Al Distabif “una dimensione familiare”

“Sceglierci significa puntare su un Dipartimento che rende centrale l’esperienza dello studente e che si prodiga affinché questa sia il più positiva possibile”, afferma la prof.ssa Maria Maddalena Di Fiore, docente di Citologia e Istologia, delegata all’orientamento in entrata del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Ambientali, Biologiche e Farmaceutiche (Distabif) diretto dal prof. Antonio Fiorentino. La sua raggiungibilità, “è in via Vivaldi, ad appena cento metri dalla stazione ferroviaria di Caserta, questo ci rende attrattivi per coloro che si spostano dalle aree limitrofe della Campania e del basso Lazio”, la sua ampia offerta formativa, “copriamo vasti ambiti del sapere scientifico con 4 Corsi di Laurea Triennali, 5 Magistrali e 1 a ciclo unico in Farmacia”, il rapporto tra docenti e studenti e la dimensione per così dire “familiare” del campus: i tre punti di forza del Distabif che, “con un corpo docente consistente (circa 90 docenti), riesce a garantire un rapporto di equilibrio con gli studenti. Tutto da noi dà l’impressione di essere grazioso e contenuto. I laboratori sono vicini, così gli studi dei docenti, le aule studio, la biblioteca e tutte le strutture annesse”. Fitta anche l’attività seminariale: “Abbiamo una commissione scientifica che, a carattere quindicinale, organizza seminari in lingua inglese invitando personalità scientifiche di rilievo internazionale. Incontri che costituiscono un momento molto importante per la formazione degli studenti, sia Triennali che Magistrali”. Solo qualche mese fa è stata ospite del Dipartimento la nipote del premio Nobel Rita Levi Montalcini. E poi i laboratori, che in un Dipartimento scientifico costituiscono il cuore delle attività accademiche. Moltissime le attività, perlopiù incardinate nel programma dei singoli Corsi di Laurea: “Scienze Biologiche, per esempio, prevede due laboratori importanti al primo e al terzo anno: quello di Metodologie morfologiche, che coinvolge Citologia, Istologia, Zoologia e Botanica, e quello di Genetica, per Microbiologia e Biologia molecolare”. Completano il quadro le uscite outdoor, come quelle che si organizzano nell’ambito del Corso di Laurea in Scienze Agrarie e Forestali.
L’offerta formativa si articola in 4 Corsi di Laurea Triennali (Scienze Ambientali, Biotecnologie, Scienze Biologiche e Scienze Agrarie e Forestali), un Corso di Laurea Magistrale a ciclo unico (Farmacia) e 5 Corsi di Laurea Magistrali. Sono tre i Corsi di Laurea a numero programmato locale (Farmacia, Biotecnologie e Scienze Biologiche), la selezione è fondata sull’ordine di prenotazione e sul voto di maturità. Tutti i Corsi prevedono la somministrazione di un test di autovalutazione “per individuare eventuali lacune nelle discipline di base, ad esempio la matematica”. Qualora non si superino i test, allo studente sono attribuiti obblighi formativi da assolvere seguendo corsi ad hoc tenuti da ricercatori.
I consigli della docente: “la passione è il motore che muove tutte le cose. Non ascoltate chi vi dice che dovreste fare in un certo modo, perché questa è la sua volontà, che magari non corrisponde alla vostra. Scegliete col cuore e non ve ne pentirete. Studiare sarà piacevole e non vi sentirete stanchi e sconfortati”.

I corsi di Laurea
Due Corsi di Laurea sono ad accesso libero (Scienze Ambientali e Scienze Agrarie e Forestali), tre (Farmacia, Scienze Biologiche e Biotecnologie) a numero programmato locale, la formazione delle graduatorie non è più subordinata al punteggio ottenuto nel test di autovalutazione TOLC (che dovrà comunque essere effettuato dopo l’immatricolazione per la valutazione delle competenze matematiche), ma all’ordine di prenotazione e al voto di maturità. Le domande entro il 19 luglio.
Sono 146 i posti previsti per il Corso di Laurea Magistrale a ciclo unico (di durata quinquennale) in Farmacia, più ulteriori 2 destinati a studenti non comunitari residenti all’estero. “Chi sceglie di studiare Farmacia è interessato alla salute dell’uomo, perché non soltanto i medici lo sono – dice la prof.ssa Carla Isernia, Ordinaria di Chimica generale e inorganica e Coordinatrice del Corso – Lo abbiamo verificato durante la pandemia: i farmacisti erano in prima linea, mentre spesso i consulti con i medici avvenivano per via telefonica”. Non a caso si va verso la ‘farmacia dei servizi’: dove “non ci si reca solo per acquistare medicinali ma per sottoporsi anche ad alcune analisi. Fare un elettrocardiogramma, il test per il colesterolo o il diabete non sono più un’utopia”. La formazione del farmacista è un mix di tradizione e innovazione: “Discipline tipiche del Corso sono Chimica farmaceutica, Tecnologie farmaceutiche, Farmacologia; poi abbiamo esami di Chimica degli alimenti. E ancora le discipline propedeutiche: Fisica, Matematica, Chimica generale e organica, Anatomia e Patologia”. I laboratori si svolgono a partire dal primo anno: “È in questo modo che gli studenti cominciano a muovere i primi passi nella professione. Possiamo garantire loro che lavoreranno singolarmente al banco”. Importanti per la formazione anche i tirocini: 30 crediti da ripartirsi in due anni accademici (il quarto e il quinto) per complessivi 6 mesi. La laurea è abilitante e quindi non occorre sostenere l’esame di Stato. “Iscrivetevi soltanto se avete passione, non se avete una farmacia in famiglia. Con questa scelta dovrete convivere per sempre”, il consiglio della prof.ssa Isernia.
Il Corso di Laurea Triennale in Biotecnologie prevede 144 posti (più 2 riservati a studenti non comunitari residenti all’estero). “Discipline e applicazioni che vengono utilizzate per migliorare la vita degli esseri umani”, la sintesi del termine biotecnologie del prof. Luigi Fattorusso, Ordinario di Chimica generale e inorganica e Coordinatore del Corso. Il laureato può essere impiegato nel pubblico e nel privato. Possibilità di occupazione già con la Laurea Triennale con la quale ci si può iscrivere alla sezione ‘junior’ dell’Albo dei Biologi. “L’azienda statunitense Thermo Fisher, conosciuta per aver prodotto gran parte dei vaccini Pfizer durante la pandemia, assume anche molti triennalisti. Ai laureati Magistrali spettano posizioni più di vertice, direttamente nella produzione”, spiega il docente. Il percorso di studi prevede tre diverse fasi: “Al primo anno sono previsti insegnamenti di Chimica Generale e Inorganica, che sono discipline di base insieme a Biologia, Istituzioni di matematica, Biologia vegetale, Chimica organica, Fisica generale e Inglese. Al secondo, discipline come Biochimica, Chimica del suolo, Biologia cellulare, Chimica fisica, Microbiologia Generale e Clinica, Biologia molecolare, Economia, Fisiologia generale e Genetica; al terzo Diritto e Bioetica, Ecologia, Farmacologia, Biotecnologie vegetali, Chimica biologica delle fermentazioni e Ingegneria delle reazioni chimiche e biochimiche”.
Sono 199 (più 5 per studenti non comunitari residenti all’estero) i posti disponibili per il Corso di Laurea in Scienze Biologiche, coordinato dalla prof.ssa Brigida D’Abrosca, docente di Chimica organica. Chi è lo studente ideale? “Quello appassionato alla vita, che la voglia conoscere in tutti i suoi aspetti”. Il Corso di Laurea forma tecnici di controllo ambientale, di laboratorio biochimico, zootecnici, tecnici della prevenzione sui luoghi di lavoro e tecnici dei prodotti alimentari. Presenta una forte connotazione laboratoriale (nell’ambito dei singoli corsi). “Discipline tipiche sono Matematica, Fisica e Chimica, che sono propedeutiche – spiega D’Abrosca – poi Botanica, Zoologia e Citologia (quest’ultima propedeutica ad altri esami biologici del secondo anno, per cui si affronta subito). Seguono Chimica organica e Biologia, Fisiologia e Anatomia comparata al secondo anno, poi Biologia molecolare, Microbiologia, Igiene, Genetica e Fisiologia generale. Si chiude al terzo anno con il laboratorio di Metodologie biomolecolari, genetiche e microbiologiche e con quello di bioinformatica. Ma anche al primo anno si svolgono laboratori, come quello di Metodologie morfologiche”. Gli studenti incontrano qualche difficoltà con le discipline di base perché non riescono a capire sin da subito quale ruolo abbiano nel loro percorso: “Ci aiuta molto il dialogo – spiega D’Abrosca – Cerchiamo di far capire agli studenti che queste discipline sono l’abbiccì per un biologo”.
E veniamo, dunque, ai Corsi di Laurea ad accesso libero, per quanto anche per essi sia richiesta l’effettuazione di un test di valutazione in house per l’assegnazione di eventuali obblighi formativi. C’è quello in Scienze Ambientali, coordinato dal prof. Elio Coppola, docente di Pedologia, che “forma un tecnico in grado di intervenire sull’ambiente interessato dall’azione dell’uomo, un laureato che conosca l’ambiente in senso ecologico, il complesso delle forme viventi e sappia come interagiscono tra loro. Una figura in grado di moderare in termini fattuali l’interazione dell’uomo con l’ambiente”. Si tratta di un Corso di Laurea che non offre grandi possibilità al laureato Triennale (si può iscrivere nella sezione ‘junior’ dell’Albo dei Biologi). La formula 3+2 (con la Magistrale in Scienze e Tecnologie per l’Ambiente e il Territorio) abilita all’insegnamento delle scienze. “Fino a qualche anno fa tutti i laureati Magistrali finivano nell’insegnamento – dichiara Coppola – ma adesso le cose sono cambiate, il mercato si è ampliato, e la maggior parte dei nostri laureati va verso il settore privato, mentre alcuni diventano liberi professionisti”. Le discipline caratterizzanti del Corso, oltre a quelle propedeutiche, sono: “Geologia, Pedologia, poi discipline ingegneristiche. Infine tutto ciò che riguarda il ciclo dei rifiuti e delle acque, in tema di sostenibilità ed economia circolare”. Vero grande problema del Corso è la renitenza dello studente verso le discipline di base: “Gli studenti non riescono a essere attratti dalle discipline di base, hanno timore di incontrare difficoltà”. Il consiglio del docente è quello di “prendere le cose con la giusta calma e soprattutto di non perdere alcuna occasione per vivere l’università. Qui il rapporto tra docenti e studenti è ottimale”.
Scienze Agrarie e Forestali (interateneo con la Federico II), coordinato dalla prof.ssa Giovanna Battipaglia, docente di Assestamento forestale e Selvicoltura, forma tecnici agronomi e tecnici forestali. Si tratta di figure che si muovono in tutti gli step della filiera, dalla produzione, la commercializzazione, la comunicazione fino a giungere alla certificazione, con uno sguardo alle nuove tecnologie e alla sostenibilità ambientale. “Ci sono molti preconcetti sulla professione dell’agronomo – spiega Battipaglia – perché non si conoscono bene i suoi campi di applicazione e si teme possa non essere una scelta adeguata in relazione al proprio futuro lavorativo. Non c’è niente di più sbagliato. Le percentuali di occupazione per l’agronomo sono seconde solo a quelle del medico”. Il Corso ha concluso il suo terzo anno e proprio di recente si sono avuti i primi 5 laureati, già tutti impiegati presso aziende, pur continuando a studiare alla Magistrale. “Attualmente l’occupazione per il Corso di Laurea è del 100%”. Cosa si studia a Scienze Agrarie e Forestali? Le discipline caratterizzanti affiancano sin dal primo anno quelle di base: “Al primo anno, accanto a Matematica e Fisica, si studia Diritto agrario. Nel secondo semestre, a Fisica e Chimica organica si accompagnano Gestione delle risorse idriche e Inglese tecnico per il settore agroalimentare”. Molto importanti per il Corso sono i laboratori, che si frequentano sin dal primo anno, “uscite outdoor, incuneate nell’offerta formativa dei singoli corsi. Questo è un lavoro che si fa in campo più che in aula”. Un consiglio alle matricole: “Chi si iscrive ha una predisposizione a uscire sul territorio, guardarsi intorno e usare le nuove tecnologie. Uscite fuori dall’aula, siate curiosi e intraprendenti. Inventatevi il lavoro secondo quelle che sono le vostre ambizioni”.

Il Distabif è a cura di Nicola Di Nardo
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Guida Universitaria – Pagina 118

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