Le strade deserte, le luci alle finestre tutte illuminate, le persone non si scambiano più la stretta di mano; è l’Italia del Covid-19, che ha immobilizzato la società come in un sinistro scatto fotografico. Anche il mondo accademico ha risentito dell’emergenza sanitaria ma, con il grande spirito di collaborazione e continuità che lo connota, è stato capace di rattoppare le falle in un tentativo, neanche troppo rocambolesco, di porre rimedio. E così presso tutti gli Atenei della penisola sono sorte piattaforme per videoconferenze, spazi in cui poter simulare una condizione di normalità. Anche la Vanvitelli ha aderito a Microsoft Teams, scongiurando tutte le remore, anche quelle dei docenti più tradizionalisti. “Saremo i primi ad aprire le sedute di laurea da remoto – afferma la prof.ssa Nadia Barrella, Presidentessa del Corso di Laurea in Conservazione dei Beni Culturali – abbiamo già partecipato ad alcune simulazioni e la piattaforma che è stata scelta dall’Ateneo per le attività didattiche da remoto, Microsoft Teams, funziona egregiamente, dunque mi auguro che anche gli studenti pensino lo stesso”. Gli studenti “sono già stati debitamente istruiti nel corso della scorsa settimana poiché, sebbene il Dipartimento fosse chiuso, il corpo docente, e in particolare il Rettore, non ha mai smesso di lavorare al fine di affrontare questa situazione col minor trauma possibile”. Le attività didattiche da remoto sono iniziate a partire dal 16 marzo e per quanto riguarda le sedute di laurea “non è semplice, magari, abituarsi improvvisamente a un metodo che non sia quello canonico, ma è necessario ricordare che si tratta di una fase transitoria e che noi siamo vicini agli studenti e alle loro famiglie”. “Ho presieduto due simulazioni – continua la prof.ssa Barrella – e devo dire che, sebbene si perda il contatto con gli studenti, bisogna guardare ai lati positivi della cosa, ovvero al fatto che le attività non si siano interrotte e che stiamo intraprendendo nuove importanti esperienze”.
Una piccola “rivoluzione antropologica”
“Credo che sia semplicemente straordinario ciò che la tecnologia ci sta permettendo in questo momento di difficoltà – afferma il prof. Lorenzo Chieffi, Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza – Fino solo a qualche mese fa, io nutrivo alcuni dubbi sull’impiego della videoconferenza a scopo didattico, ma nel momento in cui l’ho sperimentato in prima persona ogni remora è sparita; credo, anzi, che in futuro potrà continuare a essere usato per alcune attività, senza naturalmente anteporsi alla didattica frontale”. Il prof. Chieffi afferma: “è mirabile l’impegno dell’Ateneo e, in primis, del Rettore nella gestione di questa emergenza, dato che si stanno riuscendo a mantenere i contatti nonostante la prevista onda lunga della situazione italiana. La sinergia tra il corpo docente e le rappresentanze studentesche ha fatto sì che le disposizioni rettorali fossero diramate pressoché dovunque, in modo da non far mai sentire gli studenti isolati”. Nei giorni scorsi “sono state avviate alcune simulazioni e sono rimasto stupito della funzionalità di Microsoft Teams: il docente può vedere tutti i suoi studenti che compaiono in caselle e vi sono spazi per inserire tutti gli allegati possibili; usufruirò del servizio per divulgare materiale visivo che gli studenti potranno visionare comodamente a casa e che di solito proponevo in aula”.
“Mi pare che queste modalità di diffusione della socialità, mutuate dallo Smart Working, rappresentino una felice terza via tra l’incontro sui social e nel ‘reale’, che unisce l’agilità del primo con il contatto ‘emotivo’ del secondo – afferma la prof.ssa Daniela Carmosino, docente di Critica letteraria e Letterature comparate – Una piccolissima rivoluzione antropologica, una delle tante, che segna il passaggio dal postmoderno a una riscoperta dei valori relazionali, di condivisione, a una ‘nuova modernità’”, conclude.
“Mi pare che queste modalità di diffusione della socialità, mutuate dallo Smart Working, rappresentino una felice terza via tra l’incontro sui social e nel ‘reale’, che unisce l’agilità del primo con il contatto ‘emotivo’ del secondo – afferma la prof.ssa Daniela Carmosino, docente di Critica letteraria e Letterature comparate – Una piccolissima rivoluzione antropologica, una delle tante, che segna il passaggio dal postmoderno a una riscoperta dei valori relazionali, di condivisione, a una ‘nuova modernità’”, conclude.
L’approvazione degli studenti
Ma cosa pensano gli studenti di questa nuova modalità di interazione che, già preesistente e non tenuta di conto, sembra essersi imposta? Salvatore Manfredi D’Angelo, rappresentante degli studenti del Corso di Laurea in Fisica, racconta: “le lezioni da remoto sono iniziate, per quanto riguarda il Dipartimento di Matematica e Fisica, il 10 marzo, ed è stato come se le facessimo da sempre, tolto il normale momento di adeguamento iniziale”. Due giorni dopo, una lezione straordinaria: “abbiamo partecipato agli esperimenti del laboratorio di Fisica 2, concernenti il controllo dei piccoli circuiti, e abbiamo comandato a distanza il circuito tramite un apposito software. Abbiamo poi estratto i dati e li abbiamo elaborati, esattamente come se si trattasse di una lezione tradizionale”. Naturalmente “un po’ di differenza si è percepita, ma gli aspetti positivi sono molteplici: non perdiamo lezioni importanti e, per quanto riguarda il mio ambito, prendiamo dimestichezza con un software di cui in futuro ci sarà richiesto l’impiego”, conclude. “I corsi sono iniziati da noi ufficialmente il 18 marzo, quindi con un po’ di ritardo rispetto al programma”, spiega Salvatore Musone, iscritto al Corso di Laurea in Ingegneria elettronica e informatica e rappresentante in Commissione Paritetica, “ho avuto modo di partecipare a diverse lezioni, cominciate prima per necessità di programma, e devo dire che non mi sono trovato male; credo che questa modalità di didattica possa in parte integrare quella tradizionale”. Volendo però trovare un aspetto negativo, dal punto di vista tecnico “c’è da dire che il corretto funzionamento dello streaming dipende dalla velocità della linea internet che in questi giorni, dato l’intenso traffico, conosce rallentamenti importanti con una conseguente perdita di qualità”. Anche Carlo Capogrosso, rappresentante in Consiglio di Dipartimento di Giurisprudenza e iscritto al Corso di Laurea omonimo, sostiene che “queste modalità di erogazione dei corsi sono un grande passo avanti. Per quanto mi riguarda, seguire le lezioni da casa significa anche poterle registrare comodamente e quindi rivederle nel caso in cui si abbiano dubbi o si voglia chiarire qualche concetto”. “Credo che l’Ateneo stia gestendo molto bene questa emergenza sanitaria”, afferma Federica Cestrone, iscritta all’indirizzo Europeo del Corso di Laurea in Lettere, “grazie alla piattaforma cui ci è stato dato accesso, sarà infatti possibile una continuazione delle attività didattiche, senza che quindi si venga a perdere tempo prezioso”. Si tratta di un metodo idoneo solo per i casi straordinari per Gabriele Bonelli del Corso di Laurea in Filologia classica e moderna, perché “non credo possa eguagliare quello della didattica tradizionale”. L’Ateneo e i Dipartimenti stanno gestendo bene la pesante situazione, commenta Francesca Maria Miraglia, laureanda in Filologia classica e moderna: “penso che le lezioni da remoto costituiscano una valida alternativa e forniscano un importante momento di coesione in una situazione come questa, rappresentando vere e proprie classi e gruppi di studio”. Ambra Almaviva non ha più corsi da seguire, tuttavia “sto aspettando conferma dell’avvio di un laboratorio da seguire presso il Dipartimento di Lettere. Credo che la governance di Ateneo si sia mossa tempestivamente. Le istruzioni circa l’installazione di Microsoft Teams sono state chiarissime”. Per quanto riguarda il futuro: “sarebbe auspicabile che queste sperimentazioni fossero applicate anche al servizio bibliotecario; in questo momento sono impegnata nella redazione della tesi di laurea Magistrale e non ho, infatti, accesso al materiale necessario, di conseguenza sono isolata. Sistemi come questo potrebbero invece incarnare un’adeguata risposta a situazioni d’emergenza”.
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