Il mondo in un’aula. È l’esperienza che vivono gli studenti di Design for the built environment (Design per l’ambiente costruito), percorso Magistrale in lingua inglese che afferisce al Dipartimento di Architettura. “Su circa 70 immatricolati – quantifica il prof. Alfonso Morone, Coordinatore del Corso di Studi – gli italiani sono una ventina. Tutti gli altri sono stranieri”. I quali provengono da diversi continenti. “Negli ultimi anni – ricorda il docente – c’è stata una prevalenza di iraniani. Si spiega sia con le difficoltà che in quel Paese stanno vivendo i giovani e che probabilmente invogliano chi può a trasferirsi all’estero per vivere un’esperienza di studio e di vita, sia con la circostanza che la comunità iraniana ha costituito una solida rete di aiuto per i connazionali. In sostanza chi è già qui aiuta chi deve venire a Napoli a trovare un alloggio e ad affrontare le mille pratiche ed incombenze correlate ad un cambio di vita così significativo”. Un discreto numero di iscritti, poi, proviene dall’India. “Sta crescendo inoltre – va avanti Morone – la comunità delle studentesse e degli studenti turchi. Quest’anno abbiamo anche una ragazza boliviana, un’algerina ed aspettiamo che arrivi una etiope. Ci sono, inoltre, alcune studentesse russe. Lo scorso anno era iscritta una ragazza dell’Ucraina”. Fanno parte del gruppo anche alcuni siriani e pachistani.
L’eccellenza del design italiano
Il design italiano, riflette il prof. Morone, “è ancora riconosciuto come una eccellenza e questo ci aiuta a capire perché il Corso di Studi attiri ragazze e ragazzi da ogni parte del mondo. Aggiungo che chi è venuto a studiare da noi si è trovato generalmente bene, ha apprezzato la proposta didattica e formativa ed è diventato il nostro ambasciatore nel Paese di origine. Il passaparola ha contribuito certamente ad incrementare le domande di immatricolazione dai diversi Paesi di provenienza dei nostri studenti. La distribuzione è abbastanza omogenea tra i due curricula del secondo anno: Allestimento e Progettazione digitale. Il primo anno è comune”. Immatricolarsi non è peraltro facilissimo, come racconta il docente. “La procedura di rilascio dei visti in particolare – dice – è lunghissima e molto laboriosa”. L’iscrizione funziona così: chi è interessato presenta domanda al Corso di Laurea, che vaglia i titoli e il percorso formativo e stabilisce se è coerente con l’immatricolazione a Design. Nel caso lo sia, il candidato riceve una lettera di preammissione e può iscriversi al portale Universitaly, accedendo così alla procedura di rilascio del visto da parte dell’ambasciata italiana del Paese di provenienza. Il visto è subordinato anche alla dimostrazione da parte di chi lo richiede che ha i mezzi per mantenersi a studiare in Italia, siano familiari o derivanti da borse di studio o altre forme di sostegno economico. “Quest’anno – ricorda il prof. Morone – abbiamo avuto 450 domande per Design ed abbiamo rilasciato 90 lettere di preammissione”. La lentezza nel rilascio dei visti fa sì che alcuni studenti arrivino a Napoli ad anno accademico abbondantemente iniziato. Un problema in più per i professori del primo anno, i quali tengono lezione in una classe composita non solo per la provenienza geografica degli studenti. “Possono iscriversi a Design laureati Triennali o Magistrali provenienti da percorsi di architettura e design o da ingegneria. Le competenze di base possono essere piuttosto diverse e va condotto un lavoro iniziale per rendere omogenea la classe. Per fortuna ora abbiamo due canali in parallelo e questo aiuta, perché consente di lavorare su gruppi relativamente piccoli di studenti”. Completa la vocazione internazionale di Design la circostanza che ogni anno frequentano per un certo numero di mesi anche alcuni studenti europei nell’ambito del progetto Erasmus. Le lezioni si svolgono prevalentemente a Palazzo Gravina, ma per alcune attività di laboratorio si fa riferimento anche ad altre sedi del Dipartimento di Architettura, per esempio a Palazzo Latilla.
“Lo spirito del Corso è condividere”
Alla luce delle caratteristiche di Design, il prof. Morone spende una riflessione sulla questione degli alloggi studenteschi. Dice: “La massiccia riconversione in bed and breakfast e case vacanze di molti appartamenti in centro storico, fino a qualche anno fa destinati agli affitti agli studenti, pone un problema molto serio a Corsi di Laurea come il nostro, che hanno una platea per due terzi proveniente da fuori Napoli. La ricerca dell’alloggio è un assillo per i nostri iscritti. A volte vanno nelle residenze universitarie, per quel che consentono le poche disponibilità attualmente esistenti. Altri si affidano ai propri connazionali che sono già qui. Non di rado si spostano nei Comuni limitrofi, purché siano ben collegati con la città capoluogo, o a Caserta. Noi chiediamo agli studenti del secondo anno che ci autorizzino a dare il loro contatto ai connazionali del primo anno”. Aggiunge: “Io ed i miei colleghi in classe tendiamo a stimolare la formazione di gruppi di studio multinazionali e ad evitare che le ragazze e i ragazzi si aggreghino sulla base della provenienza geografica perché lo spirito del Corso è condividere”. Dopo la laurea alcuni tornano in patria e lavorano lì. “Anche i nostri laureati campani – sottolinea peraltro Morone – in genere si spostano. La propensione alla mobilità è connaturata a chi si iscrive a Design per l’ambiente costruito”.
Fabrizio Geremicca
Ateneapoli – n.19 – 2023 – Pagina 8