Successo per la prima edizione di ‘Memo4Europe’ sul senso dell’Europa

Una giornata tra passato, presente e futuro per raccontare l’Unione Europea attraverso “un confronto generazionale che incrocia le testimonianze dei protagonisti e le domande dei giovani”: questo l’obiettivo della prima edizione di ‘Memo4Europe’, inaugurata dalle parole del Rettore dell’Ateneo federiciano Gaetano Manfredi, Presidente della CRUI, nella mattinata di mercoledì 27 febbraio presso l’Aula Pessina della sede centrale di Corso Umberto. Un evento nazionale che ha collegato in diretta streaming tre istituzioni partner: l’Università di Torino, la Sapienza di Roma e la Federico II, ospitando quest’ultima circa 200 studenti delle scuole superiori. “Coinvolgere, sensibilizzare e orientare i giovani sui valori civili, politici e culturali che stanno alla base di un’Europa libera per riflettere sulle finalità che hanno determinato, dopo i disastri provocati dai conflitti mondiali, l’inizio di una storia comune basata su democrazia, solidarietà, tolleranza”, esordisce il Rettore, annunciando le finalità dell’iniziativa che mira al passaggio di testimone tra illustri depositari della memoria e nuove generazioni. “Una sfida per noi doverosa contribuire a questa giornata in un momento difficile e in una società così complessa dove è mutata la percezione della dimensione europea”. 
Un format originale escogitato dall’Università napoletana quello di interrogarsi sul senso dell’Europa oggi partendo proprio dai quattro sensi, maturando attraverso gli snodi fondamentali della contemporaneità un’acuta analisi sullo stato di salute attuale dell’Unione. “Vogliamo infondere nei giovani fiducia nelle Università che sono il luogo eletto in cui si forma la cultura, luoghi deputati allo scambio di saperi e privi di barriere nazionalistiche con la missione di formare consapevolezza critica”, afferma il ProRettore Arturo De Vivo. 
Le domande dei testimoni ai giovani
Perché l’Europa? Non bastava l’Italia? L’UE è stata un fenomeno culturale ancor prima che politico-economico che “rappresentò la prima pietra di una condivisione di identità favorendo negli anni l’aumento notevole dei progetti di scambio e partenariati strategici”, al punto da coniare l’espressione ‘generazione Erasmus’. “Oggi si dà per scontato la libertà degli spostamenti. Ai miei tempi viaggiare senza sentire i confini era già una conquista. Lottiamo per difenderla”, prende la parola Luigi Berlinguer, ex Ministro della Pubblica Istruzione, dell’Università e della Ricerca scientifica e tecnologica, politico nella cui attività ha sempre mostrato una spiccata sensibilità per i temi dell’integrazione nella cornice europea, di cui negli ultimi anni si conosce perlopiù il risvolto problematico legato alle questioni migratorie. “Il nostro passaporto rivela un doppio status: siamo cittadini italiani e al tempo stesso europei e in quanto tali abbiamo il dovere di custodire l’identità nazionale e metterla in relazione con le esperienze di altri Paesi senza entrare in competizione, bensì per l’amore della conoscenza fuori da ogni bandiera politica”. Così come fu agli esordi del progetto grazie all’impegno di…
 
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