Per la prima volta in Italia e, salvo amnesie, in Europa si è tenuta una Scuola di Meteorologia satellitare internazionale. È stata ospitata a Napoli dal 2 al 6 settembre a Villa Doria d’Angri, una delle sedi dell’Università Parthenope, che l’ha promossa in collaborazione con il Cnr. Sessantadue i partecipanti, tra coloro i quali hanno seguito in presenza (47 persone) e quelli che si sono collegati tramite computer da remoto. Gli allievi, per lo più laureati, con qualche laureando, provenivano da diversi Paesi: Italia, Albania, Svezia, Stati Uniti, Turchia, Iraq, Germania, Francia, Pakistan, Stati Uniti, India, Iran, Messico ed altri, tra i quali alcuni africani. “Gli studenti – riferisce il Prorettore Giorgio Budillon, docente di Oceanografia e Fisica dell’Atmosfera – hanno seguito lezioni frontali ed esercitazioni. L’ultimo giorno, poi, hanno presentato i risultati degli elaborati. Questo momento è stato particolarmente interessante perché abbiamo visto come affrontavano lo stesso problema in maniera diversa”.
Per i partecipanti, prosegue il docente, “l’esperienza è stata stimolante, anche perché hanno lavorato in gruppo e si sono abituati al confronto, alla cooperazione e alla sana competizione. Il nostro obiettivo era che gli studenti comprendessero le opportunità offerte nel settore della meteorologia dai dati acquisiti tramite satelliti. Esperti hanno spiegato quali metodologie utilizzano, come costruire serie temporali e come negli ultimi decenni le tendenze dei cambiamenti climatici siano visibili anche attraverso i dati satellitari”. Ospitare la Scuola di Meteorologia “ha rappresentato un riconoscimento importante per l’Ateneo. È stato messo un sigillo sulla tradizione della meteorologia alla Parthenope, che ha avuto una tra le prime cattedre in materia negli anni Cinquanta. Non dimentichiamo che l’Università nacque come Istituto Universitario Navale per chi volesse studiare meteorologia ed oceanografia, e che siamo tra i pochi Atenei in Italia i quali rilasciano l’attestato di Meteorologia ai sensi della Organizzazione mondiale della meteorologia”.
Il percorso, ricorda Budillon, prevede “il conseguimento della Laurea Triennale in Scienze Nautiche, Aeronautiche e Meteo-Oceanografiche e della Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologia della Navigazione, indirizzo in Scienze del Clima”.
L’epoca del colonnello Bernacca, quello che nella tv in bianco e nero, con compostezza e disinvoltura, con toni pacati e rassicuranti e una bacchetta nella mano raccontava agli italiani le previsioni del tempo, è tramontata da un pezzo, ma non si è spenta, anzi è cresciuta, l’ansia di sapere se nei giorni successivi pioverà o splenderà il sole.
Sempre più italiani compulsano i siti specializzati anche ogni giorno e perfino più di una volta ogni 24 ore. “La laurea in Meteorologia – sottolinea il prof. Budillon – offre ottime possibilità sia nell’ambito della ricerca, a cominciare dai dottorati, sia nel settore privato dove sempre più società sono nate per fornire previsioni meteo e cercano persone capaci. Negli ultimi anni è cresciuta molto l’affidabilità delle previsioni ed è aumentato il livello di dettaglio. Ora se ne fanno su base oraria e in relazione a poche decine di chilometri quadrati. Le consultano le compagnie assicurative, i diportisti, chi vuol capire se potrà trascorrere il fine settimana al mare o se dovrà prendere l’ombrello prima di uscire di casa e tanti altri”.
I laureati in Meteorologia della Parthenope sono poco meno di una decina all’anno. “La richiesta del mercato – conclude il Prorettore – è superiore al numero dei laureati. Chi si laurea trova rapidamente lavoro nel contesto pubblico o privato”.
Fabrizio Geremicca
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Ateneapoli – n.13-14 – 2024 – Pagina 38