L’Università Suor Orsola Benincasa continua a dimostrarsi un punto di riferimento per i giovani, affrontando con approccio innovativo e concreto le problematiche più attuali. Un chiaro esempio è il workshop che si terrà il 7 aprile presso l’Aula Magna “SOS Giovani: tra disagio, dipendenze e strade possibili di benessere e salute emotiva”, un evento pensato per dare voce agli studenti e offrire strumenti concreti per affrontare le difficoltà della vita universitaria e non solo.
Negli ultimi anni, il malessere giovanile è cresciuto in modo esponenziale. Ansia, insicurezza e paura del domani sono sentimenti sempre più diffusi, come evidenzia la prof.ssa Simona Collina, Coordinatrice del Corso di Laurea in Scienze e Tecniche di Psicologia cognitiva e promotrice dell’evento: “La pandemia ha slatentizzato molte di queste problematiche”, facendo così emergere una fragilità diffusa che prima forse era meno evidente.
Tra i fattori che contribuiscono a questa crisi emotiva, spicca la velocità con cui cambiano i contesti, in particolare a causa dell’introduzione delle nuove tecnologie. L’uso compulsivo dei social media, la difficoltà nel gestire contenuti spesso poco filtrati e la costante pressione alla performance possono alimentare tensioni e incertezze.
Uno dei temi centrali del workshop è il fenomeno delle dipendenze. Non solo quelle da sostanze, ma anche quelle digitali, emotive e relazionali.
Collina lo chiarisce senza esitazioni: “Tutte le dipendenze sono pericolose. Non ne esiste una più grave dell’altra: sono tutte un campanello d’allarme di un malessere profondo”, un’affermazione che trova conferma nei dati di cronaca e nei numerosi studi accademici.
L’obiettivo principale dell’evento non è solo analizzare il disagio giovanile, ma fornire strumenti pratici per superarlo. Ecco il motivo del coinvolgimento di diversi esperti del settore come: psicologi, esponenti del Rotaract, docenti di filosofia della psicologia, come l’intervento dedicato all’“arte della vita”, a cura della prof.ssa Elena Alessiato, un concetto che fonde filosofia e psicologia per aiutare i giovani a trovare equilibrio e serenità nel quotidiano. Superare il disagio, dunque, significa coinvolgere tutte le parti: studenti, docenti, istituzioni e la comunità, necessaria così è la connessione con il territorio.
L’isolamento “è il vero pericolo”
L’Ateneo dimostra attenzione e lungimiranza, affrontando il tema del benessere giovanile su più livelli. Oltre a offrire supporto psicologico agli studenti, ha istituito un curriculum specifico all’interno del Corso Triennale in Psicologia del benessere, con l’obiettivo di formare operatori in grado di intervenire su queste tematiche in modo professionale. Inoltre, viene ricordato un aspetto fondamentale: tutti gli Atenei italiani dispongono di servizi di counseling psicologico, con esperti qualificati pronti a offrire supporto e soluzioni pratiche agli studenti in difficoltà.
La docente conclude con un messaggio chiaro e incisivo: “Il primo passo è riconoscere il disagio e chiedere aiuto. Isolarsi è il vero pericolo. Il confronto con persone più grandi o con più esperienza può fare la differenza”.
L’invito rivolto agli studenti è quello di sfruttare ogni occasione di dialogo nei luoghi di aggregazione dell’Ateneo; lei stessa si rende disponibile agli studenti qualora avessero bisogno di un confronto, per condividere esperienze e costruire una rete di supporto reciproco. Perché l’università non è solo un luogo di studio, ma un ambiente di crescita personale e sociale.
Lucia Esposito
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Ateneapoli – n. 6 – 2025 – Pagina 38