Che ruolo giocano i fattori di rischio come stili di vita ed esposizione alle microplastiche ambientali sullo sviluppo di diabete, obesità, patologie cardiovascolari, patologie neoplastiche, patologie neurodegenerative e malattia renale cronica? Molto più di quanto si possa pensare.
Durante ‘La prevenzione svela la salute’, è stato affrontato proprio questo tema da più punti di vista da assegnisti, ricercatori e dottorandi del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche Avanzate.
“Malattie cardiovascolari, malattie respiratorie croniche, i tumori e il diabete: ci sono fattori di rischio comportamentali comuni come uso di tabacco, inquinamento, uso eccessivo di alcol e inattività fisica – spiega un’Assegnista del team di Ricerca clinica in endocrinologia e metabolismo della prof.ssa Katherine Russo, Ordinaria di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo – Tutto questo determina alterazioni metaboliche e l’aumento di patologie come ipertensione, iperglicemia, obesità e sovrappeso. Di sicuro è raccomandabile seguire regimi dietetici salutari che prevedano consumo di frutta, verdure, semi, acidi grassi monoinsaturi. Uno degli studi del nostro gruppo evidenzia come vi è una significativa riduzione dal 33% al 15% dell’insorgenza di diabete in base a diete di più alta qualità, in particolare di quella cosiddetta Mediterranea, che ha proprietà antinfiammatorie, antiossidanti”.
Un modo semplice per rappresentare questo modello alimentare è far riferimento a quello ideato dalla prof.ssa Esposito, che tra l’altro ha introdotto la giornata: “il regolo del Piatto Mediterraneo, per aiutare i cittadini a seguire un modello alimentare salutare e per imparare a comporre in autonomia il proprio piatto”.
Ad ogni modo, si potrebbe riassumere l’intervento facendo riferimento alle ‘quattro s’: “salute, scienza, sicurezza, sostenibilità”. Successivamente, la moderazione è passata nelle mani della prof.ssa Maria Ida Maiorino, altro membro del gruppo di ricerca. E ha introdotto la dott.ssa Chiara Ruotolo, nefrologa, che ha parlato dei fattori di rischio ambientali che impattano sulla salute renale: “La malattia renale cronica è un problema in assoluta crescita e ha subito un grosso aumento negli ultimi trent’anni. I principali fattori di rischio in questo senso: obesità, ipertensione e diabete. Le società nefrologiche internazionali, nel 2021, hanno stimato che il numero globale (nel mondo) di pazienti affetti da malattia renale cronica si attesta sugli 850 milioni, cioè il doppio di quelli affetti da diabete e circa venti volte quelli affetti da cancro”.
Asintomatica fino alle fasi avanzate di malattia, per quanto concerne il nostro Paese, “la malattia renale cronica oggi riguarda circa il 10% della popolazione italiana, ossia 5 milioni di persone, un numero destinato a salire”. E infatti esistono già delle previsioni in merito, affatto positive: “ci si aspetta che, entro il 2040, questa patologia si attesti al quinto posto tra le cause di morte generali”. Cosa si può fare in merito? “Il primo step è la prevenzione. Dopo i 50 anni è opportuno effettuare uno screening annuale attraverso due semplicissime armi: creatinina (prelievo del sangue) e albuminuria (esame delle urine), due marker principali che danno indicazioni in merito ai danni renali”. Non solo: “praticare sport all’aria aperta, evitare cibo spazzatura e ultra processato, che espone al consumo eccessivo di sale e zucchero, per esempio, portando a ipertensione e obesità”.
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Ateneapoli – n. 6 – 2025 – Pagina 29