L’ingegneria clinica, costola della biomedica

“Sulla scorta dello studio e delle riflessioni che abbiamo condotto insieme sino ad oggi, è bene pensare a tutte le possibilità in cui un ingegnere biomedico può essere impiegato. L’ingegnere clinico costituisce un nuovo ruolo di estrema importanza”, afferma la prof.ssa Giovanna Rotriquenz, docente a contratto, Direttore del Servizio Prevenzione e Protezione dell’ASL Caserta e Referente Regionale della Sicurezza sul Lavoro – in apertura del seminario “L’innovazione tecnologica in sanità: il ruolo dell’ingegnere clinico”, inserito nell’ambito del corso di Ingegneria Clinica, I anno del CdL Magistrale in Ingegneria Biomedica. La lezione, che ha avuto luogo il 24 aprile nella sede di via Nuova Agnano, è stata tenuta dall’ing. Lorenzo Leogrande, Presidente dell’Associazione Italiana Ingegneri Clinici (AIIC): “L’ingegneria clinica – ha esordito – è una costola dell’ingegneria biomedica. Nella nostra associazione vi è una quantità di iscritti in continua crescita. L’ingegneria clinica si occupa prevalentemente della gestione delle tecnologie, ma anche dell’innovazione a 360° all’interno delle strutture ospedaliere”. La figura dell’ingegnere clinico è in continua trasformazione: “Uno degli aspetti più critici della nostra professione è che spesso si tende a dare per scontato chi siamo, cosa facciamo e quale può essere la nostra utilità nei vari contesti. Questa è una disciplina che nel tempo si è…
 
Articolo pubblicato sul nuovo numero di Ateneapoli in edicola (n. 8/2015)
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