TecnoAid supporta, grazie ai volontari, le persone con disabilità nell’uso delle tecnologie

Si chiama TecnoAid ed è la “banca del tempo” in cui professionisti dell’ICT mettono le loro competenze a sostegno delle persone con disabilità, e non solo, offrendo loro, gratuitamente, un supporto tecnico-informatico. Il progetto è nato dalla sinergia tra il Centro SInAPSi della Federico II e associazioni di categoria, in particolare la FISH Campania (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e l’Unione Italiana Ciechi. “L’idea è nata nel momento in cui la Campania è stata classificata come zona rossa – spiega il prof. Alessandro Pepino, Delegato del Rettore per la disabilità e DSA – E io ho sentito la responsabilità di garantire un supporto alle persone con disabilità, poi ci siamo allargati anche agli insegnanti di scuola, che dovessero incontrare difficoltà nell’uso della tecnologia in un momento in cui il computer è così fondamentale”. Intorno a TecnoAid si sono già raccolti, volontariamente, alcuni professionisti, esperti delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, il link per l’adesione è disponibile in rete: “animatori digitali scolastici e anche giovani neolaureati, miei ex allievi.  Non c’è un limite territoriale né al reclutamento, abbiamo anche una professionista da Bolzano, e nemmeno ai nostri interventi”. Questi professionisti operano “naturalmente a distanza, quando è possibile con una consulenza telefonica oppure attraverso interventi in remoto sul computer della persona che richiede assistenza, nel momento in cui questa concede l’autorizzazione”. I problemi sottoposti alla squadra TecnoAid “sono stati, finora, di facile risoluzione. Abbiamo avuto richieste da un paio di genitori di bambini con autismo, da una persona non vedente e da qualche insegnante. Si è trattato di computer lenti – a causa di virus o problemi sistemici, risolti tranquillamente in remoto con semplici operazioni di pulizia o scansione dei registri – oppure richieste di supporto nell’uso di programmi come Excel. Resta a disposizione, in ogni caso, anche lo staff tecnico di Sinapsi”. Studiare, lavorare, fare acquisti, le tecnologie ICT stanno diventando sempre più centrali in tutte le più semplici e tipiche operazioni della nostra vita quotidiana: “Purtroppo non tutti hanno una corretta alfabetizzazione digitale. Non dimentichiamo che, fino a marzo, l’uso del computer era residuale in molte famiglie. Diversi problemi che rientrano nel digital divide sono meno complessi di quello che sembrano”. Un esempio: “Con Sinapsi stiamo completando un corso con una ventina di docenti del comprensorio Madonna Assunta dedicato alla consulenza e al supporto informatico. Le problematiche segnalate dai docenti sono piuttosto semplici, difficoltà a condividere il proprio schermo o documenti”. Sembra “banale, ma parliamo di persone che, fino a ieri, incontravano i loro alunni in classe. Il problema di una non corretta alfabetizzazione digitale può riguardare tutti”. 
Il prof. Pepino racconta, poi, anche di un’altra recentissima iniziativa che si sta concretizzando proprio in questi giorni e che riguarda ex studenti laureati con disabilità e la possibilità per loro di svolgere tirocini post-lauream: “La FISH e l’agenzia per il lavoro Mestieri mi hanno sollecitato e io sto lavorando insieme agli Atenei della Campania. La misura su cui vengono attivati questi tirocini è quella di Garanzia Giovani”. Ai ragazzi con disabilità “che rientreranno nel programma consentirà di mettersi alla prova in ambiente lavorativo. Le aziende che aderiranno potranno sperimentare al loro interno dei percorsi di inclusione. È un’opportunità in entrambe le direzioni”. Inoltre, “per le aziende che accetteranno di ospitare i tirocini per questi ragazzi, i Servizi per la disabilità degli Atenei campani metteranno a disposizione, gratuitamente, il loro supporto e consulenza per aiutarle ad attivare i percorsi di inclusione”. Alla misura di Garanzia Giovani hanno aderito e possono aderire anche le pubbliche amministrazioni. Si è fatto tanto “per creare dei Servizi che supportino gli studenti con disabilità nel loro percorso di studi. Ma il senso di questi servizi si perde se i ragazzi, una volta laureati, non trovano un lavoro attinente alle loro aspettative”. 
 
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