Il Consiglio del Corso di Laurea in Architettura ha il suo nuovo Presidente. Si tratta del prof. Marino Borrelli, il quale nella tornata del 4 marzo ha ottenuto 38 preferenze su 40 votanti.
Già alla guida della medesima Magistrale a ciclo unico dal 2008 al 2011, il docente, ordinario di Composizione Architettonica e Urbana, prende il posto dell’uscente prof. Efisio Pitzalis.
“Trovo un Corso sostanzialmente inalterato – ha detto ad Ateneapoli – un segno molto importante perché la sua attuale forma e il suo attuale impianto funzionano molto bene. E lo dico con un minimo di orgoglio, mio così come di tutti coloro che hanno contribuito alla riforma illo tempore, tra cui la nostra attuale Direttrice, la prof.ssa Ornella Zerlenga”.
Il docente, naturalmente, si riferisce agli anni del mandato precedente: “da Presidente, ho affrontato in prima persona l’impatto del D.M. 270/04 e dei successivi decreti” (il decreto ministeriale 270 ha modificato l’ordinamento universitario e ha stabilito una riorganizzazione dei Corsi di Laurea e Laurea Magistrale entrata a regime nell’anno accademico 2010-2011, ndr).
Borrelli si sofferma poi su alcuni dati e classifiche Censis: “il Corso aveva un punteggio generale che lo poneva al quinto posto su 25, cioè primo degli Atenei del sud e secondo su base nazionale rispetto all’indicatore progressioni di carriera ed era al quinto posto, in generale, su tutti gli altri indicatori. Ad oggi, nel 2025, lo trovo al sesto posto e al quarto come progressioni di carriera (dipendono dall’Ateneo e da una serie di parametri che lasciano il tempo che trovano)”.
Sul sesto posto, il docente spiega: “si tratta di un gap impossibile da colmare perché legato alla voce rapporti internazionali, a poca distanza dalla nostra sede c’è il fortissimo richiamo di una città d’arte come Napoli. Ad ogni modo, il posto che abbiamo attualmente resta comunque di altissimo livello e profilo”.
Sugli obiettivi di mandato – prerogativa del Consiglio, che il Presidente coordina – il docente stila un elenco generale: “consolidare la classifica e affrontare tutte le numerosissime scadenze che, dopo la Legge Gelmini, sono travolgenti e sempre corpose – abbiamo a che fare con operazioni più che altro amministrative, tant’è che già all’epoca del primo mandato sollecitai l’Ateneo a istituire degli uffici o destinare personale per la gestione interna dei Corsi di Studio”. Se nel breve una delle scadenze è la programmazione didattica, sul lungo gli obiettivi restano l’innalzamento ulteriore “della qualità della didattica e della competitività dei nostri studenti in uscita in ambito professionale. Quando lavorammo su questo Corso – era uno dei pochi ad avere la sigla dell’Unione Europea che consentiva l’iscrizione ad albi professionali europei – ci tenemmo molto ad inserire nel Manifesto il quadro complessivo dell’endecalogo europeo – gli undici punti a cui deve rispondere un laureato in Architettura”.
L’intervista al neo Presidente termina mettendo in luce un pro e un contro del Corso del quale si appresta ad assumere le redini. “Il nostro punto di forza è senz’altro quello di aver eliminato, da anni, gli insegnamenti integrati e gli insegnamenti coordinati, cioè tutti quegli esami costituiti da diversi crediti di diverse discipline che creavano grosse difficoltà di coordinamento e funzionamento.
Da allora gli insegnamenti sono sempre monodisciplinari e quindi diretti: il nostro è un Corso rapido per questo. Abbiamo ridotto al minimo il numero di esami mantenendo inalterato il numero di cfu complessivi”. La nota dolente è trasversale a tutta l’accademia italiana: “i docenti sono oberati da molte incombenze amministrative che sottraggono tempo alla didattica e alla ricerca. Tutto questo ha una ricaduta devastante sul nostro lavoro e sui Corsi di Laurea”.
Claudio Tranchino
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Ateneapoli – n. 5 – 2025 – Pagina 30