Saperi umanistici e tecnologie digitali: un percorso inedito, la parola agli studenti

I primi mesi di lezione in assoluto per Saperi umanistici e tecnologie digitali si sono conclusi. E per la new entry nel novero delle Magistrali, costruita assieme alla Parthenope e partita a ottobre scorso, un fatto è certo: ha suscitato grande interesse nella platea studentesca. Lo dimostrano i suoi 89 immatricolati – del tutto inaspettati per i vertici del Corso e dell’Ateneo. Per capire le ragioni di questi numeri, Ateneapoli ha provato a sondare gli umori di alcuni iscritti, che hanno raccontato dei pro e contro di un percorso che, per orizzonti culturali e competenze, è del tutto inedito per L’Orientale.
La prima a parlare è Ottavia Bozzetto, 26 anni, innamorata della lingua rumena – è laureata in Lingue e culture comparate – attratta in passato da Ingegneria informatica – “ma non ho avuto il coraggio di andare fino in fondo, quindi Saperi è una vera svolta per me”, ha detto. Senza fronzoli e con molta franchezza, la studentessa individua punti forti e deboli della nuova Magistrale. I docenti, tanto del nostro Ateneo che della Parthenope, sono preparatissimi e disponibili. Una certezza.
I miglioramenti da apportare alla struttura organizzativa e didattica, però, sono diversi. Un primo problema sono state le aule: poche per i tanti iscritti – “ma il prof. Porzio (il Coordinatore del Corso, ndr) l’ha risolto subito”. Restano una questione irrisolta gli orari delle lezioni: “ci è capitato di avere uno spacco di sei ore tra l’una e l’altra, e per chi lavora è ingestibile, perché costringe a restare una giornata intera in centro a Napoli. Spero si riesca a risolvere il problema per il secondo semestre, e magari a centralizzare le lezioni in una sola sede”.
L’alto numero di iscritti, inoltre, non consentirebbe ai docenti stessi di seguire per bene gli studenti: “durante le esercitazioni sono soli e gestire tutti noi non è affatto semplice, si potrebbe provvedere dividendo alcuni insegnamenti in partizionamenti (quelli alfabetici, ndr). Dal punto di vista didattico sarebbe troppo ampia la forbice tra il carico e le nozioni trasmesse e le poche ore a disposizione in aula: “C’è un certo dislivello e lo patiscono soprattutto coloro che non hanno alcuna base nelle materie scientifiche. L’idea, e infatti lo proporremo in Consiglio, è quella di fornire materiale preliminare prima che inizino i Corsi, così da familiarizzare con concetti del tutto nuovi”. Insomma, scogli superabili: “Che ci sia bisogno di migliorie è evidente, ma mi iscriverei di nuovo”.
Dello stesso parere Manuel Trombetta, 24 anni, futuro rappresentante e laureato in Lingue e culture comparate. “Ho scelto Saperi – spiega – perché mi rendo conto che, al giorno d’oggi, le competenze tecniche e scientifiche sono quelle più richieste dal mercato del lavoro. E di fatto questo è l’obiettivo della nuova Magistrale, che tuttavia tiene in vita il versante umanistico”. La strada da percorrere verso una perfetta organizzazione è ancora lunga, d’altronde si tratta di un percorso appena nato. “Certamente un difetto è l’organizzazione del piano di studio. Non abbiamo molta dimestichezza con questi insegnamenti, dunque orientarsi non è per nulla semplice; d’altra parte, il pregio vero è la sua versatilità, perché sono sicuro che sulla base che ci offre il Corso potremo costruire diversi profili professionali in futuro”.
Nei primi mesi Manuel ha seguito, tra gli altri, le lezioni di Fondamenti di informatica, Cybersecurity, Dati e modelli multilinguistici per applicazioni di DH: “sono molto soddisfatto dei docenti, si sono adattati al nostro livello quando necessario rendendosi sempre disponibili. Altra cosa importante, che ha creato qualche dubbio all’inizio, gli insegnamenti si integrano molto bene tra loro”.
Stessa Triennale di provenienza per Maria Maddalena Panico, 29 anni, che nell’ultimo esame sostenuto, ovvero Letteratura inglese 3, ha scoperto l’interesse per l’Intelligenza Artificiale: “il programma era incentrato sul postmodernismo e sulle nuove tecnologie, e mi è piaciuto talmente tanto che ci ho fatto anche la tesi. Di conseguenza Saperi mi è sembrato lo sbocco più naturale: ho voluto mettermi in gioco ed esplorare terreni per me sconosciuti”. Il 24 gennaio sarà una sorta di prova del nove: “sosterrò il primo esame, Cybersecurity. Durante il corso abbiamo imparato ad usare Python, un linguaggio di programmazione, e sono riuscita anche ad applicarlo al progetto che ci è stato assegnato e che dovremo presentare all’orale”.
Non è stato semplice, a quanto pare, trovare un equilibrio tra novità dei concetti e mole di lavoro: “Su carta l’esame è 6 CFU, ma in realtà per carico e nozioni ne varrebbe molti di più. I professori della Parthenope all’inizio sono partiti spediti, poi si sono resi conto di alcune difficoltà e hanno rallentato e si sono messi a completa disposizione. È passato poco tempo ma sono contenta di essermi iscritta e mi piace l’aria che si respira: il prof. Porzio si assicura costantemente se siamo soddisfatti o meno e tutti navighiamo nella stessa direzione”.
Chiude Silvana Pecoraro, laureata in Mediazione linguistica e culturale. Come nel caso di Manuel, la scelta è stata dettata dal futuro lavorativo: “il mondo sta cambiando e una formazione sulle sole lingue forse non basta più, spero che questo percorso possa darmi più sbocchi”. La ventiquattrenne non si nasconde, le difficoltà sono diverse. “Interfacciarmi con concetti così diversi mi sta creando qualche problema. Cambia tutto, anche il metodo. Dal mio punto di vista, insegnamenti come Cybersecurity impongono un carico eccessivo e, soprattutto, la creazione di progetti rispetto ai quali non siamo ancora in grado. Rifarei la scelta, ma in un altro momento. Aspetterei prima l’apporto di alcuni miglioramenti, personalmente mi ci sono lanciata un po’ al buio”.
Claudio Tranchino
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Ateneapoli – n. 1 – 2025 – Pagina 37

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