Diritti di immagine e sponsorizzazioni nel calcio, convegno a Giurisprudenza

“La Società Calcio Napoli con i diritti di immagine che i calciatori cedono, interamente o in parte, finanzia le sue campagne acquisti e le strutture societarie. Senza denaro non si sta più né in competizioni nazionali né internazionali”. Così il prof. Massimo Tita, docente di Storia sociale e giuridica dello sport al Dipartimento di Giurisprudenza, fornisce uno spaccato sulla portata del tema che ci si appresta ad affrontare, martedì 13 maggio, a Palazzo Melzi: ‘Diritti di immagine e contratti di sponsorizzazione nel calcio’.

Un convegno pluridisciplinare per affrontare il paradosso in cui, oggi, incorrono le società calcistiche: “Più vinco, più guadagno, ma al contempo più guadagno più risultati conseguo”, spiega il prof. Tita, organizzatore e moderatore dell’evento. Ma da dove nasce il bisogno di ricercare nuove fonti di reddito? Da un lato il costo del lavoro: i salari dei calciatori sono diventati sempre più alti, molto di più di quanto le società possano effettivamente permettersi. Dall’altro, “in Italia, i diritti televisivi non vengono ceduti dalle singole società, ma dalla Lega Calcio, e la torta dei ricavi non viene divisa in parti uguali tra i vari club, ma sulla base del bacino di utenza del numero di tifosi che seguono quella squadra in TV”.

Coinvolgere il pubblico, vendere biglietti, maglie e gadget, diventare campioni e incassare i premi delle varie competizioni, trovare brand che abbiano piacere a vedere il loro nome comparire dietro le interviste o sui cartelloni dello stadio diventa allora di vitale importanza. Lo notiamo soprattutto se guardiamo al campionato di Serie C: una categoria dove il fenomeno dei fallimenti è ormai dilagante, perché “le società non hanno come pagare, probabilmente a causa di una proprietà debole, che non è disposta a spendere troppo e che non ha creato strutture per guadagnare denaro. Così facendo, però, il campionato di serie C rischia di diventare irregolare, il che è un peccato, dato che vi giocano squadre importanti”. Qual è, dunque, la soluzione? “Incrementare sempre di più i ricavi, ricercando nuove fonti di reddito e diversificandole”.

Questa sarà la più grande sfida che dovranno affrontare futuri procuratori, dirigenti sportivi o consulenti autonomi e, allora, “autopromuoversi e farsi venire nuove idee” sarà la chiave per farsi spazio in un’economia apparentemente satura, dove “c’è una grande sproporzione tra i livelli di reddito e il numero degli occupati”, ma che, al contempo, è in fortissima crescita, inserendosi nel solco del boom del settore dell’intrattenimento e dello spettacolo.

Oggi, poi, grazie ai social media e al mondo del web, la televisione non è più l’unico canale su cui capitalizzare i diritti d’immagine: “Sul web, i singoli atleti possono godere di grande visibilità anche solo con un’intervista che ha molti engagement” e, per un procuratore che voglia differenziarsi dalla concorrenza, è fondamentale saperne valorizzare economicamente l’immagine, “al di là della lega in cui gioca il calciatore, facendo leva sulla sua personalità, anche in base a quanto la società guadagnerà da questa, indipendentemente che ne ceda o no i diritti, magari anche spingendo il calciatore nel circuito locale”, se si tratta di leghe minori.

E qui ci si addentra nel mondo dei contratti, dove avere una base giuridica, conoscenze in ambito economico, oltre che sportivo, e anche in materia tributaria, è alla base della formazione degli specialisti che questo settore richiede. Per questo, i relatori del 13 maggio porteranno al tavolo prospettive provenienti da più ambiti del sapere. Saranno infatti presenti: la prof.ssa Livia Saporito, che ha ricoperto diversi incarichi sia al CONI che in varie federazioni ed è docente di Diritto Privato Comparato; la prof.ssa Veronica Caporrino, comparatista di diritto civile; la prof.ssa Chiara Ghionni Crivelli Visconti, economista; la prof.ssa Anna Rita Ciarcia, tributarista; il dott. commercialista Antonello Tipaldi e i dott. Lucio Parisi e Giosuè De Luca, laureati della Vanvitelli, che tratteranno di multisponsorizzazioni: società sponsorizzate dallo stesso gruppo industriale o commerciale.

Le conclusioni saranno affidate al prof. Giovanni Verde, magistrato prima, avvocato e professore universitario di Diritto processuale civile – ha insegnato nelle Università di Camerino, Salerno, Federico II, Roma Sapienza e LUISS, che lo ha insignito del titolo di Emerito – già Vicepresidente del CSM ed ex procuratore capo antidoping del CONI.
Giulia Cioffi
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Ateneapoli – n. 8 – 2025 – Pagina 29

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