Sessantacinque tra docenti e ricercatori, sede a Monte Sant’Angelo, al quale si accede da via Cinthia, il Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e delle Risorse propone tre Corsi di Laurea. Quello Triennale si chiama Scienze geologiche, le Magistrali sono Geoscienze per l’ambiente, le risorse e i rischi naturali e ultimo attivato, in lingua inglese, Vulcanologia.
“Nell’anno accademico in corso – dice il prof. Vincenzo Morra, Direttore del Dipartimento – abbiamo avuto una cinquantina di immatricolati alla Triennale. Gli iscritti al primo anno della Magistrale in Geoscienze sono stati circa 25; quelli in Vulcanologia una quindicina tra cui anche studenti provenienti da diversi Paesi extraeuropei, come il Pakistan, ed europei”. Prosegue: “Non abbiamo molti studenti, in sostanza, ma è un problema nazionale dei Corsi di Laurea in Geologia. Credo che il fenomeno in parte dipenda dalla scarsa attenzione che c’è in Italia per i tempi della prevenzione e del monitoraggio, in parte dalla circostanza che la Geografia si insegna ormai poco nelle scuole superiori e non al quinto anno. Per molti tra noi proprio l’approfondimento della Geografia fu la molla che fece scattare la decisione di iscriversi a Geologia”.
Eppure, precisa il prof. Morra, “se c’è un Paese che avrebbe necessità di geologi, quello è l’Italia. Le cronache del bradisismo, d’altronde, ben ci chiariscono quanto la figura professionale possa essere importante in un’ottica di convivenza con i fenomeni naturali. Siamo un Paese giovane sotto il profilo geologico e abbiamo tutti i tipi di rischio, da quello sismico al vulcanico, da quello delle frane a quello delle alluvioni”.
La tendenza alla decrescita degli immatricolati, che peraltro il Dipartimento, come gli altri in Italia, confida di invertire, stride con la popolarità di alcuni geologi i quali sono diventati personaggi molto seguiti in tv e sui social. Divulgatori scientifici che molti apprezzano per lo sforzo di restituire in pillole concetti non sempre facili relativi appunto ai terremoti, ai vulcani e ad altri fenomeni. Due nomi su tutti: Mario Tozzi ed Andrea Moccia. Quest’ultimo è napoletano e si è laureato proprio alla Federico II alcuni anni fa.
Ha creato la pagina Geopop dopo avere lavorato per alcuni anni all’estero con società ed enti pubblici nell’ambito della ricerca di fonti energetiche nel sottosuolo.
Il suo successo testimonia bene quanto ci sia voglia di approfondire certi temi anche da parte di un pubblico non specializzato e indica anche un’altra possibile strada per i laureati bravi in Geologia, quella della divulgazione scientifica. “Quale che sia il percorso che vorranno intraprendere dopo la laurea i nostri immatricolati – sottolinea il prof. Morra – è fondamentale che sappiano che il geologo oggi non è più quello con la piccozza che preleva strati di roccia. O meglio è ancora quello, ma è pure molto altro”. Spiega: “Droni, laser, computer capaci di processare una mole molto pesante di dati sono alcuni degli strumenti di lavoro del geologo al passo con i tempi. Il Dipartimento che dirigo è presente, per esempio, con strumenti innovativi in progetti relativi alla messa in sicurezza e alla fruizione di importanti siti archeologici della Campania”.
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Guida Universitaria – Pagina 30
“Se c’è un Paese che avrebbe necessità di geologi, quello è l’Italia”
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