I computer quantistici, la fisica teorica e “la bellezza del ragionare”

Tra i neo allievi ordinari dell’area scientifica

La zona di conforto che risponde al nome di liceo è alle spalle. Quella sconosciuta – ben più impegnativa – della Federico II e della Scuola Superiore Meridionale (SSM) è appena iniziata. Tutto nel giro di pochi mesi. Prima lo studio per l’Esame di Stato e la gioia per averlo superato, poi un nuovo tuffo in piena estate – non a mare, ma sui libri – per prepararsi a superare il concorso per la SSM. E ce l’hanno fatta. Marco Arena, Andrea Curti e Martina Russo sono neo allievi ordinari dell’area scientifica; da circa un mese frequentano le lezioni (anche dell’Università) e si sono trasferiti all’Hotel Naples, una delle residenze della Scuola – seppur temporanea. “Quando ho saputo dell’ammissione (dopo due prove scritte e l’orale, ndr) ho avuto un black out totale. Da quel momento non ho fatto altro che pensare a iniziare le lezioni e a trasferirmi. Tremavo dall’emozione; non riuscivo a controllarmi”.
Parola di Marco, 19 anni, iscritto a Ingegneria informatica (Federico II) e cosciente di aver superato scogli di una certa altezza: “conferire davanti ad una commissione composta da tutti i docenti che incontreremo lungo il cammino è stata dura, lo ammetto”. Ancora vivido il ricordo di quando ha varcato per la prima volta la soglia di quella stanza che ora è casa. “All’inizio è stato strano, ho avuto bisogno di tempo per ambientarmi e abituarmi di non essere più dai miei genitori, però la residenzialità è un punto a favore della Scuola. Ci confrontiamo di continuo, tra colleghi di area scientifica e pure quella umanistica. Soprattutto a cena, lo scambio di opinioni è costante”.
Le aspettative sui percorsi intrapresi sono alte, considerando che la scelta di abbracciare il progetto SSM Marco l’ha presa a cavallo tra terzo e quarto anno di liceo: “Le prime settimane ci hanno dimostrato che le preparazioni sono diverse. All’Università si fa molta più teoria, mentre qui alla Scuola la si abbina molto a esercizi pratici molto complessi. Chiaro, non è semplice gestire entrambi i percorsi, ma sono venuto qui perché il mio obiettivo è lavorare con i computer quantistici, e mi serve una preparazione matematico-fisica che la SSM può darmi”. E poi c’è Andrea, 18 anni, una forte passione per la Fisica fin da bambino che si è acuita negli anni del liceo, dove ha capito di essere molto bravo. “In questi anni mi sono appassionato molto alla Fisica teorica e ho scoperto di trovare la matematica molto interessante, anche se per molti è noiosa”.
Molto sicuro di sé e razionale, dice: “Passare il concorso mi ha reso felice, ma ero consapevole di aver fatto bene ai test”. Sul perché del doppio percorso, pochi dubbi: “Ho partecipato due volte alle Olimpiadi della Fisica e mi sembrava interessante provarci vista la bravura. Ho pensato anche alla Normale di Pisa, ma ho voluto restare qui a Napoli. Spero un giorno di poter fare ricerca. Se lo stare insieme “consente di studiare in gruppo, rendendo la cosa molto più leggera”, Andrea ha priorità ben definite: “In generale si dà precedenza alla Federico II perché il cuore del percorso è quello, però ammetto che le lezioni della Scuola sono molto più interessanti, veloci e avanzate”.
Chiude Martina, 18 anni, studentessa di Matematica alla Federico II, che ripercorre le fasi delicate di preparazione al concorso: “Devo dire che è stato problematico gestire la pressione per l’Esame di Stato e al tempo stesso prepararsi per il concorso di Allievi. Tuttavia, ho capito fin subito l’autorevolezza della Scuola e ottenere l’ammissione è stato sempre un grande obiettivo”. Scoraggiata soprattutto dopo la prima prova scritta di Matematica, la 18enne non si aspettava di riuscire nell’intento.
E racconta: “È stata la prova di Fisica a darmi più ottimismo. Quello che mi ha sorpreso è stato il carattere di alcune prove. Ho avuto la sensazione che i docenti, soprattutto durante il colloquio, volessero testarci anche a livello caratteriale, non solo nozionistico”. Dunque, dopo i due scritti e l’orale, la felicità: “È stata una grande gioia”. Di ambizioni e futuro Martina al momento non vuole saperne – “lo ritengo limitante” – perché l’appassiona “la possibilità di meravigliarsi che offre la matematica senza dover aspettare necessariamente un riscontro pratico”. Come la chiama lei: “la contemplazione pura; la bellezza del ragionare”.
Claudio Tranchino

Ateneapoli – n.18 – 2023 – Pagina 20

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