Erasmus, procedure digitalizzate A breve Magistrali in inglese

Internazionalizzazione: il punto con il Prorettore Guarino

Sul piano dell’internazionalizzazione, il 2023 de L’Orientale sarà un anno votato ad una maggiore integrazione. Parola del Prorettore Augusto Guarino. Che, ad Ateneapoli, ha raccontato delle iniziative e dei progetti in cantiere oltre i confini nazionali ed europei. Le procedure per l’Erasmus totalmente digitalizzate, l’attivazione di curricula interamente in inglese, il potenziamento del percorso sull’italiano per stranieri, la creazione di un laboratorio permanente sul Mediterraneo. E, dulcis in fundo, la continuazione di dibattiti e progetti su questioni contemporanee drammatiche come la guerra in Ucraina e la situazione interna dell’Afghanistan, ormai dimenticata dai principali media italiani. A proposito del programma di scambi, abbiamo acquistato un software da Cineca che ci consentirà di gestire tutte le relative procedure insieme. Carriere degli studenti, rientri, partenze. In questi anni abbiamo provato a fare lo step definitivo, ci mancava quest’ultimo tassello. Un passo in avanti che avrà impatto positivo per noi e per gli iscritti”. Al di là degli avanzamenti tecnologici, che pure velocizzano le procedure mettendo da parte le farragini burocratiche, altre novità si prospettano sul versante didattico: “Mi sto occupando in prima persona dell’attivazione di curricula Magistrali completamente in inglese e spero possano partire già il prossimo anno. L’idea è attivarne uno su relazioni internazionali e uno su lingue e culture, per attrarre studenti stranieri e permettere ai nostri di seguire in inglese”. Una centralità, quella dello straniero e della sua integrazione nella nostra cultura, che passa pure attraverso il percorso su lingua e cultura italiana: Lo stiamo potenziando con l’idea di riservare una parte significativa alla didattica online. Crediamo che, facendo così, i ragazzi possano avere già una base e maggiore interesse prima di arrivare qui”. Lungo questa scia va letta pure la rinnovata spinta per il Consorzio Icon, “progetto nato a Pisa circa 15 – 20 anni fa e rivolto, come sistema Paese, alla didattica italianistica in tutte le sue accezioni a chi vuole approcciare la nostra cultura. Lo gestisce, per noi, la prof.ssa Roberta Morosini, data la sua lunga esperienza in terra statunitense”.

Sempre in grande considerazione, nelle idee de L’Orientale, l’estensione della rete di ricerca. “Ancora per l’anno prossimo, mi auguro che vada a buon fine l’idea di realizzare una summer school sui temi del Mediterraneo, che coinvolga tanto i Paesi dell’area, tanto quelli anglofoni. Una sorta di laboratorio permanente, in inglese, sul Mediterraneo, dove riversare e mettere assieme tutte le nostre competenze. Dall’antichistica alla bizantinistica, la medievistica per arrivare alle problematiche contemporanee”. Altrettanto interessante, e seguito dal Rettore Roberto Tottoli in prima persona, il quadro di potenziamento del sistema ricerca in Europa chiamato Programma Horizon Europe, che riguarda principalmente ricercatori in formazione. “Ci sono diversi livelli di ricerca, di cui uno piuttosto alto, che chiede progetti leader, e uno di entità media”.

Guarino dedica le ultime dichiarazioni a “due ferite aperte, rispetto alle quali è difficile fare una graduatoria del dolore”. Da un lato l’Afghanistan: Siamo entrati in una rete europea, guidata dalla Francia, che vuole prepararsi per una ripresa futura dei rapporti. Per noi è stato un onore essere identificati come uno degli interlocutori europei, d’altra parte la nostra expertise è importante. Attualmente, inoltre, alcuni dei nostri fanno parte di un progetto di ricognizione delle biblioteche afghane, perché il rischio è quello di perderle. Piange il cuore che un Paese con quello spessore culturale abbia interrotto i rapporti con il resto del mondo”. Infine, l’Ucraina e la guerra che la sta logorando ormai da quasi un anno: “I colleghi di slavistica sono stati presenti sul tema e lo faranno anche quest’anno. Intanto speriamo che la guerra finisca presto, anche perché dopo ci sarà bisogno di ricostruire non solo gli edifici, ma una vita civile e internazionale”. Una piccola curiosità, riguarda poi il numero di studenti che hanno scelto di studiare il russo: “Come si sa, abbiamo avuto un leggero calo di iscrizioni in tutto l’Ateneo, ma per Lingua Russa molto meno di quanto ci aspettassimo. Magari qualcuno più sensibile alla questione desiderava strumenti specifici per comprenderla meglio”, conclude il Prorettore con Delega all’Internazionalizzazione.

Claudio Tranchino

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