“Uno degli scopi del design è essere utile alla comunità”

‘I DREAM - Educare al sentimento’, mostra al Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale

Resterà allestita fino al 29 febbraio presso il Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale la mostra I DREAM – Educare al sentimento, curatrice la prof.ssa Maria Dolores Morelli insieme alla dott.ssa Raffaella Marzocchi. Autrici invece del più ampio ciclo di eventi nella cui cornice si inserisce l’esposizione inaugurata il 29 gennaio sono le prof.sse Chiara Ingrosso e Fabrizia Ippolito. Il merito di un impegno continuativo va anche alla Direttrice di Dipartimento Ornella Zerlenga, alla Delegata alle Pari Opportunità Marianna Pignata e alla prof.ssa Daniela Piscitelli, ideatrice di molte iniziative sul tema. L’iniziativa ha messo in luce il talento e l’impegno degli studenti del secondo anno del Corso di Laurea in ‘Design e Comunicazione’ attraverso l’esposizione di 60 manifesti che affrontano temi cruciali come l’educazione al sentimento, la violenza sulle donne, l’ingiustizia nei confronti dei soggetti fragili e la disabilità.
La mostra si colloca all’interno del progetto finanziato POT NEED (New Educational Empathic Design) rivolto agli studenti delle scuole superiori e universitari. L’obiettivo del progetto è fornire un supporto personalizzato per potenziare le passioni degli studenti e guidarli verso percorsi accademici che rispecchino le loro capacità. I manifesti esposti sono il risultato di un laboratorio incentrato sul corpo e sull’espressività, tenuto dalla dott.ssa Angela D’Antonio, che ha riscosso un notevole successo tra gli studenti. Durante questo laboratorio, gli allievi hanno avuto l’opportunità di esplorare e condividere le proprie fragilità e le difficoltà nell’instaurare relazioni significative con gli altri. Ogni manifesto è poi arricchito sul retro dalla spiegazione degli step del processo creativo che hanno portato al risultato finale. Questa strategia comunicativa permette al visitatore di immergersi non solo nell’estetica dei manifesti ma anche nella storia personale dietro ciascun lavoro.
Il tema dell’educazione al sentimento, affrontato attraverso il design, mette in luce la complessità della comunicazione. La prof.ssa Morelli sottolinea: “uno degli scopi del design è essere utile alla comunità, e questa iniziativa ci ha permesso di farlo in modo tangibile. Gli studenti hanno avuto l’opportunità di avvicinarsi agli altri comunicando le proprie riflessioni su questioni sociali in modo personale. Tra gli elaborati esposti alla mostra non ci sono soltanto i manifesti, ma anche video che documentano le attività svolte in passato, una vera e propria antologia sul tema”. La mostra, racconta ancora Morelli, espone anche manifesti dedicati a Giulia Cecchettin e a tutte le altre vittime della violenza sulle donne, caratterizzati da frasi evocative e parole chiave.
La serie dedicata alle donne è il risultato di un lungo e importante lavoro delle prof.sse Fabrizia Ippolito e Chiara Ingrosso. Un lavoro che soltanto nel 2023 si è tradotto in numerose occasioni di formazione e riflessione, tra cui gli incontri con la giornalista Lucia Tozzi co-autrice del libro “Napoli. Contro il panorama”; con Marcella Corsi, Alessandra Casu e Maria Cerreta, docenti rispettivamente di Economia, Urbanistica ed Estimo su una urbanistica da declinare di più al femminile; con Carmen Andriani e Laura Andreini, docenti di Progettazione architettonica, per “Il progetto delle donne: dialogo sulla progettualità femminile”.

60 i manifesti ideati dagli studenti

Gli studenti sono stati al centro dell’iniziativa, prima come platea per i laboratori, poi come autori delle opere originali di grafica e comunicazione strategica. “I manifesti devono avere una comunicazione rapida, subito evocativa, perché sono pensati per essere esposti all’esterno, allo sguardo di persone di passaggio. Ho quindi scelto un’immagine che è ormai icona della lotta alla violenza sulle donne, il nastro, a cui ho associato la frase ‘esci dall’ombra prima che sia buio’”, racconta del proprio elaborato Francesco Fele, uno degli studenti coinvolti nell’iniziativa della prof.ssa Morelli, autore insieme alla collega Virginia Manna.
Il loro manifesto si caratterizza per la scelta di colori decisi ma più delicati dei più utilizzati rosso e nero. A primeggiare è soprattutto il verde acqua, che nell’idea di Francesco deve poter rilassare e far sentire al sicuro anche quella persona che, leggendo il manifesto, possa riconoscersi in quel tipo di situazione di pericolo. “Dagli incontri mi è rimasta impressa la frase ‘prima di produrre, bisogna educarsi’. Ci prepariamo per un lavoro il cui obiettivo principale è quello di diffondere dei messaggi, ricoprendo un ruolo anche di responsabilità nei confronti degli altri. Per questo motivo, trovo che formarsi bene, nel nostro lavoro, sia fondamentale”, continua Francesco.
Ad emergere tra le 60 immagini esposte, anche la Venere al bagno, una delle statue che ornano i giardini inglesi della Reggia di Caserta. Autrice della foto è Chiara Marzialetti che, insieme alla collega Martina De Martino, ha ideato il manifesto con la Venere come protagonista. Tesa verso quella figura pudica, che sembra intenta a coprirsi da sguardi indesiderati, c’è la silhouette di una mano in arancione, che spicca sul bianco e nero dell’immagine a sfondo.
Questo particolare colore, spiega Chiara, riprende la campagna Orange the World dell’ONU, che lo prende come simbolo di un futuro libero dalle violenze. A contestualizzare il tutto la frase: “una mano tesa per ricominciare a vivere”. “La mano tesa – continua Chiara – diventa il simbolo della solidarietà e del sostegno verso le vittime di violenza. Con il nostro manifesto, vorremmo sensibilizzare gli spettatori sull’importanza di non restare indifferenti verso le situazioni di sofferenza altrui. Anche per questo motivo, spero che la mostra possa attirare l’attenzione non soltanto del personale accademico, ma anche l’esterno, perché il messaggio è per tutti”.
Agnese Salemi

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Ateneapoli – n.02 – 2024 – Pagina 27

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