Indonesia e Vietnam. L’Asia interlocutore privilegiato, come le radici de L’Orientale vogliono. E il Sud-est in particolare, rispetto al quale “da tempo vogliamo posizionarci considerata la grande richiesta di competenze in Italia, dove gli studi relativi sono ancora agli albori”. Così il prof. Pietro Masina, che spiega la scelta dell’Ateneo per il Progetto LEGO – Italy East Asia Cooperation from Local Expertise to a Global Outlook di dare priorità ai Paesi citati e, più a oriente nel continente, al Giappone. Si tratta di un bando del Ministero dell’Università, con un importante finanziamento PNRR (all’Ateneo 144.108,00 euro), per offrire borse in entrata e in uscita per docenti e studenti – L’Orientale ha aderito assieme ad altre Università con CàFoscari capofila.
Queste le motivazioni: “L’indonesiano ormai lo insegniamo da un decennio e l’abbiamo rafforzato con la presenza di due docenti di Storia (Masina è uno dei due, ndr) e con l’Universitàs Gadjah Mada è in essere un accordo per un doppio titolo; ma abbiamo investito anche sul vietnamita (attivo da un paio di anni) e ad oggi abbiamo una docente di lingua e una di linguistica”. Anche con il Giappone è tuttora in vigore una convenzione con l’Università di Kobe “per un doppio titolo per Relazioni e istituzioni dell’Asia e dell’Africa, e vogliamo valorizzarla”.
Esperienze dal potenziale enorme per gli studenti. “In Giappone ci andrà chi si sta già occupando del Paese e parla la lingua, e la stessa cosa, in parte, vale per l’Indonesia. D’altra parte, daremo l’opportunità di confrontarsi con una parte del mondo del tutto estranea a chi non l’ha mai avuta, e potrebbe bastare parlare solo l’inglese. In questo caso la speranza è che, al ritorno, questi studenti siano stimolati a studiare quelle aree e le relative culture. Al di là di tutto resta il fatto che i ragazzi che partono tornano cambiati. Sono esperienze che segnano positivamente; costringono a crescere e maturare, e pure a creare occasioni lavorative. Dietro ogni borsa a volte c’è un lavoro di anni da parte nostra. L’Orientale investe tante risorse proprie per la mobilità che non sia solo Erasmus”.
Boom di iscritti a lingua coreana
Nello specifico, LEGO prevede per l’Indonesia otto studenti in entrata e otto studenti in uscita per cinque mesi con un importo complessivo pari a 2.000 euro per ogni mobilità (due mobilità da e verso l’Università Udayana; una mobilità da e verso l’Universitas Indonesia, una mobilità da e verso l’Universitas Atma Jaya, due mobilità da e verso l’Universitas Gadjah Mada, due da e verso l’Università Diponegoro). Per il Vietnam: mobilità per tre studenti in entrata e tre studenti in uscita per cinque mesi per un importo complessivo di 2.000 euro per ogni mobilità (due mobilità da e verso University of Social Sciences and Humanities VNU di Hanoi e una mobilità da e verso la Hanoi University). Per il Giappone la mobilità invece è di uno studente in entrata e uno studente in uscita per cinque mesi per un importo complessivo di 1.500 euro per il già citato Ateneo di Kobe.
È bene sottolineare che con le Università dei tre Paesi L’Orientale ha già da molto tempo sottoscritto accordi bilaterali di cooperazione universitaria. E non solo: “stiamo riprendendo con la mobilità da e verso la Cina, così come stanno esplodendo le iscrizioni a lingua coreana”. Punto, quest’ultimo, sul quale Masina precisa che si fa fatica a trovare le “competenze giuste, data l’unicità dell’offerta de L’Orientale, dove convergono due binari, uno di stampo umanistico, l’altro di relazioni internazionali”.
Ad ogni modo il lavoro strategico dell’Ateneo continua, e a più livelli: “abbiamo intrapreso la strada dell’internazionalizzazione, tant’è che dal prossimo semestre avremo un’offerta in inglese molto più consistente, così da accogliere più studenti stranieri; proprio quest’oggi (11 febbraio) abbiamo chiuso le iscrizioni ad un corso per formare figure di Export Manager specializzati sull’Asia, costruito assieme a un consorzio di Camere di Commercio italo estere”. Il 20 febbraio il primo di quattro incontri a distanza, più l’evento finale “per creare un match tra partecipanti (anche dieci tra laureati e laureandi de L’Orientale) e le aziende”. Su una falsariga simile anche il Master in Global Management for China, “per formare professionisti che abbiano già una conoscenza solida del cinese”.
Claudio Tranchino
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Ateneapoli – n. 3 – 2025 – Pagina 37