Un gruppo composto da tre federiciani e una vanvitelliana ha vinto la fase nazionale del BISC-E ed è pronto ad affrontare il round europeo, grazie agli scarti delle bucce di limone. Si tratta di Bio-based Innovation Student Challenge Europe (BISC-E), una competizione studentesca per l’innovazione basata sulle biotecnologie che coinvolge ben 25 Paesi dell’UE e volta a stimolare l’imprenditorialità e premiare l’eccellenza.
Con uno scopo nobile: mira a sensibilizzare e coinvolgere gli studenti nella transizione verso la bioeconomia e ad esplorare il campo emergente del lavoro biobased, sviluppando un nuovo prodotto. Ci sono anche dei premi in palio: al gruppo primo, secondo e terzo classificato spetteranno rispettivamente 5000, 2500 e 1000 euro. Non solo, chi occuperà lo scalino più alto del podio beneficerà di un anno di iscrizione gratuita al BIC (Bio-based Industries Consortium).
La squadra che rappresenterà l’Italia, coordinata dalla prof.ssa Cinzia Pezzella, docente di Chimica e biotecnologia delle fermentazioni al Dipartimento federiciano di Scienze Chimiche, è composta dall’unione di competenze trasversali di studenti di Atenei campani: Pierluigi Gabriele Di Matteo (studente Magistrale in Biotecnologie Molecolari e Industriali, Federico II, team leader), Ivelina Ivaylova Dzhambazova (PhD student in Biotecnologie, Federico II), Maria Grazia Masucci (studentessa Magistrale in Psicologia Clinica e degli Interventi nei contesti Sociali e dello Sviluppo, Federico II) e Luisa Galiero (studentessa Magistrale in Matematica, Vanvitelli).
“Il nostro progetto – spiega Pierluigi – consiste nel convertire gli scarti delle bucce di limone in una fibra tessile biodegradabile, per contrastare alcuni problemi gravi di questo settore: fibre che rilasciano microplastiche e condizioni di lavoro precarie e sottopagate. Oltre che sui fattori ambientali, abbiamo focalizzato la nostra attenzione anche su problemi di natura sociale”. Per mettere su carta questa idea, però, sono state necessarie competenze di natura molto diversa tra loro: “proprio per questo abbiamo deciso, Ivelina ed io, di coinvolgere Mariagrazia sul fronte psicologico e Luisa per l’aspetto più strettamente matematico”.
Sul senso della competizione: “oltre ad essere molto orgogliosi di rappresentare il nostro Paese in Europa, per noi è una grande occasione riuscire a presentare un’idea a una giuria composta da aziende importanti fondendo expertise che sembrano agli antipodi”. Ora non resta che incrociare le dita. La finale europea si svolgerà in due round tra settembre e ottobre. Nel primo, tutti i team studenteschi vincitori a livello nazionale presenteranno il loro business case e la loro soluzione a una giuria di esperti del mondo accademico. La giuria valuterà le proposte in termini di innovazione, impatto sulla sostenibilità, fattibilità tecnica, sostenibilità economica e le capacità di presentazione del team e l’interazione durante la successiva sessione di domande e risposte.
I primi 5 team studenteschi accederanno, poi, al secondo e ultimo step e presenteranno il loro business case a esperti del settore i quali presteranno particolare attenzione alla scalabilità e al potenziale commerciale del progetto. Il video pitch dei primi 5 team sarà valutato online. La somma dei punteggi del primo e del secondo round determinerà i vincitori europei di BISC-E 2025.
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Ateneapoli – n. 9 – 2025 – Pagina 13