Un anno da Prorettore, con delega alla ricerca. Il prof. Giorgio Budillon, tra i docenti più noti dell’Università Parthenope, anche in considerazione del ruolo che ha svolto in numerose missioni di ricerca in Antartide, traccia un bilancio della sua esperienza. “L’incarico di Prorettore – premette – è giunto dopo che per sei anni ero stato Direttore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie. Mi ero fatto le ossa, dunque, ed avevo già acquisito una buona conoscenza dei meccanismi amministrativi legati ai ruoli di governo in una Università. Il mio incarico attuale ovviamente è differente da quello che avevo ricoperto come Direttore, ma ne è la naturale prosecuzione”.
Sono stati dodici mesi intensi caratterizzati da una inusuale abbondanza di risorse economiche per la ricerca. “Stiamo vivendo un momento magico grazie ai cospicui fondi iniettati dal Pnrr e dai cosiddetti bandi a cascata nel sistema della ricerca. È un periodo felice. Ci sono risorse notevoli che sono state impegnate per assegni di ricerca e posizioni di dottorato. Viviamo il paradosso che stentiamo a trovare candidati in alcuni settori disciplinari, per esempio in quelli legati all’ambiente e all’oceanografia, perché i giovani sono stati già ingaggiati altrove. Da altri enti di ricerca ed Atenei i quali, come noi, grazie ai fondi del Pnrr hanno moltiplicato le occasioni di reclutamento. Il mio primo anno, insomma, è stato felice. Direi quasi un anno all’insegna del doping”.
Chiarisce: “L’iniezione di risorse per il Pnrr, però, non sarà infinita. Dopo il 2026 i fondi del piano nazionale di ripresa e resilienza non ci saranno più. Se nel frattempo il sistema ricerca in Italia, attraverso il Ministero, non avrà trovato il modo di mantenere un livello di finanziamento alto, su standard europei, e se nel frattempo non avremo aumentato la nostra partecipazione ai progetti europei, i quali portano ingenti risorse, andremo in difficoltà. Alla Parthenope come negli altri Atenei italiani”.
Il migliore risultato raggiunto nei primi dodici mesi da Prorettore con delega alla ricerca? “Non so se è il migliore risultato, ma certamente è quello che mi ha gratificato di più. Anche grazie al Rettore Garofalo, la Parthenope è riuscita a destinare risorse ad hoc ai propri giovani ricercatori con un bando competitivo. È stato studiato per stimolare e premiare la partecipazione dei ricercatori”. L’obiettivo mancato? “Avrei voluto forse fare di più in vista della visita da parte dell’Anvur, nel prossimo anno, presso alcuni nostri Dipartimenti e corsi di dottorato. Verrà la commissione di esperti del Ministero dell’Università e della Ricerca a vedere come stiamo messi. Dovremo compiere tutti gli sforzi necessari, nell’anno che è da poco iniziato, per farci trovare preparati. È necessario che si mantenga il livello alto”.
Budillon parla con Ateneapoli il 2 febbraio, mentre Laura Bassi – la nave oceanografica della missione italiana in Antartide – è nel mare di Ross. A bordo tre dottorandi, tre tecnici e vari ricercatori della Parthenope. “Proprio stamane – informa – mi sono collegato con loro da Procida, dove ero impegnato in una iniziativa che ha coinvolto anche le scuole. Come Prorettore alla ricerca e come ricercatore che è stato spesso in Antartide ho parlato ai ragazzi delle attività che conduciamo da tanti anni tra i ghiacci in relazione agli studi sul clima e sulle correnti. Confesso che un po’ ho anche invidiato i colleghi che sono lì.
C’è il mal d’Africa e c’è il mal d’Antartide ed io me lo porto dentro, perché i posti dove sono stato laggiù offrono paesaggi ed esperienze straordinarie. Manco dal mare di Ross da alcuni anni ed ogni tanto la nostalgia ritorna. Me la faccio passare, però, anche perché, ora che sono Prorettore, sarebbe davvero complicato allontanarmi dall’Ateneo per tre mesi”.
Fabrizio Geremicca
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Ateneapoli – n.02 – 2024 – Pagina 30