La marcia silenziosa dei colleghi per Diana, studentessa suicida

Dolore, lacrime e commozione. Volti sommessi che quasi non riescono ad alzare lo sguardo da terra. ‘Sei il tuo tempo’, ‘Non siamo Cfu’, si legge sui cartelloni. Il 3 marzo, alle 15.30, davanti alla sede centrale, un centinaio di studenti ha risposto presente all’invito di tutte le rappresentanze studentesche per la marcia silenziosa in ricordo di Diana Biondi, studentessa di 27 anni che lo scorso 27 febbraio è stata trovata senza vita in un burrone a Somma Vesuviana, comune dove viveva. La giovane, alla quale mancava un esame per potersi laureare in Lettere Moderne alla Federico II, avrebbe compiuto il gesto estremo proprio per non aver completato il suo percorso. Stando a quanto emerge dalle prime ricostruzioni, avrebbe detto alla famiglia di essere molto vicina al traguardo. Dal Corso Umberto, fino al Chiostro di Porta di Massa, prima un minuto di silenzio, fiocco giallo al petto dei presenti, poi il discorso tenuto da Daniela Baselice, Presidente del Consiglio degli studenti, a sostanziare lo stato d’animo di tutti: Ho conosciuto tanti colleghi che si sono sentiti demoralizzati, spaesati, sfiduciati. Tanti che hanno visto in un esame uno scoglio insormontabile e so bene cosa voglia dire provare a giocare tutte le proprie carte per cercare, in un modo o nell’altro, di aggirare, scavalcare, scalare quello scoglio. Tanti che hanno iniziato a credere di essere un peso per la propria famiglia. Poi ha aggiunto: Quante volte ancora?, in riferimento a simili tragedie già accadute nel passato recente. Spazio anche ad un lungo e accorato appello: Non chiedete più ai giovani studenti: quanti esami ti mancano? Non chiedetegli più: manca ancora molto per la laurea? A quando la festa? Davvero sei stato bocciato di nuovo? Perché è goccia dopo goccia che il vaso si riempie fino a traboccare. Infine, ha concluso: “Scusaci, Diana. Scusaci se non ce ne siamo accorti, se non abbiamo saputo supportare il tuo dolore”. Un applauso sentito, e un fascio di fiori poggiato sul muretto di pietra con un biglietto: “Ciao Diana, i tuoi colleghi”. Presente anche il Direttore di Studi Umanistici Andrea Mazzucchi, che ha rilasciato una dichiarazione alla stampa presente. Siamo qui in silenzio per ricordare la nostra studentessa, è stato ed è molto difficile gestire questo dramma individuale e per questo è necessario rispettarlo, per la complessità delle ragioni che lo hanno prodotto. Mi accodo agli studenti, mi scuso anche io come istituzione, per non aver intercettato questo malessere. Stiamo provando a mettere in atto tutte le strategie possibili per accorgerci di queste situazioni di disagio. Ma è chiaro che è un problema di sistema. Non bisognerebbe chiedere ai ragazzi di mantenere standard, ma riconoscere i loro tempi. Questa, però, è una battaglia che non va combattuta in questo momento”. Oggi, conclude, rispetto e silenzio. Prima che avesse luogo la commemorazione, il padre di Diana, sui social – dove l’iniziativa congiunta di Confederazione degli studenti, Udu e Link ha subito trovato riscontro, oltre che presso l’Ateneo – ha lasciato un messaggio: “Ho saputo oggi di una marcia silenziosa, grazie”. Nello stesso giorno, le autorità giudiziarie, dopo l’autopsia, hanno sbloccato la salma per le esequie, che si sono tenute nel primo pomeriggio del 4 marzo nella chiesa di Santa Maria del Pozzo a Somma Vesuviana. La funzione religiosa è stata eseguita da padre Nicola De Sena.

Claudio Tranchino

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