Carlo Longobardo, il nuovo docente della V cattedra (N-R) di Diritto Penale, laureato all’Università di Salerno, allievo del prof. Sergio Moccia, è un volto noto agli studenti. “Fino allo scorso anno avevo la titolarità dell’insegnamento di Criminologia. A marzo svolgerò gli ultimi esami, dopodichè terrò solo i tesisti che hanno iniziato il percorso con me”, spiega il professore che si dice entusiasta della risposta studentesca ai corsi di Penale che tiene da ottobre. La lezione è dinamica, il docente è sempre pronto ad interagire con gli studenti. “Mi piace tenere viva l’attenzione dei ragazzi – racconta – Propongo sempre qualche problema pratico da risolvere insieme. In questo modo, si comprendono meglio gli argomenti”. Seguire i corsi “è davvero utile e fa acquisire un metodo di studio specifico per quella disciplina”. Il Diritto Penale è una materia molto amata dagli studenti “ma comunque particolare. Al terzo anno con Penale si acquisisce una nuova terminologia, diversa da quella usata in precedenza. Si incontra un bagaglio nuovo, per certi versi è come fare un’esperienza a sè. Occorre perciò stare molto attenti alla proprietà di linguaggio, soprattutto in sede d’esame”. L’insuccesso, per il docente, deriva, spesso, da un metodo di studio errato: “Quando si pone una domanda in sede d’esame, si possono avere due tipi di risposte: …
Articolo pubblicato sul nuovo numero di Ateneapoli in edicola (n. 18/2014)
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