Nuovi laboratori nei cinque piani ristrutturati della Torre Biologica
Una infrastruttura di sequenziamento Next Generation Sequencing (NGS), il rinnovamento della dotazione delle facility di microscopia e di citofluorimetria – entrambe di altissimo livello – in più una nuova aula seminari e la ristrutturazione ed arredo dei nuovi laboratori. “Non abbiamo nulla da invidiare ad altre Istituzioni internazionali”. Grande orgoglio nelle parole della prof.ssa Franca Esposito, Direttrice uscente del Dipartimento di Eccellenza di Medicina molecolare e Biotecnologie mediche, che ha suggellato la conclusione del proprio egregio mandato (il secondo) con la fine dei lavori di rifacimento integrale di ben cinque piani della Torre Biologica della Scuola di Medicina e Chirurgia iniziati nel 2018 e inaugurati lo scorso 16 dicembre.
“Ci tengo a sottolineare che tutto ciò è stato reso possibile da cospicui finanziamenti ricevuti dal Ministero della Ricerca (non solo relativi all’Eccellenza), dall’Ateneo stesso e da altri enti tra cui la Regione Campania, attraverso i progetti CIRO-Piattaforme Oncologiche e Covid”. E non poteva che essere Esposito ad accompagnare Ateneapoli alla scoperta dei laboratori, già operativi con docenti e ricercatori affiatati e di altissimo livello, “entusiasti di intraprendere nuove sfide, dopo anni in cui hanno condiviso spazi in condizioni di grande affollamento. Come ho ribadito durante l’inaugurazione, tutto questo contribuirà a rendere ancora più competitivi gli studiosi del Dipartimento, tanto a livello internazionale, quanto in termini di risultati della ricerca e di formazione”.
Al primo piano, oltre agli uffici amministrativi, si fa apprezzare la grande aula seminari, costruita ex novo, e proprio dove a fine dicembre è avvenuto il taglio del nastro alla presenza del Rettore Matteo Lorito, delle due Prorettrici – l’uscente Rita Mastrullo e la neoeletta Angela Zampella – dell’Assessora alla Ricerca a Palazzo Santa Lucia Valeria Fascione, del Presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia Giovanni Esposito e, naturalmente, dei Direttori del Dipartimento che si sono susseguiti nel tempo, ovvero i professori Tommaso Russo, la stessa Esposito, nonché il neoeletto Antonio Feliciello, che ha preso le redini il primo gennaio scorso.
Il secondo piano è dedicato invece alla microscopia – uno degli approcci attraverso i quali il Dipartimento fa ricerca biomedica – dove le facility implementate consentono di osservare il deficit all’interno di una cellula e di misurarlo. Come ha spiegato la prof.ssa Simona Paladino, docente di Biologia cellulare e applicata: “Qui lavorano quattro gruppi di ricerca e il vero fiore all’occhiello è la piattaforma di imaging cellulare. Al momento abbiamo tre sistemi di microscopia: uno di questi è il top di gamma della microscopia confocale e serve per arrivare ad una risoluzione elevata. Ad ogni modo, sono tutti e tre sistemi molto importanti e consentono allo studioso di scegliere la soluzione più vantaggiosa a seconda della domanda scientifica”.
Al settimo piano, che si suddivide in due laboratori contigui, l’approccio diventa più molecolare. A illustrare caratteristiche e scopi del primo ci ha pensato la prof.ssa Roberta Russo, docente di Genetica medica: “Noi studiamo la fisiopatologia delle condizioni ereditarie, le cosiddette malattie rare, e come metodologia ci avvaliamo del laboratorio di genetica medica molecolare, biologia molecolare e biochimica. La nostra è una ricerca più traslazionale: parte sempre da un’osservazione del paziente, cioè dalla comprensione molecolare delle caratteristiche patogenetiche che lo contraddistinguono, al fine di arrivare a definire una terapia di precisione, diversificandola da soggetto a soggetto”.
Ognuno degli studiosi ha dei topic specifici: Russo, per esempio, si occupa dei difetti ereditari del globulo rosso; la prof.ssa Immacolata Andolfo dei difetti ereditari del metabolismo del ferro; il prof. Felice Amato, come racconta lui stesso, di “medicina personalizzata, di malattie genetiche come la fibrosi cistica e di malattie infiammatorie intestinali come il morbo di Crohn”. Degli studi che si conducono nel secondo laboratorio parla il prof. Massimiliano Caiazzo, docente di Biologia molecolare: “Ci occupiamo di malattie neurodegenerative, specialmente il Parkinson. Il nostro approccio è usare la riprogrammazione cellulare, un processo grazie al quale si può partire da cellule della pelle e del corpo in generale, per convertirle in neuroni che rilascino dopamina”.
Un nuovo tipo di terapia cellulare rivoluzionaria che “potrebbe addirittura curare la malattia, in alcune zone del mondo sono in corso anche le prime sperimentazioni cliniche”. Infine, la ricercatrice Cristina Pagano racconta gli studi che sta portando avanti il prof. Maurizio Bifulco: “Ci occupiamo dei meccanismi molecolari alla base del glioblastoma, un tumore maligno. Stiamo cercando di creare una nanoparticella, un device, che possa fare un siRNA, cioè silenziare un mRNA, in questo caso andrebbe a silenziare l’mRNA di un enzima chiave della pathway del mevalonato che porta alla formazione del colesterolo. Questo perché abbiamo capito che, nel caso del glioblastoma, le cellule tumorali ne fanno tantissimo uso”. Detto altrimenti, l’obiettivo finale è “uccidere le cellule maligne attraverso la nanotecnologia dando una terapia molecolare che agisca più nel profondo, inoltre questo consentirebbe di bypassare anche il fenomeno della resistenza alla chemioterapia e alla radioterapia, per andare miratamente sulla cellula tumorale”.
Proseguendo, l’ultimo piano ristrutturato e arricchito di facility è l’ottavo, dove ad accogliere Ateneapoli ci sono i dottori Emanuele Sasso e Guendalina Froechlich, entrambi ricercatori, il cui mentore è il prof. Alfredo Nicosia. In particolare, il primo è fondatore di ImGEN-T, Start Up nata un anno fa che è stata accreditata dalla Federico II come Spin Off universitaria: “ci occupiamo di potenziare la capacità terapeutica dei vaccini genetici – ha spiegato – ad ogni modo il nostro interesse generale è la vettorologia nel senso ampio. Manipoliamo tutto ciò che è vettore: DNA, vettori virali, RNA. E lo facciamo in vista di terapie geniche e, come detto, vaccini”.
La conclusione non può spettare che alla prof.ssa Esposito, la quale, dopo aver fatto gli onori di casa, tira le somme di quanto fatto finora: “C’è voluta tanta fatica, ma il mio carattere mi ha sempre imposto di portare a termine ogni impegno preso. E aggiungo che concludere questi sei anni di mandato vedendo tanti giovani ricercatori pronti a partire in un ambiente così bello e competitivo è una soddisfazione enorme, oltre che un supporto alla valutazione di tutto l’Ateneo e alla formazione che impartisce la Scuola di Medicina e Chirurgia. Infine, ringrazio tutti i miei collaboratori (circa 140, ndr), la festa organizzata a sorpresa per salutarmi ha reso più facile chiudere il mandato. Non lo dimenticherò facilmente”.
Claudio Tranchino
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Ateneapoli – n. 1 – 2025 – Pagina 12