I templi sacri di Kyoto che smembrano il presente per lasciare spazio a un non-tempo; la quiete delle cittadine e dei parchi dell’Hokkaido. E l’incrocio di Shibuya, a Tokyo, che affoga nell’immensa distesa di grattacieli e pubblicità 3D che rapiscono i passanti. Ancora: la letteratura, il sacro, il cibo, gli anime e i manga. E pure gli stereotipi – le false credenze sulle Geishe, per esempio. Come dice il prof. Giorgio Amitrano in ‘Dal Japonisme alla Nippomania – L’attrazione per il Giappone tra mistificazione e empatia’, saggio di apertura del numero speciale della rivista ‘Leggendaria’ dedicato al paese del Sol Levante, “a un certo punto della nostra storia recente, la distanza culturale tra il Giappone e gli altri paesi del mondo ha cominciato a ridursi”.
L’arcipelago ha saputo entrare nell’immaginario occidentale con il suo prepotente fascino culturale. Che alcuni docenti de L’Orientale hanno provato ad analizzare e tematizzare, componendo un mosaico, su spinta delle curatrici della rivista Monica Luongo, Donatella Trotta e Barbara Waschimps. “Nell’Ottocento c’era un’ammirazione esotica da parte degli occidentali – spiega proprio Amitrano – oggi invece il Giappone è molto più vicino alla sensibilità di tutti; attraverso anime, manga, letteratura e cinema, sta vivendo un vero e proprio boom culturale”.
Non a caso, la prof.ssa Gala Maria Follaco ha approfondito la figura dello scrittore novecentesco Matsumoto Seicho, del quale è pure traduttrice per Adelphi. “Oltre a scrivere romanzi avvincenti – racconta la docente – è stato anche un abile analista della società giapponese del Novecento e ha coltivato simpatie comuniste-marxiste in un periodo nel quale era pericoloso farlo in Giappone. Nella sua opera è rimasta questa impronta di attenzione al sociale e alla critica della disuguaglianza, della condizione donna, sempre relegata a figura subalterna”.
Con l’articolo di Follaco, si entra nel vivo di un “autore leggibile a più livelli”, cioè godibile sia per chi è interessato al poliziesco e basta, sia per chi “vuole cogliere uno strato più profondo, al di là delle pieghe della trama”.
Non appartengono al mondo del giallo Takaichi Sanae, Ministra dell’attuale governo giapponese, e Doi Takako, segretaria del partito socialista e prima donna presidente della Camera bassa, nel 1993; cioè donne in carne e ossa che in modi diversi hanno puntato lo stesso obiettivo: “sfidare i luoghi comuni che associano determinate posizioni di potere ai soli uomini, mettendo in crisi queste logiche”, spiega la prof.ssa Noemi Lanna, che si è occupata di ‘Donne sulla scena politica. Dal diritto di voto alla scommessa su una donna presidente’.
Due casi antitetici – la prima espressione dei liberaldemocratici, la seconda del partito socialista, minoranza in Giappone – ma paradigmatici perché utili per raccontare “la vivacità di movimenti e rivendicazioni delle donne, sempre troppo associate a ruoli subalterni e anche ad alcuni cliché come quello della geisha, a sua volta banalizzata e semplificata”. Chiude, per quanto riguarda i contributi de L’Orientale per ‘Leggendaria’ l’articolo a firma dei professori Chiara Ghidini e Felice Farina, che hanno deciso di occuparsi di cibo, politica e religione, “un connubio molto forte nel paese del Sol Levante, non solo contemporaneo”, a partire dalla cucina cosiddetta nazionale del Washoku: che “da una parte viene celebrato come strumento politico-diplomatico; dall’altra, ha una valenza anche religiosa, essendo conosciuto anche come elemento della cucina zen e dei templi”.
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Ateneapoli – n.09 – 2024 – Pagina 32