‘Scienza e storia nell’edificio di Villa Chiara: il progetto dell’Eccellenza svelato ai cittadini’, il tema dell’evento promosso dal Dipartimento di Salute Mentale e Fisica e Medicina Preventiva nell’Aula Donatelli, all’interno della splendida cornice del Chiostro di Sant’Andrea delle Dame.
Da un lato, grazie alla presenza della dott.ssa Giuliana Boenzi, funzionaria della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di riscoprire la storia del luogo; dall’altro, attraverso le parole della Direttrice, la prof.ssa Armida Mucci, delle prof.sse Francesca Gimigliano, responsabile Terza Missione, e Paola Bucci, è stato presentato il progetto del Dipartimento di Eccellenza, volto al precoce riconoscimento dei sintomi di ansia e depressione legati a patologie fisiche – “tema che necessita ancora di una corretta e approfondita informazione”, è stato detto.
“Al fine di portare conoscenza nella società, anche sulle sedi storiche della nostra Università – ha esordito la prof.ssa Mucci – questo incontro vuole essere un momento di arricchimento tanto sul versante monumentale, storico, archeologico, quanto su quello scientifico e, soprattutto, su come il Dipartimento (di Eccellenza) sta portando avanti il progetto nel quale si punta a migliorare la conoscenza della comorbilità tra malattie fisiche e mentali. L’artrosi, per esempio, si accompagna spesso a depressione e ansia; ci sono malattie cardiometaboliche presenti molto di più in pazienti con disturbi mentali gravi che nella popolazione generale. Dunque, un ulteriore obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica sul fare prevenzione per riconoscere subito le patologie e curarle”.
La prof.ssa Mucci ha lanciato poi un monito sul valore dei luoghi universitari: “è importante che voi abbiate un’idea precisa di dove vi troviate, così potrete guardarli con un altro occhio e rispettarli di più”. Tra immagini e spiegazioni assai affascinanti, la dott.ssa Boenzi ha ringraziato l’Ateneo per “l’attenzione verso le preesistenze antiche presenti all’interno dell’università” e ha raccontato che “le sedi della Vanvitelli sono ubicate in un contesto cittadino che ricade in corrispondenza di una zona fondamentale della città antica, cioè a cavallo delle mura che fortificavano Neapolis (sorta tra la fine del VI e gli inizi del V a.C.) e nell’area dell’acropoli”.
Mura che non sono citate a caso: “era un sistema estremamente complesso e forse è il monumento più importante che abbiamo ereditato dalla fase greca della città”. Dopo l’excursus suggestivo è toccato alla prof.ssa Bucci entrare nel merito del progetto ‘Menfis’, acronimo che fa riferimento al nome della struttura e agli obiettivi, che ha consentito al Dipartimento di ottenere il bollino di Eccellenza.
“Molte malattie fisiche – ha spiegato la docente – sono associate alla presenza di una patologia mentale, psichiatrica o neuropsichiatrica infantile e viceversa. Esiste, dunque, una elevata comorbilità tra patologie mentali e fisiche; questo elemento determina un peggioramento dal punto di vista dell’esito e delle risposte ai trattamenti per entrambe le patologie, che si influenzano a vicenda negativamente. Immaginiamo che un paziente affetto da melanoma soffra anche di depressione, l’una peggiorerà l’altra, avremo una maggiore disabilità e una qualità di vita inferiore. È importante quindi che la comorbilità venga identificata precocemente e per poterlo fare sarebbe utile capire i motivi per i quali coesistono così frequentemente disturbi mentali e malattie fisiche”.
Sono state fatte tre ipotesi che non si escludono tra loro: “fattori di rischio comuni, meccanismi patogenetici comuni e condizionamento reciproco del decorso da parte delle due patologie”. Se questi sono i presupposti, l’obiettivo principale, di conseguenza, è “sviluppare modelli che ci dicano quali sono esattamente i fattori di rischio e i fattori protettivi che sono comuni alle patologie mentali e fisiche, come interagiscono, quali sono i fattori psicologici, sociali, biologici che impattano sulla comorbilità”.
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Ateneapoli – n. 6 – 2025 – Pagina 28