Coltivare i legami internazionali per aprire gli orizzonti, ampliare la propria rete di conoscenze e di opportunità. L’Università Parthenope è appena entrata a far parte della SEA-UE, la European University of the Sea, nata nel 2019 grazie all’iniziativa Erasmus+ European Universities. La SEA-UE “è un’alleanza che mira alla condivisione dei percorsi di carriera degli studenti attraverso accordi di mobilità e di esperienza di ricerca. Parliamo di una rete che include nove Atenei, siti in città costiere, dal mare della Norvegia all’Adriatico”, spiega il prof. Gabriele Sampagnaro, Prorettore all’Internazionalizzazione. L’iniziativa “trae origine dagli sforzi del Dipartimento di Scienze e Tecnologie diretto dal prof. Giorgio Budillon, ma coinvolgerà anche altri Dipartimenti che investono energie sui temi del mare e della blue economy”. Nel medio-lungo periodo, questa alleanza comporterà una serie di vantaggi in termini di “condivisione di Dual Degree, i titoli congiunti, e di riorganizzazione di corsi in lingua inglese favorendo una osmosi tra le offerte delle diverse Università partner”. L’appartenenza alla SEA-EU “è un orgoglio per l’Ateneo – come l’Erasmus Mundus è una medaglia d’oro dell’internazionalizzazione – ma, essendo incentrata sul mare, che è il nostro patrimonio storico, rappresenta un ritorno alle origini”.
A breve il bando Erasmus+
E ancora sull’internazionalizzazione resta il docente, condividendo alcune informazioni, e novità, in prospettiva dell’imminente pubblicazione dei bandi per la mobilità Erasmus+ che dovrebbe avvenire entro la prima settimana di marzo. Anche quest’anno saranno cinque – uno relativo ai Corsi di Economia e uno dedicato ai singoli Dipartimenti di denza, Ingegneria, Scienze e Tecnologie, Scienze Motorie e del Benessere. Quanto al numero delle borse, che con i precedenti bandi furono 501 con un totale di 150 accordi sottoscritti, “non posso ancora confermarlo, ma suppongo che sarà in linea con lo scorso anno”. A seguito della pandemia, la Commissione Europea ha previsto una serie di novità: “Oltre alla mobilità fisica, che resta invariata, sarà possibile effettuare l’esperienza anche in modalità blended. Almeno due mesi dovranno essere spesi presso l’Università ospitante – per entrare in confidenza con l’ambiente, il corpo docente e studente – e poi si potrà scegliere di seguire il resto delle lezioni dall’Italia”. E ancora: “In linea con gli obiettivi di sostenibilità, è previsto anche un piccolo contributo aggiuntivo per chi sceglie di effettuare un viaggio più ecologico prediligendo, ad esempio, il treno all’aereo”. Poi si sofferma sui contributi alla mobilità: “Come sempre ci sarà la borsa ordinaria, correlata alla destinazione. Quest’anno, in più, verrà introdotta una borsa aggiuntiva di duecentocinquanta euro per studenti con minori opportunità, con redditi al di sotto dei ventiquattromila euro”. Da bando, “è possibile fare richiesta anche per un ulteriore contributo dal Fondo sostegno giovani. E l’Ateneo, poi, offre un contributo di centosettanta euro al mese, una premialità legata all’acquisizione di almeno dodici crediti formativi da maturare all’estero”. Un consiglio: “Prima di inviare la domanda per l’Erasmus è bene controllare i piani di studio dell’Università di interesse e verificare se l’offerta formativa estera sia coerente”. Tuttavia “non dobbiamo dimenticare che una delle parole chiave dell’internazionalizzazione è flessibilità. Non bisogna cercare un’offerta uguale alla propria, ma assicurarsi di soddisfare gli stessi fabbisogni di apprendimento”. Chiosa con un invito: “Gli studenti dovrebbero approfittare di questa opportunità di crescita che consentirà loro di sperimentare le diversità e ampliare le conoscenze e che impatterà, naturalmente, anche sul curriculum”.
Carol Simeoli
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