Sold out per l’incontro con i Pinguini Tattici Nucleari

Un’aula gremita, un dialogo acceso e due protagonisti che hanno saputo raccontarsi senza retorica. Lunedì 13 maggio Riccardo Zanotti ed Elio Biffi – rispettivamente voce e tastierista dei Pinguini Tattici Nucleari – sono stati ospiti dell’Aula Ottagono della Federico II per un incontro promosso dal corso di Etnomusicologia della prof.ssa Simona Frasca, docente al Dipartimento di Studi Umanistici. A condurre un confronto serrato su identità artistica, retroscena del settore e nuovi linguaggi musicali, accanto alla docente, tre studentesse della Magistrale in Discipline della Musica e dello Spettacolo: Margherita De Luca, Francesca Iervolino ed Eli Vardzhiyska.

In precedenza la band è stata intervistata in diretta ai microfoni di F2 Radio Lab dagli studenti speaker del corso di formazione radiofonica promosso dall’Ateneo. “La canzone non è ‘la musica’ in generale. È una forma precisa, con regole e significati – ha ricordato in apertura Frasca – Le canzoni dei Pinguini Tattici Nucleari sono strutturate, ironiche, complesse. Perfette per ragionare su come oggi si costruisce il senso, tra note e parole”. Si rompe il ghiaccio con un tema spesso evocato nei testi della band: il legame con le origini e la provincia. “Chi cresce in provincia sa che per certe risposte deve spostarsi – ha raccontato Zanotti – Ma il paese resta dentro di te. Noi da ragazzi, tutti provenienti da zone diverse del bergamasco, andavamo a Milano, ma la nostra testa rimaneva là.

È una questione di sguardo: anche oggi, pur girando il mondo, usiamo ancora categorie dell’anima profondamente provinciali”. Biffi gli ha fatto eco: “La provincia è uno spazio dell’anima. In Italia è la norma, non l’eccezione. E molti dei progetti musicali più significativi degli ultimi anni nascono lì, in margini che margini non sono più”. E per chi ha bisogno di conferme pratiche, entrambi ammettono: “La nostra sala prove storica, che usiamo da oltre dieci anni, è sempre la stessa. L’abbiamo migliorata un po’ con l’isolamento acustico, ma è ancora lì, e ci ritroviamo sempre”.

Quella raccontata dai due artisti non è però la solita nostalgia da piccolo borgo. È qualcosa di vivo. “Bergamo è un ecosistema musicale dove si suona ovunque: bande, cori, rock band, festival etnici. Noi abbiamo avuto la fortuna di trovare spazi in cui esprimerci già da adolescenti. Quegli spazi ci sono ancora e andrebbero valorizzati ovunque”. Il tono si è fatto più diretto quando la discussione è scivolata sul rapporto tra musica e impegno. Alla domanda su quanto l’arte possa farsi politica, Biffi ha citato L’avvelenata di Guccini: “Non ho mai detto che a canzoni si fanno rivoluzioni”. Poi ha aggiunto: “Le canzoni non sono il gesto rivoluzionario in sé. Ma spesso raccontano quella scintilla. Fissano ciò che è accaduto, rendendolo visibile.

Per questo non ci sentiamo ‘capipopolo’, ma nemmeno artisti disimpegnati. Quando trattiamo temi sociali o politici, lo facciamo con precisione. Non vogliamo che le nostre parole vengano usate da altri, fuori contesto”. Zanotti ha ribadito: “Viviamo in un mondo polarizzato, dove ogni opinione può essere strumentalizzata. Cerchiamo di essere realistici, di affrontare la complessità. Lo abbiamo fatto anche nei concerti, quando ci siamo schierati su certi temi. Ma sempre con la consapevolezza che un artista ha sì il dovere di parlare, ma anche il diritto di sbagliare. Come diceva Pasolini”.

Le citazioni “come la bibliografia” nelle tesi

Si è parlato anche del ruolo delle citazioni, cifra stilistica ricorrente nei loro testi: “Una citazione è una figura retorica potentissima. In pochissime parole puoi condensare un universo di senso. Può essere colta o popolare, ma crea legami, attiva riconoscimenti. È, per restare in ambito universitario, come la bibliografia in fondo a una tesi. È riconoscere, ma anche riconoscersi”.

Spazio anche a ciò che di solito resta dietro le quinte: lo scouting, il lavoro con i più giovani, l’etichetta indipendente. “Con alcuni amici – ha raccontato Zanotti – abbiamo fondato un’etichetta. Lavoriamo con artisti giovanissimi, cerchiamo di aiutarli nei primi passi, nella scrittura, in studio. Non c’è una formula magica per assicurare il successo, ma possiamo sicuramente dare un aiuto in più”. Poi il ricordo di Nuovi Suoni Live, concorso promosso dal Comune di Bergamo: “Ci siamo conosciuti lì – ha ricordato Elio – in una delle date premium. Per qualche anno sono stato giudice. È una realtà concreta, dove si ascoltano sette band e poi si parla davvero con i ragazzi. Niente format televisivi, solo musica”.

Non poteva mancare una riflessione sul senso stesso dell’essere band, oggi forma sempre più rara. “Essere in sei – ha spiegato Biffi – è stato fondamentale. Ci siamo scelti presto, e oggi siamo una seconda famiglia. Dove uno non arriva, arriva l’altro. Pensare che le cose si possano fare insieme, in un mondo che ci spinge sempre di più verso l’individualismo, è rivoluzionario. Non è solo una questione di ‘ci sono sei persone sul palco’, ma di sei persone che vanno nella stessa direzione. E, storicamente, le cose migliori che gli esseri umani hanno fatto, le hanno fatte insieme”.

Per chiarire meglio il concetto, Zanotti ha aggiunto una metafora: “Essere una band è come un investimento, non come il trading. È più faticoso, certo, ma nel lungo periodo, se funziona, vale molto di più”. Sul finale, due temi attualissimi: sostenibilità e intelligenza artificiale. “Ci proviamo – ha ammesso il frontman – Usiamo generatori meno impattanti, lavoriamo con agenzie attente. Ma anche il green, a volte, è spettacolarizzato. Adoro i Coldplay, ma pensare che venti biciclette possano alimentare tutto è una forzatura. L’obiettivo dev’essere reale, non solo narrativo”. E, a proposito di tecnologia: “l’intelligenza artificiale potrebbe dare agli artisti la possibilità di rischiare, di sperimentare con approcci nuovi, di immaginare un’altra musica.

L’AI non è solo un pericolo: può essere anche un’opportunità creativa. Magari porterà davvero un nuovo Rinascimento musicale”.
L’incontro si è concluso con un coro collettivo sulle note di Pastello bianco, una delle hit più amate della band. Un momento di condivisione che ha anticipato l’atteso concerto del 28 giugno allo Stadio Maradona, dove Napoli si prepara a cantare ancora una volta a squarciagola.
Giovanna Forino
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Ateneapoli – n. 9 – 2025 – Pagina 7

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