“Napoli e l’Università Vanvitelli sono diventate per me una famiglia, la mia seconda casa”, così Asma Haddadi, tunisina, dottoranda in co-tutela con l’Università di Monastir, riassume i due anni di ricerca (dei tre in totale) trascorsi al Dipartimento di Medicina Sperimentale della Vanvitelli. Il suo è un percorso reso possibile grazie all’allargamento dell’Azione Chiave KA107, programma europeo che promuove la mobilità internazionale con paesi extra-europei, il cui scopo mira, dalle parole del prof. Sergio Minucci, Delegato d’Ateneo alla mobilità e all’internazionalizzazione, alla “volontà di uno scambio culturale che si intreccia, in questo caso, al supporto della ricerca scientifica”.
Il progetto di Asma: lo ‘Studio degli effetti dell’esposizione sperimentale a microplastiche tipo polistirene durante la gestazione e l’allattamento sullo sviluppo del tratto genitale e sulla funzionalità gonadica’. Un argomento che associa le scienze biologiche ad una problematica quanto mai attuale come quella ambientale, i cui prodotti sono riconosciuti come disturbanti per la normale fisiologia di alcuni organi, tra cui quelli riproduttivi maschile e femminile: “Gli esseri umani sono esposti a un’ampia varietà di microplastiche per inalazione, ingestione e contatto diretto con la pelle, a causa della loro presenza nei prodotti, negli alimenti e nell’aria. La dispersione di tali particelle di plastica nell’atmosfera accresce il potenziale rischio di esposizione umana a dosi tossiche. Ecco perché ho scelto di farne il fulcro della mia ricerca in Tossicologia riproduttiva”.
A chi le chiede il perché della decisione di un dottorato a doppio titolo, risponde: “Parlo sei lingue – arabo, francese, inglese, spagnolo, italiano e olandese – e amo viaggiare. Sono sempre stata una persona con tanta sete di conoscenza. Per questo ho pensato che per incentivare e migliorare il mio programma, e per ampliare il mio bagaglio culturale, un percorso all’estero sarebbe stato ideale. Inoltre, amo incontrare nuove persone e qui, a Napoli, ho conosciuto gente davvero speciale, socievole e inclusiva con la quale mi sono da subito sentita a mio agio”. Dal punto di vista dell’esperienza professionale poi, la Vanvitelli si conferma un centro “altamente attrezzato per la ricerca, che è molto sentita. Con un corpo docente specializzato e un gruppo di lavoro con cui c’è una buona intesa collaborativa”.
Una scelta fortunata, considerando che “si è sempre in movimento. Oltre all’esercizio sperimentale nei laboratori, dal quale ho già tratto, insieme ai colleghi, la mia prima pubblicazione ‘Exposure to microplastics leads to a defective ovarian function and change in cytoskeleton protein expression in rat’, si organizzano numerose attività seminariali e formative che aiutano anche nella crescita personale”. Se si parla di confronti, “entrambi gli Atenei mi hanno offerto e offrono tuttora tanto in termini di preparazione accademica. Dunque non ho preferenze. Anzi, cerco di cogliere da ambedue le parti sempre il meglio”. Essenziali poi le figure dei due docenti di riferimento, supervisori del lavoro di tesi: “Il prof. Imed Massoudi e il prof. Sergio Minucci sono per me dei mentori, guide. Il loro apporto è prezioso e sempre dispensato con estrema competenza e gentilezza. Sono grata di poter imparare da loro”.
La discussione della tesi si avvicina: “Concluderò il dottorato nel 2024. Il dibattito del mio lavoro finale, scritto ed esposto in lingua inglese, avverrà in Tunisia, nella formula en cotutelle. Il prof. Minucci sarà presente nella commissione, dunque avrò un doppio diploma a tutti gli effetti”. Per il futuro, conclude la dott.ssa Asma, l’aspirazione è: “diventare docente universitario. Opzione da sempre prediletta, considerando che ho già avuto occasione, nel mio Paese, in quanto dottoranda, di insegnare in lavori pratici all’Istituto Superiore di Biotecnologia, rivolgendomi a studenti del Master in Biologia e Fisiologia cellulare. Un’esperienza che mi ha segnata positivamente”.
Giovanna Forino
Ateneapoli – n.19 – 2023 – Pagina 24