L’iniziativa ha coinvolto un gruppo di studenti del Corso di Laurea in Lingua e Cultura italiana per stranieri
Consapevolezza dell’origine della lingua italiana, per tenerla viva e difenderla. Questo lo scopo della visita guidata all’Accademia della Crusca, l’interessante iniziativa che ha avuto luogo lo scorso 28 febbraio e ha coinvolto gli studenti di Linguistica e Storia della Lingua italiana, al primo anno del Corso di Laurea Magistrale in Lingua e Cultura italiana per stranieri, unico nel suo genere nell’intero Mezzogiorno. Titolare della cattedra e mente del progetto, la prof.ssa Rosa Piro. Che ci tiene subito a chiarire i motivi del breve viaggio studio: “Per insegnare l’italiano (obiettivo del Corso) tanto agli stranieri all’estero, quanto ai ragazzi nelle nostre scuole (classe di Laurea LM-14, Filologia Moderna), è necessario che chi lo studia conosca l’origine e la storia della nostra lingua. Purtroppo oggi dobbiamo lottare contro la riduzione del lessico degli studenti, che è cambiato, e per questo molti significati vanno rinegoziati. Dunque, tornare all’origine delle parole può migliorare la nostra comunicazione”. Una trentina i ragazzi coinvolti (in maggioranza iscritti de L’Orientale, qualche unità pure della Federico II), che hanno trascorso un’intera giornata lì dove, nel 1612, nasceva il simbolo dell’unità della nostra lingua: il vocabolario. Il gruppo, al mattino, ha visitato le sale dove gli intellettuali si riunivano e dove erano disposte le ceste nelle quali venivano messe le parole poi successivamente inserite nel dizionario. Esposte pure le pale degli accademici, come quelle dei partenopei Rita Librandi e Nicola De Blasi. Al pomeriggio, invece, ha avuto luogo un laboratorio lessicale per comprendere al meglio come nasce un dizionario (quello della Crusca, oggi, ha valore storico). Gli studenti sono stati a contatto con storici dell’italiano e accademici, hanno fatto visita all’Istituto Opera del Vocabolario Italiano, che “da anni redige un dizionario che è tesoro della lingua delle origini e raccoglie tutte le voci sul suolo italiano dei vari volgari, dalle origini fino al 1374, anno della morte di Giovanni Boccaccio”. In tanti, tuttavia, si chiederanno perché l’Accademia abbia un nome così particolare. Piro racconta un aneddoto assai interessante, oltre che chiarificatore: “L’idea nasce da un gruppo di giovani che avevano costituito l’Accademia perché voleva separare metaforicamente il fiore della farina, cioè la buona lingua, dalla crusca, ovvero lo scarto. E simpaticamente si sono chiamati cruscanti. Così, grazie a diversi intellettuali, negli ultimi anni del ’500 emerge il primo vocabolario, pubblicato nel 1612, il cui simbolo è il frullone, utile proprio a separare”. L’intera visita, ad ogni modo, è stata anche un tributo al fiorentino, verso il quale l’italiano nutre un debito di provenienza: “questo bisogna sempre ricordarlo”, aggiunge la docente. Dopo la prima edizione del 1612, ne seguirono altre cinque fino al 1925, quando il governo fascista ne decise l’interruzione. “Questo accadde perché il regime riteneva il fiorentino troppo particolare e dialettale rispetto ad un italiano che voleva diffondere con delle aberrazioni”. Insomma, varcare la soglia della Crusca è stato “il compimento di un percorso”, uno stimolo per gli studenti a tenere vivo l’interesse per l’italiano non solo sul fronte dell’insegnamento ma anche della ricerca. “All’interno del mio corso ho tenuto lezioni sulla grammatica storica, su come sia nato il congiuntivo, come si sia formato, come si siano fermati i tempi verbali”. Una domanda ricorrente potrebbe essere: perché si studia tutto questo? “Se conosco i processi di nascita di modi e tempi verbali, della formazione delle parole, non potrò che avere una maggiore consapevolezza della lingua che utilizzo. Acquisire questi strumenti, ragionare sull’etimologia, aiuta a non spaventarsi davanti a termini che non si conoscono, oltre che a capire quanto siano prossimi italiano e dialetti”. E per tutto questo, l’Accademia è ancora un punto di riferimento fondamentale. “Con i suoi intellettuali, che provengono da ogni regione d’Italia, continua a orientarci. Basti pensare al servizio ‘Crusca per noi’, che scioglie i dubbi linguistici di cittadini comuni”.
Claudio Tranchino