Quando la pandemia apre brecce inaspettate…
È tornato il Comicon, evviva il Comicon! Per molti l’evento degli eventi in terra partenopea: dal 22 al 25 aprile si è tenuta la 22esima edizione del Salone Internazionale del Fumetto e del Gioco, alla Mostra d’Oltremare. Dopo due anni a sipari calati causa Covid, boom di visitatori: 135mila in quattro giorni per una manifestazione caleidoscopio di incontri con i fumettisti più amati, concerti, anteprime di serie Tv, cosplay. Comicon caleidoscopio di lingue; Comicon che nel giro di pochi giorni è diventato un’occasione dell’ultima ora per L’Orientale, che ha colto al volo la sfida mettendo al servizio del ‘pop’ la propria storia, fatta di radici e idiomi di tutto il mondo. Nove studentesse di diversi Corsi di Studio Magistrali, dopo un training intensivo, sono state lanciate nella mischia come interpreti – o meglio, collaboratrici linguistiche – per sostenere gli ospiti stranieri nel rapporto con pubblico e stampa. Un’idea nata grazie alla prof.ssa Paola Laura Gorla, docente di Lingua spagnola e Delegata del Rettore per il Long Life Learning (formazione post lauream), nonché da anni collaboratrice della direzione della fiera gioiello di Napoli, che ha saputo inserirsi nelle difficoltà organizzative della manifestazione dovute all’incertezza legata alla pandemia. “Innanzitutto, vorrei dire che considero il Comicon un’eccellenza napoletana, un evento fieristico e culturale importante e molto ben organizzato – spiega Gorla – riconosciuto negli anni tanto in Italia quanto all’estero”.
Nel racconto di come sia nata questa possibilità per le nove studentesse, emerge un sorta di paradosso: la mancanza di certezza dovuta all’attuale stato pandemico ha aperto brecce inaspettate. “Quest’anno, il direttore del Comicon Claudio Curcio e tutto il comitato organizzativo hanno avuto un problema: non sapevano fino a che punto fosse possibile ospitare artisti stranieri e aprire al pubblico a causa delle restrizioni. Il lunedì di Pasqua sono stata contattata dall’ufficio ospitalità del Salone che mi ha chiesto un aiuto perché, dato il poco tempo per organizzarsi, non avevano interpreti di inglese e francese, mentre per lo spagnolo da anni c’è la dott.ssa Di Nobile, che io ho formato all’Università. Considerando l’eccellenza della manifestazione ho reputato fondamentale che L’Orientale rispondesse subito e infatti il Rettore Roberto Tottoli ha mostrato subito grande appoggio, essendo peraltro un grande appassionato di fumetti. A quel punto ho contattato i colleghi delle due lingue: per l’inglese hanno risposto subito la collega Maria Cristina Aiezza e i colleghi Giuseppe Balirano e Antonio Fruttaldo, per il francese la prof.ssa Jana Altmanova. Hanno diffuso la notizia tra i loro studenti, che mi hanno scritto in tantissimi mostrando un grande entusiasmo”.
Da quel momento, è partita una macchina che nel giro di pochissimi giorni ha prima selezionato le nove studentesse ritenute più adatte, per poi sottoporle ad un training intensivo sulle tecniche di intepretariato. A tal proposito, alla docente urge una precisazione: “Chiaramente non abbiamo formato veri e propri interpreti, il cui percorso è molto più complesso, e di questo ho avvertito anche il Comicon. Gli interpreti sono figure professionali serie, che studiano a lungo. Tuttavia, abbiamo garantito un livello più che decente per gli ospiti”. Già, a questo punto è tanta la curiosità su come giovani ragazze abbiano reagito in una situazione di estrema pressione, chiamate a lavorare all’impronta su domande del pubblico, della carta stampata, addirittura delle tv nazionali, senza conoscerne il contenuto in anticipo; senza dimenticare le conferenze stampa e i panel di presentazione. Gorla, orgogliosa, parla di “grande sforzo di preparazione e concentrazione, sono state serie, professionali, solidali. Ecco, quello che a me è piaciuto di più è stata la bellissima cooperazione tra studentesse che non si conoscevanoin una situazione veramente stressante. Hanno mostrato come L’Orientale formi persone pronte ad entrare in un mercato che pretende una preparazione professionale di alto livello. Insomma, quest’esperienza lavorativa di grandissimo valore ha mostrato loro che bisogna sempre tenere gli occhi aperti e cogliere le occasioni al volo”.
E se queste improvvise luci della ribalta a livello fieristico aprissero a nuovi percorsi post lauream incentrati proprio sull’interpretariato? La docente ci crede, e si è già mossa per imbastire un progetto di alto livello: “In quanto Delegato, dopo aver parlato anche con il prof. Balirano, che è Presidente del Claor, credo si possa avviare un processo di formazione simile, vista anche l’anima de L’Orientale, aperta a tantissime lingue. Mi auguro che per l’anno prossimo si possa offrire un Master o qualcosa di simile, subito dopo la laurea, per i nostri studenti. In Campania manca qualcosa del genere”.
Claudio Tranchino