Digital Day: la tecnologia raccontata dagli studenti

Come nasce il termine Bluetooth? Cosa si intende davvero per Intelligenza Artificiale? E quanto sappiamo sul mondo digitale che utilizziamo ogni giorno? Queste e molte altre domande hanno trovato risposta il 18 marzo, mentre andiamo in stampa, durante il ‘Digital Day: nuove tecnologie per le humanities’, organizzato dai Corsi di Laurea Magistrale in Digital Humanities. Beni culturali e materie letterarie e Lingue moderne per la comunicazione e la cooperazione internazionale.
Un evento che ha rappresentato un ponte tra passato e futuro, coniugando tradizione accademica e innovazione tecnologica. Una connessione – quella tra discipline umanistiche e strumenti digitali – che non solo valorizza il patrimonio culturale, ma lo proietta in una dimensione innovativa, in cui tecnologia e creatività si alimentano reciprocamente. L’Aula Leopardi ha ospitato un viaggio attraverso la storia e l’evoluzione del digitale, con gli studenti protagonisti assoluti. Sono stati loro, infatti, a presentare i progetti realizzati negli ultimi mesi, frutto di un approfondito lavoro di ricerca tra linguaggio digitale, storia e nuove tecnologie.
Tra i momenti più attesi, il ‘Dizionario del digitale’, il Laboratorio di Storia e Lessico del Digitale, coordinato dal prof. Stefano De Luca, che ha guidato gli studenti nella creazione di un vero e proprio Dizionario Digitale. Un’opportunità unica per scoprire il significato di termini come Machine Learning, Deep Learning, Captcha e molto altro, attraverso contenuti multimediali e presentazioni interattive.
Ma il Digital Day è stato anche un’occasione per esplorare altri ambiti in cui il digitale si intreccia con la cultura. Dalla Tazza Farnese, simbolo della digitalizzazione dei musei, ai giochi interattivi sulla storia monastica, fino agli strumenti digitali per la didattica museale e alle nuove prospettive offerte dalle Digital Humanities. Un evento aperto agli studenti del triennio in Scienze dei Beni Culturali, con un focus sul ruolo della tecnologia nella valorizzazione di arte, turismo e archeologia.

Il valore della consapevolezza digitale

“La consapevolezza digitale è fondamentale – spiega il prof. De Luca, che ha evidenziato la mission del suo laboratorio: potenziare le competenze digitali all’interno di un Corso di Laurea Magistrale in Lingue – Non è solo una questione di linguaggio, ma di concetti e contenuti. La lingua è la superficie, ma la consapevolezza digitale è fondamentale. Siamo immersi in un mondo che utilizziamo, ma di cui spesso ignoriamo il funzionamento”. Proprio il concetto di consapevolezza è il filo conduttore del laboratorio, che punta a trasformare gli studenti in protagonisti attivi del processo di apprendimento.
A confermarlo è Ester Gargiulo, studentessa del secondo anno in Lingue moderne per la comunicazione e la cooperazione internazionale, che sottolinea come questa esperienza abbia rafforzato competenze trasversali essenziali: il lavoro di squadra, l’ascolto attivo, il confronto costruttivo e la gestione delle scadenze. “Rispetto al metodo tradizionale, l’approccio laboratoriale è più impegnativo, ma anche decisamente più efficace”. Angela Giannotta, sua collega, racconta l’organizzazione del corso: gli studenti, divisi in gruppi, hanno analizzato settimanalmente parole chiave del mondo digitale e le hanno presentate sotto forma di contenuti multimediali. Non solo studio, dunque, ma anche preparazione alla comunicazione efficace e alla validazione delle fonti. Il prof. De Luca, infatti, lascia agli studenti il compito di selezionare materiali attendibili, un esercizio che li abitua a una ricerca consapevole e critica dell’informazione.

Un dizionario per il futuro

Il culmine di questo percorso è stato il Digital Day, dove è stato presentato un video con i lavori degli studenti: parte delle parole del linguaggio digitale raccontate con una voice-over, per sensibilizzare sull’importanza di un uso consapevole dei termini che utilizziamo ogni giorno. Un progetto che il prof. De Luca sogna di rendere accessibile a tutti, pubblicandolo sul sito dell’Ateneo. Alla domanda su come restare al passo con un linguaggio digitale in continua evoluzione, il docente risponde con una riflessione sorprendente: “L’aggiornamento avviene naturalmente, perché utilizziamo quotidianamente questi strumenti. Il problema non è restare al passo, ma essere consapevoli. Per esempio, capire il funzionamento di un’intelligenza artificiale come ChatGPT è essenziale. Ho chiesto a studenti delle scuole superiori se usassero questi strumenti: uno ha risposto ‘Sì, per tutto’. È il paradosso della nostra epoca: un uso intensivo, ma una consapevolezza minima”.
Lucia Esposito
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Ateneapoli – n. 5 – 2025 – Pagina 38

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