Il Museo Anatomico, un unicum “figlio di otto secoli di storia della medicina”

Supporti audiovisivi, digitalizzazione delle collezioni, un servizio di biglietteria e una collaborazione culturale che guarda lontano: il Museo Anatomico dell’Università Vanvitelli si presenta in una veste rinnovata. Nel cuore del Complesso di Santa Patrizia, in via Luciano Armanni 5, il fiore all’occhiello del Sistema Museale Universitario (MUSA) si conferma un punto di riferimento per la divulgazione medico-scientifica, tra i pochi in Europa nel suo genere.
“Un luogo da scoprire e da vivere – lo definisce il prof. Michele Papa, Direttore in carica e docente di Anatomia Umana – che oggi guarda al futuro senza perdere le sue radici”.

Nato con finalità didattiche per gli studenti di Medicina – funzione che resta ancora centrale – il Museo punta ad ampliare il proprio raggio d’azione, aprendosi anche a chi non possiede una formazione specialistica. “È proprio a loro che vogliamo rivolgerci – spiega Papa – senza mai semplificare o banalizzare i contenuti. L’obiettivo è coinvolgere l’intera comunità accademica del territorio: dalle Scienze Umane alle Biologiche, dal Design ai Beni Culturali. Ma non solo: la città tutta. Perché qui si impara ad osservare, ad interrogarsi e ad interpretare il corpo umano e la sua storia”.
Con oltre 3.000 reperti – modelli in cera sette-ottocenteschi realizzati da maestri come Sorrentino e Citarelli, organi conservati, feti con anomalie, strumenti chirurgici, scheletri e tanto altro – il Museo custodisce un patrimonio raro.

“Nel nostro campo siamo un unicum. Abbiamo jar in vetro del Settecento più antiche degli stessi reperti – racconta Papa – Alcuni oggetti sono fragilissimi, non replicabili, e proprio questa loro delicatezza li rende tanto più preziosi. Anche il tratto della mano dei ceroplasti è parte della storia, si tratta di vera e propria arte”. Tra le opere più emblematiche, il gemellino parassita: “Una perfetta sintesi tra rigore medico ed espressività scultorea”.

La risposta del pubblico conferma la direzione intrapresa: 12.000 i visitatori nell’ultimo anno – metà dei quali studenti – con numerose presenze anche dall’estero, soprattutto da Giappone e Australia. Per sostenere l’accoglienza è stata introdotta, da ottobre 2024, una biglietteria. “Il costo del biglietto non rappresenta una barriera – spiega l’Architetto Raoul Basile, responsabile dell’Ufficio Amministrativo del MUSA – L’ingresso resta gratuito per gli studenti Vanvitelli, con agevolazioni per scuole e iscritti ad altri Atenei. Il contributo, pari a soli 6 euro, serve a migliorare e ampliare i servizi offerti”.

Tra le novità più apprezzate c’è l’app del Museo: scaricabile gratuitamente, guida i visitatori in un percorso di 21 tappe, della durata di 40 minuti, con audio professionali e schede descrittive. “In questo modo – aggiunge Basile – si ripensa il rapporto diretto con gli oggetti, arricchendolo e offrendo un’esperienza di visita più consapevole”. Intanto si lavora anche alla digitalizzazione. Le 92 tavole dell’Atlante Anatomico di Mascagni (1823), illustrate dal pittore Antonio Serantoni, sono già consultabili da una postazione multimediale dedicata, mentre l’originale è esposto sotto teca. “L’obiettivo – continua – è digitalizzare progressivamente tutto il patrimonio. Grazie anche alla Digital Library dell’Ateneo, molte collezioni sono oggi visibili online. Si parte dalle ceroplastiche, più semplici e meno problematiche dal punto di vista etico, ma si tratta di un processo lungo, che richiede tempo e risorse”.

Accanto all’attività scientifica, prende forma una programmazione culturale intensa. Riflette ancora Papa: Un museo universitario deve fare cultura. Non può essere solo un luogo didattico o un esamificio. La cultura si costruisce anche attraverso l’esperienza estetica e la capacità di dialogare con linguaggi diversi”. Si confermano così l’adesione al Maggio dei Monumenti e la collaborazione con la Fondazione Morra Greco, attraverso la partecipazione ad un Contemporary Show dedicato alla luce. Non solo: il prossimo settembre il Museo prenderà parte alla Biennale Unesco 2025 di arte contemporanea, BIENALSUR, insieme alla Universidad Nacional de Tres de Febrero di Buenos Aires: “Artisti argentini realizzeranno le loro opere proprio qui da noi, tra questi straordinari reperti. Perché la vera forza dell’arte risiede proprio in questo: nell’incontro inaspettato”.

“Questo posto non nasce dal nulla – conclude il Direttore – ma è figlio di otto secoli di storia della medicina. Quando un visitatore ci dice ‘voglio tornare’, sappiamo di aver raggiunto il nostro obiettivo. Perché Napoli non è una cartolina: è un film lungo tremila anni, e il Museo Anatomico si costituisce come uno dei suoi fotogrammi più sorprendenti”.
Giovanna Forino
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Ateneapoli – n. 7 – 2025 – Pagina 28

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