiulli, fondatrice di Galleria Toledo. Scopo principale del teatro è proprio quello di “stimolare abilità relazionali e cooperative nel contesto di gruppo, favorendo l’espressività e il coinvolgimento anche in coloro che manifestano una minore predisposizione alla socialità o una più contenuta spontaneità comunicativa”. In un contesto così delineato, quest’arte diviene “spazio di libertà interpretativa e di analisi critica, permettendo agli studenti di confrontarsi con l’opera in modo attivo e consapevole”.
Giovanna Forino
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Ateneapoli – n.18 – 2024 – Pagina 19

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