930 borse Erasmus, tante anche le destinazioni extra UE

C’è tempo per candidarsi fino al 9 febbraio

930 borse di studio Erasmus (700 per studio presso università europee e 60 verso destinazioni extra UE, 170 per traineeship). Al bando pubblicato dall’Ateneo ci si candida entro il prossimo 9 febbraio. Gli studenti avranno l’opportunità di intraprendere un periodo formativo all’estero. Oltre ai molti atenei europei (dalla Spagna al Portogallo, dalla Francia alla Polonia) con i quali ogni anno la Vanvitelli stipula accordi bilaterali per lo scambio di studenti, anche nell’ambito dei cosiddetti traineeship, tante sono le sedi universitarie extraeuropee con le quali ci sono accordi di mobilità. Alcuni Paesi interessati: Albania (Università di Shkodra e di Durrës-Aleksander Moisu), India (Sri Ramachandra Institute of Higher Education and Research), Tunisia (Università di Monastir), Uzbekistan (Bukhara Engineering Technological Institute), Canada (Université Laval), Georgia (Università Statale di Tbilisi). Un’occasione che “ha dell’irripetibile”, afferma il prof. Pieter De Lange, Referente Erasmus del Dipartimento di Scienze e tecnologie ambientali, biologiche e farmaceutiche, che quest’anno offrirà agli studenti l’opportunità di studiare per sei mesi in India,in Albania o in Tunisia. “Studiare all’estero è una chance per ampliare il proprio bagaglio culturale. Inoltre, serve a superare l’ostacolo della lingua, che nelle nostre zone è più accentuato. E, per finire, aiuta a stringere una rete di contatti che potrebbe portare in futuro a un brillante avvio di carriera. Sembra una sciocchezza, ma non è così, specialmente oggi, grazie alle nuove vie di comunicazione. Capita che arrivi un messaggio da un collega di Tel Aviv che ti chiede se vuoi partecipare a un progetto”, il prof. De Lange, di nazionalità olandese, ne ha esperienza diretta. All’estero, rispetto all’Italia dove si privilegia la teoria, c’è un approccio più pratico alle discipline: “toccare con mano queste due differenti realtà costituisce quindi un vantaggio e consente di affermarsi in modo più competitivo nel mondo del lavoro”. Psicologia, sempre relativamente alle mete extra UE, propone, oltre all’India e all’Albania, anche la Georgia. “Credo che studiare all’estero sia un’esperienza altamente formativa, tuttavia non sono molti gli studenti che annualmente scelgono di partire”, afferma il prof. Giuseppe Barbato, Referente Erasmus di Dipartimento. Tra le motivazioni della scarsa partecipazione: “La platea del nostro Dipartimento è in gran parte femminile e il nostro territorio risente ancora di alcune latenze, per cui spesso si ha il timore che una ragazza affronti un viaggio da sola”. E per quanto riguarda le sedi proposte: “Non sono propriamente le più indicate per il nostro ambito. L’Inghilterra, ad esempio, è una nazione ricca di tradizione per gli studi di psicologia. Quando in passato l’abbiamo proposta come meta, abbiamo verificato un incremento delle richieste”. Nonostante queste osservazioni, il docente ha invitato i ragazzi a osare, perché queste possibilità non vanno sprecate. Albania, India e Uzbekistan sono le destinazioni del Dipartimento di Ingegneria, con un entusiasta prof. Sergio Nardini, Referente Erasmus: “In passato abbiamo avuto anche il Giappone tra le opzioni a dimostrazione dell’impegno dell’Ateneo in materia di internazionalizzazione”. Anche in questo caso le domande di partecipazione alla mobilità internazionale sono piuttosto contenute, ma questa, stando alle parole del docente, è una conseguenza della natura stessa dei Corsi di Laurea in Ingegneria: “Gli studenti hanno il terrore di non riuscire a rispettare le scadenze. Temono che, allontanandosi, perderanno tempo. I nostri dati dimostrano che non è così: sono moltissimi gli studenti che sono andati in Erasmus e, con un po’ di organizzazione, sono riusciti a mantenere un’ottima media”. Unico vulnus è, secondo il professore, rappresentato dall’incoming, cioè dagli studenti che dall’estero si spostano in Italia: “Purtroppo il nostro territorio non riesce ad essere competitivo. I servizi e le attrazioni, rispetto al napoletano, sono più limitati. Non disponiamo ancora, ad esempio, di residenze universitarie adeguate, cioè di campus che senz’altro favorirebbero l’integrazione. Bisogna poi considerare che chi arriva pensa di trovarsi in una città come Napoli, mentre si tratta di due territori molto diversi. L’Ateneo sta facendo il possibile per migliorare la situazione, ma al momento l’evidenza è questa”. Albania e Georgia invece per Giurisprudenza, che con la prima destinazione consolida una tradizione in quanto “il Dipartimento porta avanti da molto tempo la collaborazione con il paese balcanico”, informa la prof.ssa Roberta Catalano, Referente Erasmus. E poi sottolinea: “Giurisprudenza è attualmente l’unico Dipartimento ad avere un regolamento Erasmus interno, disponibile alla sezione ‘International’ del sito, che funge anche da prontuario e guida per gli studenti che decidono di intraprendere questa esperienza”. Si tratta di un’occasione che consente non solo di ampliare il bagaglio culturale ma, specificamente per gli studenti di Giurisprudenza, “di entrare in contatto con i sistemi normativi di diversi Paesi, analizzando in chiave comparativa quanto hanno appreso”. Per questo la docente consiglia sempre agli studenti di stabilire l’argomento di laurea prima di partire, e di riservare almeno un capitolo “alla comparazione tra il nostro sistema normativo e quello del Paese che li ha ospitati”. Proprio a Giurisprudenza il 1° febbraio è in programma un incontro su Erasmus+, al fine di coinvolgere gli studenti e risolvere i loro dubbi.

Nicola Di Nardo

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