La notte di San Nicola, “una tradizione radicata in tutta Europa”

Tra santi, angeli e diavoli, cosa succede la notte di San Nicola in Europa centro-orientale? Lo si è scoperto il pomeriggio del 9 dicembre nell’aula 103 di Palazzo Porta Coeli durante un evento divulgativo dedicato proprio ad un santo che ha goduto di uno dei culti più estesi nella vita della Chiesa e, da un punto di vista geografico, trasversale a tante aree.
A partire da casa nostra, con la città di Bari che lo celebra come proprio santo patrono, fino ad arrivare in Polonia, Cechia, Ungheria, Slovenia, Croazia, Serbia, Romania – i Paesi di vero interesse per la giornata organizzata e coordinata dalla prof.ssa Tiziana D’Amico, docente di Lingua e Letteratura ceca. “Le porte sono state aperte a tutti, anche ai semplici curiosi – ha detto ad Ateneapoli – chiaramente il target di riferimento sono stati gli studenti e le studentesse di lingue e culture, che possono capire i meccanismi fondamentali di come funzionino le dinamiche culturali e linguistiche”.
Con il supporto di altri docenti d’area de L’Orientale e con l’ospite d’onore, il Console onorario della Repubblica Ceca a Napoli Helena Schwarzová, “si è presentata una tradizione radicata in tutta Europa – spiega proprio D’Amico – parliamo infatti di una delle feste che transita nel tempo e nello spazio del Vecchio Continente; San Nicola è festeggiato e celebrato a Bari, in Francia, dove ci sono testi teatrali che ne raccontano, così come nei Paesi Bassi. Naturalmente ogni realtà ha la propria identità e le proprie peculiarità”.
Nell’area sotto i riflettori della giornata “uno dei fattori di maggiore codificazione è stato da un lato il processo di cristianizzazione di matrice cattolica – sebbene sia presente anche nella tradizione ortodossa – dall’altro l’assimilazione come figura, di San Nicola, durante il periodo della ricattolicizzazione e la sua presenza anche nell’impero asburgico. E quest’ultimo, assieme all’elemento tedesco, è il fattore di interesse che accomuna tutti questi Paesi”. Dopo una presentazione generale sulla figura del santo, ogni docente ha avuto il compito di soffermarsi sulle peculiarità di ogni nazione. “Nell’area ceca, per esempio, i bambini devono restare svegli quando arriva San Nicola perché gli pone delle domande; mentre in Polonia, dove domina la figura di San Nicola, porta doni – d’altronde è trasversale a tutta quest’area il fatto che questi regali siano dolci. In Italia consistono in mele d’oro, si trovano al mattino, dopo il risveglio”.
E a dispetto di quanto si possa credere, San Nicola ha avuto una sua importanza anche durante il comunismo: “la sua figura non è mai stata ufficialmente ostracizzata, né c’è stato mai il tentativo di estrometterla; è uno dei santi più antichi e sarebbe stata una battaglia persa perseguire quella strada”. L’ultima battuta di D’Amico rende al meglio il ruolo che riveste San Nicola in certe culture europee: “nel codice culturale, è ciò che c’è di più alla Befana, ovvero qualcuno che porta doni tanto ai bambini quanto agli adulti”.
Claudio Tranchino
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Ateneapoli – n. 19-20 – 2024 – Pagina 31

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