Un’aula intitolata a Renato De Fusco “quella presso cui tenne lezione fino a 85 anni”

Dal trenta aprile l’Aula Mario Gioffredo di Palazzo Gravina, la sede storica di Architettura, ha cambiato denominazione. È stata infatti intitolata al prof. Renato De Fusco. La mozione era stata approvata all’unanimità qualche tempo prima dal Consiglio di Dipartimento.

A Gioffredo, che visse nel diciottesimo secolo ed è stato poi definito il Vitruvio napoletano, è stato dedicato un altro spazio, situato nella Biblioteca. “L’aula che abbiamo dedicato a De Fusco – ricorda il prof. Alberto Castagnaro, che è il Vicedirettore del Dipartimento – ha un valore speciale. È quella presso cui tenne lezione fino a 85 anni. Sempre e solo lì. Era il suo regno. Lì ha ricevuto Eco, Richter e tante altre personalità illustri con le quali intratteneva rapporti di amicizia e di scambio culturale ed intellettuale”.

Gli allievi

Castagnaro conosceva molto bene il prof. De Fusco, perché è stato uno dei suoi allievi. “Lo incontrai alla fine degli anni Ottanta, era il correlatore della mia tesi di laurea, per la quale ebbi come relatore Uberto Siola. Dopo la tesi ho cominciato a seguirlo come assistente e poi per la rivista ‘Op.cit. Selezione della critica d’arte contemporanea’, che aveva fondato ed ha diretto per vari decenni. Oggi ne sono io il direttore”.

Altri allievi di De Fusco sono stati “Benedetto Gravagnuolo, che è stato Preside della Facoltà circa venticinque anni fa, Pasquale Belfiore, Concetta Lenza, Roberta Amirante. Mi fermo qui, ma potrei citare altri nomi. Architetti di generazioni diverse e con differenti impostazioni culturali, ai quali lui è stato capace di trasmettere soprattutto un metodo”. De Fusco: “Apparentemente era molto ombroso e duro. Era certamente molto esigente, in primis con se stesso, e nulla gli andava mai bene. Non ricordo un solo evento dal quale sia uscito soddisfatto. Per lui si poteva sempre fare di più e meglio”.

Aveva una grande passione per la didattica: “Era contento quando vedeva nell’aula che gli abbiamo ora intitolato persone sedute a terra o in piedi, quando c’era folla ad assistere alle sue lezioni. Non ne saltava mai una e la sua caratteristica, quando era in aula con gli studenti, era che intervallava le spiegazioni con detti e cadenze di un napoletano colto. Una peculiarità che lo rendeva molto popolare tra coloro i quali frequentavano i suoi corsi”. De Fusco è stato, inoltre, uno dei personaggi “che ha dato più diffusione ad Architettura dell’Ateneo federiciano a livello internazionale.

È l’autore di oltre 70 libri, molti tradotti in inglese e in spagnolo. Ne cito due, giusto per rendere il concetto: la Storia dell’architettura contemporanea e la Storia del design. La prima ha avuto 8 edizioni e 12 ristampe. La seconda ha avuto 12 edizioni. Ha pubblicato per case editrici di grande prestigio scientifico”.

Tante le persone intervenute il 30 aprile alla cerimonia di intitolazione dell’aula al professore scomparso poco più di un anno fa. “C’erano – ricorda il prof. Castagnaro – Uberto Siola, Cesare De Seta, Vincenzo Trione, Fulvio Irace, Fabio Mangone, Elena Dellapiana, Anty Pansera. Insomma docenti, critici e storici che hanno conosciuto Renato e ne hanno apprezzato qualità, rigore e spessore. L’aspetto particolare che tengo a sottolineare è però un altro: hanno partecipato all’inaugurazione anche trentenni, giovani i quali hanno seguito De Fusco negli ultimi anni nei quali ha insegnato. In aula c’erano almeno 200 persone e 178 erano collegate in remoto da varie parti del mondo”.
Scarica gratis il nuovo numero di Ateneapoli

Ateneapoli – n. 9 – 2025 – Pagina 12

- Advertisement -




Articoli Correlati