Emanuele Regnani, uno dei memory athlete più affermati al mondo, racconta qual è il segreto che si cela dietro la sua abilità

Emanuele Regnani, uno dei memory athlete più affermati al mondo, racconta qual è il segreto che si cela dietro la sua abilità

21 anni, parla cinque lingue, studente di Management and Computer Science e vicecampione italiano di memoria, ha tenuto una lezione a L’Orientale.  Strabiliante la sua partecipazione al programma televisivo Italia’s got Talent

Una memoria di ferro. Anzi, d’argento. Vicecampione italiano dietro il suo coach Andrea Muzii nel 2022; vincitore di un Open in Svezia nel 2021. Appassionato poliglotta, parla tedesco, inglese, francese, spagnolo e studia il cinese. Molti, guardando la foto, ricorderanno l’esibizione dello scorso anno sul palco di Italia’s got Talent, che gli fece guadagnare ben quattro “sì” dei giudici, strabiliati dalle sue operazioni mnemoniche al limite del magico. Placido, tranquillo, ricoperto da un leggero alone di mistero, Emanuele Regnani, romano, studente di Management and Computer Science alla Luiss di Roma, è uno dei memory athlete più affermati al mondo nonostante i soli 21 anni. Ad Ateneapoli ha raccontato qual è il segreto che si cela dietro la sua abilità, di quanto contino talento e applicazione nell’esercizio della memoria, delle sue possibili applicazioni nell’era degli smartphone, del suo futuro professionale e delle passioni.

Emanuele, come hai scoperto il tuo talento?A inizio 2021, all’Università, ho conosciuto Andrea Muzii, campione mondiale di memoria e mio attuale allenatore. Mi ha fatto scoprire questo mondo e mi sono appassionato. Lui in quel periodo stava provando a mettere su una squadra italiana di atleti della memoria. Ci sono entrato, ho iniziato ad allenarmi seriamente e a partecipare alle gare”.

Quali sono i tuoi segreti? Hai delle tecniche di riferimento?In generale, le basi delle tecniche sono la visualizzazione e l’associazione. Se riusciamo a trasformare i dati che vogliamo memorizzare in un’immagine concreta da visualizzare, restano più impressi. Per esempio, prendiamo una lista parole. Se le converto in immagini, già è più facile. Lo stesso vale per numeri e carte. Associo queste immagini tra loro creando una sorta di storia, genero una catena di informazioni grazie alla quale, ricordando il primo elemento, riesco a tenere a mente anche tutti gli altri. Per quanto riguarda le tecniche, esistono la cosiddetta link method e il palazzo della memoria, usata già da Cicerone. Quest’ultima consiste nell’usare un percorso che già si conosce. Penso ad una casa, utile per immagazzinarci informazioni che si vogliono ricordare. Sono in camera: vedo una mensa, un tavolo; su ognuno di questi, imprimo immagini, le catene di storie create in precedenza con i vari elementi”.

I numeri dettati a voce, una prova “quasi da supereroe”

Come ti alleni quotidianamente?A livello di tempistiche si va da mezz’ora a tre ore massimo al giorno, perché lo sforzo richiesto è molto intenso. Di sicuro almeno mezz’ora al giorno è l’ideale per mantenere i progressi fatti in precedenza. Ad ogni modo esistono circa dieci discipline da allenare (numeri, carte, nomi). Tra le più dure ci sono i numeri dettati a voce. Ci vengono dettati uno al secondo, per varie durate. È quasi da supereroe, richiede molta concentrazione. Non appena si scrive un numero sbagliato, tutto ciò che si è fatto prima viene cancellato. In generale alleno tutte le discipline ogni settimana, concentrandomi soprattutto su quelle più impegnative, che sono anche le più importanti”.

Al di là dell’aspetto ludico e sportivo, si può trarre beneficio da queste tecniche applicandole nel concreto? “Proprio l’altro giorno stavo scrivendo l’introduzione alla mia tesi, che toccherà anche questo tema. Ho trovato uno spunto molto interessante. Oggi ci sono supporti esterni per la memoria. Abbiamo i pc, cerchiamo su internet. Tuttavia, riusciamo a cercare una specifica nozione su internet solo se abbiamo una struttura del campo del sapere in mente. In caso contrario gli strumenti esterni non risolvono tutti i problemi. Dunque, la memoria serve a dare struttura alle conoscenze, alle nozioni che si memorizzano. Il pensare per immagini, tanto per fare un esempio, aiuta a pensare meglio e a collegare meglio concetti. Aiuta molto nello studio, così come nel fare discorsi in pubblico, in una presentazione, per i nomi propri delle persone qualora non si riuscisse a ricordarli”.

Ci spieghi meglio?Può aiutare associare una persona appena conosciuta ad un’altra che invece già si conosce tramite il nome. Un Alessandro, per esempio. Ne conosco già uno che è biondo e, magari, quello che ci è stato appena presentato ha lo stesso nome ma è bruno. Li associo per somiglianza o differenza, a seconda dei casi, notando alcuni dettagli. Può capitare pure che si faccia la conoscenza di una persona che abbia un nome non molto diffuso, penso a Olga, ad esempio. L’operazione che si può fare è trasformare quel nome in un’immagine. Olga – alga, magari”.

Emanuele, chi è un atleta della mente?Qualcuno che allena giornalmente la propria mente, in vari modi. “Cerca di allenarsi magari sulla concentrazione, sulla gestione dei pensieri e delle emozioni, o a pensare più velocemente. Ma non è solo questo, perché allenare la mente significa prevenire anche i rischi di contrarre l’alzheimer. Come dicevano gli antichi “mens sana in corpore sano”. Se si allena l’una, sta meglio anche l’altro”.

Le tecniche di memorizzazione nello studio

Quanto sfrutti queste tecniche nello studio?Esplorare il mondo della mente mi ha fatto capire molto meglio cosa sia importante nello studio. Già questomi ha consentito di ammortizzare i tempi. In particolare, uso le tecniche della memoria in materie mnemoniche come il diritto. Per date, fatti particolari, ma anche per chi fa medicina può essere utile”.

Lo stesso discorso vale per le lingue?Diciamo che aiutano, ma è chiaro che non risolvono tutti i problemi. Bisogna applicarle quando un vocabolo non rimane impresso o per memorizzare una certa lista di termini difficili o per alcuni costrutti. Comunque vanno usate in modo parsimonioso, altrimenti rischiano di rallentare lo studio. A me è capitato con il cinese. Cioè di ricordare significato e pronuncia di un termine, ma non come si scrivesse. Lì la memoria aiuta molto”.

Come sei arrivato sul palco di Italia’s got Talent?Ho avuto l’opportunità grazie al mio allenatore. Lo staff del programma, all’epoca, lo contattò e lui, di rimando, mi chiese se volessi partecipare al posto suo. Sono stato testato, abbiamo messo su una performance e soprattutto mi sono allenato per bene perché in quel caso ho fatto qualcosa di diverso dal solito”.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?Innanzitutto finire la Triennale e poi proseguire con una Magistrale in Business analytics, cioè l’applicazione dell’informatica al business”.

Proseguirai anche con lo sport?La tesi mi ha rallentato un attimo, ma certo, non lo abbandonerò. Anzi, oltre alla lezione svolta a L’Orientale (il 30 marzo, ndr), ci sono già altri progetti in vista. La squadra italiana si sta evolvendo, e forse in futuro potremmo metter su una sorta di accademia, una scuola della memoria, assumendo il ruolo di insegnante”.

Hai anche altre passioni?Beh sì, ho vari interessi. Per anni ho suonato tre diversi strumenti, mi sono interessato alla musica elettronica. E poi ci sono le lingue, che tuttora studio. Quando posso riprendo quelle che già conosco o mi cimento nell’approfondirne una nuova”.

Esiste una fake news sulle tecniche per allenare la memoria che credi debba essere smentita?A proposito della prima, dico che questo non è un mondo riservato a pochi come si possa pensare. Certo, per arrivare a vincere delle gare di sicuro serve del talento, ma con l’allenamento si può arrivare lontano anche se non c’è una particolare propensione”.

Ti chiedo di salutarci con un aneddoto. Un’occasione in cui hai sorpreso qualcuno utilizzando il tuo talento.Per un esame di diritto, l’anno scorso, memorizzai tutte le date incontrate nel testo. Lo sostenni con l’assistente del professore e a un certo punto mi disse ‘sì, penso sia giusto, onestamente non le ricordo tutte a memoria’”.

Claudio Tranchino

- Advertisement -

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here





Articoli Correlati