Si è tenuta al Polo Scientifico di Caserta la manifestazione di orientamento promossa dall’Ateneo in collaborazione con Ateneapoli
Un’Università inclusiva: “nessuno alla Vanvitelli viene lasciato indietro”
Una fiumana di ragazzi invade piazzale, aule e corridoi. Sono 9 mila i diplomandi accorsi il 30 e 31 marzo a ‘V:Orienta’, l’annuale appuntamento di orientamento promosso dall’Università Vanvitelli in collaborazione con il quindicinale di informazione universitaria Ateneapoli. “Siamo tornati in presenza grazie all’impegno della governance di Ateneo, abbiamo riempito queste sale di simboli, musica, gadget, colori e soprattutto di studenti. La vita universitaria, del resto, non è fatta per essere vissuta dietro a uno schermo!”,commenta il prof. Roberto Marcone, delegato di Ateneo all’Orientamento, mentre, indosso una felpa con il logo della Vanvitelli, verifica, con il prof. Vincenzo Nigro, delegato alla Didattica, che tutto proceda per il meglio. Come sede della manifestazione, la scelta è caduta sul Polo scientifico di via Vivaldi a Caserta: “Il complesso, che ospita i Dipartimenti di Matematica e Fisica e di Scienze e Tecnologie ambientali, biologiche e farmaceutiche, e la didattica di Psicologia si presta molto bene all’idea di campus universitario. È capiente, labirintico e invoglia gli studenti a visitarlo”. Il clima brioso e leggero che si respira dappertutto non oscura il proposito reale e imperativo della due giorni: “Contrastare le informazioni false”. Agli studenti viene detto che se sceglieranno questo o quel Corso di Laurea troveranno sicuramente lavoro. In quest’ottica alcuni percorsi di studio finiscono con l’essere inesorabilmente subordinati agli altri, almeno nell’opinione pubblica, e questo è esattamente quello che Marcone intende per informazione falsa: “Sfatiamo un luogo comune: i bravi lavorano sempre e in qualsiasi ambito. Il Corso di Laurea adatto a noi non si sceglie in base a quanto ci farà guadagnare in futuro, ma in base a quello che ci piace e che siamo in grado di fare. Mi rivolgo agli studenti: se scegliete un percorso che non vi piace faticherete moltissimo a raggiungere la laurea. Anzi, rischierete di essere sopraffatti e di abbandonare gli studi”. Le giornate di orientamento come queste hanno quindi lo scopo di far sì che “le informazioni acquisite vengano messe a confronto con le proprie passioni e inclinazioni. Non si viene qui solo per cercare conferme, ma anche per confutare eventuali informazioni fallaci”. Quel che Marcone si aspetta da questo evento è “una bella festa”, la quale però deve lasciare agli studenti certezze e senso di sicurezza. Viviamo tempi incerti, dove le paure degli studenti sono legate al futuro (“Quanto ci metterò a completare il mio percorso? Cosa farò dopo? Riuscirò a trovare un buon impiego?”) e ai sacrifici che riguardano il presente, anche in termini di costi. “Va detto chiaramente – prosegue Marcone – nessuno alla Vanvitelli viene lasciato indietro”. Sotto il profilo economico: “Siamo un’università statale e il nostro obiettivo è far sì che nessuno venga escluso dalla possibilità di portare a compimento i propri studi. Per questo l’Ateneo prevede molte agevolazioni, come l’erogazione di borse di studio in affiancamento a quelle dell’Azienda regionale per il Diritto allo Studio Universitario e premi annuali per gli studenti meritevoli. Tendiamo a premiare i bravi e i propositivi, ma siamo altresì molto attenti a non lasciare indietro chi si trova in momenti di fragilità”. Sotto il profilo umano e sociale: “Affrontare momenti di difficoltà durante gli studi è normale, è successo a tutti. La Vanvitelli offre un apposito servizio di sostegno psicologico. Inoltre, poiché il nostro imperativo è ‘inclusività’, offriamo tutoraggio per gli studenti e servizi inclusivi per le persone con disabilità e disturbi specifici dell’apprendimento”. Perché l’università non è più soltanto il luogo deputato alla trasmissione del sapere, ma un avamposto della solidarietà sociale, uno spazio in cui i valori pluralistici vengono applicati concretamente e in cui parole come ‘stigma’ ed ‘esclusione’ perdono di colpo la loro incidenza. “L’università ideale è quella che aiuta gli studenti, che dialoga con loro e si prende carico delle loro necessità. Non è una corsa a ostacoli, non è una gara per chi arriva primo. L’università deve contrastare il senso di inadeguatezza che spesso, nella nostra società, affligge gli studenti, che sono costretti ad essere sempre più performanti. Solo così – conclude il prof. Marcone – potremo aprire il giornale e non leggere più che una studentessa si è uccisa per non aver potuto dichiarare le proprie fragilità”.
Il servizio è disponibile sul numero 6 di Ateneapoli al seguente link: https://ateneapoli.it/rivista/2023-anno-xxxviii-num-6-di-ateneapoli-del-7-aprile/