Gennaio, mese di esami

L’albero di Natale è ormai in cantina da un po’ e sul tavolo non ci sono più pandori e panettoni, ma solo appunti e manuali. Tra ansie, gioie, soddisfazioni, delusioni, gennaio è sempre un mese movimentato nei corridoi delle università. Se poi nello stesso corridoio si stanno svolgendo le sedute di alcuni tra gli esami considerati i più difficili dell’intero Corso, l’aria è decisamente frizzantina. Qualcuno però è alla sua prima sessione invernale: non solo le matricole, ma anche gli studenti dell’attuale secondo e terzo anno i quali, fino al corrente anno accademico, per via del sistema dell’annualità hanno trascorso i precedenti natali, come si suol dire, ‘senza pensieri’ (o quasi).
Per gli studenti del primo anno, però, questa non è solo la prima sessione invernale, ma la prima sessione della loro vita: c’è chi ha scelto di iniziare da Diritto Romano e chi, come Margherita Conforti (II cattedra), da Storia del Diritto Medievale e Moderno. Lo studio, racconta, lo ha affrontato “come all’esame di maturità”.
Ha sostenuto “Storia del Diritto Medievale e Moderno con la professoressa Freda. Non sapevo cosa aspettarmi, ma quando mi sono seduta dinanzi all’assistente è stato tutto molto più semplice del previsto. Avevo studiato e non mi è stato chiesto nulla di assurdo o estraneo al manuale. Un consiglio genuino che posso dare è quello di comprendere che, per quanto possa spaventare, l’esame non è altro che un’interrogazione con i vantaggi del non essere conosciuto e la possibilità di rifiutare e ridarlo”.
Qualcuno tra i più grandi, invece, inizia a vedere il traguardo in lontananza. È il caso di Gianmarco Russo che, superato finalmente lo scoglio di Diritto Commerciale con il prof. Paolo Piscitello, ha solo tre esami davanti a sé a separarlo dalla corona d’alloro: “Commerciale è un esame che ho sempre visto come un ostacolo e me lo sono lasciato proprio per ultimo, anche perché credo che tre mesi per prepararlo ci vogliano tutti”.
A lui sono stati chiesti: accertamento del passivo, esclusione del socio, limiti alla circolazione dei titoli e “la prima parte su tutela della concorrenza”.
Soddisfatto anche il collega Salvatore Sellitti, che ha ricevuto come domande liquidazione giudiziale, sconto bancario e, direttamente dal professore, la responsabilità degli amministratori nelle società per azioni. A chi ancora lo deve sostenere, suggerisce di fare attenzione a “impresa illecita (illegale e immorale)”: un argomento che sul celebre ‘Campobassino’, pietra miliare da cui la maggioranza si prepara per questa materia, non figura.

Diritto Penale “Il principio di legalità va saputo come l’Ave Maria”

La terza è stata la volta buona di Flavia Valenzano, felice di aver finalmente portato a casa l’esame di Diritto Penale con il prof. Antonio Cavaliere, che racconta il suo lungo viaggio nei meandri della materia: “La prima volta l’ho tentato a luglio, ma ammetto che non avevo approfondito il programma, soprattutto le parti speciali, e dunque, pur avendo risposto bene sulla parte generale, avevo lacune sulle parti speciali che non mi hanno permesso di continuare. È una cattedra esigente, ma è la materia che lo richiede essendo un esame da 15 crediti, non sono loro cattivi. Anzi. Mentre sostenevo l’esame, un’altra assistente si è avvicinata per ascoltare ed è stata molto umana: mi ha incoraggiata e si è interessata al mio percorso”.
Cosa serve, a suo dire, per superare l’esame? “Uno studio ragionato e un’esposizione dove si fanno collegamenti è ciò che serve e basta per superare gli esami. Io credo che due mesi di studio intensi bastino e suggerisco a tutti di andare ai ricevimenti: una spiegazione individuale ha un impatto totalmente diverso”.
Gli argomenti su cui insistere? “Senza dubbio, le parti speciali – opinione comune tra coloro che hanno sostenuto l’esame a gennaio – Fatele bene: se i docenti notano che le sapete sono più propensi a dare voti alti”. Per la parte generale, invece, “pongono sempre domande sulle sanzioni, a me tutte e tre le volte è stato chiesto l’ergastolo, e anche il capitolo sulla colpevolezza è molto gettonato. Comunque, l’esame è sempre iniziato con i principi, in particolare il principio di legalità e i suoi corollari che va saputo come l’Ave Maria”.
Anche per la cattedra del prof. Carlo Longobardo, il principio di legalità è tra gli argomenti che non si possono assolutamente non sapere, come suggerisce Luigi Cipolletta: “lo chiedono sempre, praticamente appena ti siedi, e va studiato benissimo in tutti i suoi corollari. E poi le parti speciali: fondamentali tutte e tre”.
Come tempi di preparazione, suggerisce anche lui di concentrarvisi per almeno due mesi e, tra gli argomenti che gli sono stati chiesti figurano: abolitio criminis, concorso colposo nel reato e reato omissivo. Giudicate tranquille entrambe le cattedre della prof.ssa Renata Spagnuolo Vigorita, sia per il Diritto Amministrativo che per il Diritto Processuale Amministrativo: per la prima, cavallo di battaglia della commissione sono stati soprattutto gli argomenti della parte speciale, quali la conferenza di servizi e la SCIA e la tutela del terzo; per la seconda, ad esempio, class action e tutela cautelare.
Per entrambi, i tempi di preparazione si attestano attorno al mese circa. Il periodo degli esami non è ancora terminato: manca l’appello di febbraio. Primo, secondo e terzo anno, però, sono già tornati in aula e, tra una lezione e l’altra, continueranno ad affrontare la sessione, seppur con la difficoltà di avere già le lezioni del nuovo semestre da seguire.
Giulia Cioffi
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Ateneapoli – n. 1 – 2025 – Pagina 20

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