Sulla collina di Posillipo, arroccata su uno sperone tufaceo che domina il Golfo di Napoli, si erge Villa Doria d’Angri, capolavoro del neoclassicismo italiano. Dal 1998, l’edificio, completamente ristrutturato, è parte integrante del patrimonio dell’Università Parthenope, un polo dedicato all’alta formazione, a conferenze scientifiche di portata nazionale e internazionale e ad eventi culturali.
In occasione dell’iniziativa FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano), il 30 novembre scorso la Villa è stata aperta al pubblico su prenotazione, offrendo ai visitatori un’immersione nella bellezza dei suoi spazi. “Tra le varie proposte in Campania, abbiamo deciso di partecipare nuovamente con visite guidate alla Villa, ai suoi giardini e al Museo Navale, servendoci di accompagnatori esperti, appositamente formati”, afferma il prof. Antonio Scamardella, docente di Architettura Navale e Delegato d’Ateneo per la valorizzazione del Museo Navale. Ciò ha rappresentato anche un’opportunità per candidare la Villa alla selezione dei Luoghi del Cuore.
“Il FAI, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, raccoglie segnalazioni e voti per quei siti che le comunità locali ritengono degni di salvaguardia – spiega Scamardella – Questi spazi possono poi accedere a fondi o essere inseriti in progetti di recupero e promozione”. Per l’occasione sono stati allestiti diversi punti dedicati alla votazione della Villa come Luogo del Cuore, con schede cartacee e QR code che indirizzano direttamente alla pagina dedicata sul sito ufficiale del FAI. Si annuncia infatti che “si ha tempo fino al 10 aprile per votare; se la Villa sarà tra i Luoghi del Cuore premiati, investiremo nel restauro di uno dei nostri modellini d’epoca, un pezzo di storia che merita di essere conservato e valorizzato”.
La giornata di apertura ha svelato infatti non solo la magnificenza architettonica della residenza, ma anche il valore storico e culturale del Museo Navale, considerato tra i fiori all’occhiello di un Ateneo nato oltre un secolo fa come Istituto Navale, fondato per formare i marittimi italiani. Al suo interno “abbiamo raccolto 160 tra modelli di navi, strumenti e attrezzature di laboratorio che raccontano la nostra storia e quella della marineria italiana”. Le visite si sono estese alle undici sale, dove le riproduzioni raccontano anche “la tradizione dell’archeologia industriale napoletana attraverso l’esibizione di modelli originali di cantiere, risalenti al periodo in cui Napoli era un centro di eccellenza per la costruzione navale, fornendo navi alle marine militari di diversi Stati europei all’inizio del secolo scorso”.
L’evento ha assunto anche una valenza simbolica: mantenere viva l’eredità formativa dell’Ateneo e proiettarla nel futuro. “Continuiamo a promuovere il nostro patrimonio storico con iniziative che coinvolgono non solo gli studenti dei Corsi di Scienze e Tecnologie della Navigazione, ai quali offriamo competenze scientifiche di alto livello in ambito nazionale, ma tutta la comunità cittadina”, conclude Scamardella.
Giovanna Forino
Scarica gratis il nuovo numero di Ateneapoli
Ateneapoli – n. 19-20 – 2024 – Pagina 32