Open Day Scuola Politecnica. “Se scegliete Ingegneria e vi laureate, siete condannati a lavorare”

“Noi vi auguriamo di venire qui… ma anche di andarvene presto!”. Con questa battuta, accolta da sorrisi e applausi, il prof. Andrea Prota, Presidente della Scuola Politecnica e delle Scienze di Base, apre le porte dell’università ai futuri ingegneri. Ma dietro il sorriso, il messaggio è chiaro: l’ingegneria è un percorso che va affrontato con serietà, metodo e costanza.
Apertura degli incontri a Piazzale Tecchio l’undici febbraio. Tutto il plesso in movimento, con presentazioni parallele in diverse aule dedicate ai vari Corsi di Laurea (raggruppati nelle aree Civile, Industriale, Informazione) mentre Prota gira tra i giovani per un caloroso saluto: “Quattro Dipartimenti su cinque sono riconosciuti di Eccellenza”. La qualità c’è. Il lavoro pure. Ma prima bisogna impegnarsi davvero. Il primo scoglio da superare? Il TOLC-I (per i Corsi ad accesso libero) test di autovalutazione: “Non è di sbarramento, ma è un grave errore sottovalutarlo”, avverte Prota. Chi lo passa subito, senza OFA (Obblighi Formativi Aggiuntivi), ha una marcia in più. Ma il messaggio più forte è stato chiaro a tutti: chi sceglie Ingegneria lo fa per passione, non solo perché garantisce un lavoro sicuro.
“Se scegliete Ingegneria e vi laureate, siete condannati a lavorare”. L’affermazione del prof. Nicola Bianco, Direttore del Dipartimento di Ingegneria Industriale, scuote la platea dell’Aula Magna Leopoldo Massimilla. E non era una battuta. Gli ingegneri federiciani trovano lavoro a pochi giorni dalla laurea. Però “non scegliete Ingegneria solo per gli sbocchi sicuri. Sceglietela perché vi appassiona”, insiste Bianco. Poi un avvertimento: “I Corsi non sono difficili, ma richiedono metodo e costanza”. Gli studi ingegneristici vanno affrontati con dedizione, disciplina e determinazione. Per questo, la Federico II ha attivato un progetto di mentorship, in cui studenti più esperti affiancano le matricole per aiutarle ad affrontare il salto dalle scuole superiori all’università. “Non si cresce solo tra libri ed esami. L’università è anche vita sociale, confronto, crescita personale. Ma senza studio e sacrificio, non si arriva alla meta”.
Il prof. Giovanni Filippone, docente di Scienza e tecnologia dei materiali, cattura l’attenzione con un messaggio forte: “Il sapere di ciascuno fa la differenza. L’ingegneria è un lavoro di squadra”. E poi la frase che molti aspettavano: “Il lavoro lo troverete. Ci sono più richieste di ingegneri che ingegneri stessi”. Un’opportunità, certo, ma solo per chi saprà scegliere con intelligenza e determinazione. “Siate furbi e coraggiosi nelle vostre scelte – esorta i ragazzi – Approfittate di questa giornata per capire cosa vi incuriosisce e cosa vi appassiona davvero”. A ribadire l’importanza della scelta giusta è il prof. Giovanni Ianniruberto, Coordinatore del Corso di Studi in Ingegneria Chimica. Che poi sottolinea: “L’ingegneria chimica è ovunque”. Dal caffè che beviamo ogni mattina ai tessuti dei nostri vestiti, tutto passa dai processi studiati dagli ingegneri chimici. Un settore in continua evoluzione, che spazia dalle energie rinnovabili all’industria farmaceutica.
Uno sguardo al futuro, alle professioni cui formano le tante declinazioni dell’ingegneria. “L’ingegnere meccanico? È un risolutore di problemi”, sintetizza il prof. Francesco Timpone, Coordinatore di Ingegneria Meccanica. Un professionista che è capace di progettare, innovare, ottimizzare ogni processo, dai motori delle automobili ai macchinari industriali. “Pensate alla Formula 1: ogni singolo componente di una vettura è il risultato di un insieme di competenze ingegneristiche”. Sgombra subito il campo da equivoci la prof.ssa Cristina Ponsiglione, Coordinatrice di Ingegneria Gestionale: “L’ingegnere gestionale usa un approccio tecnico e quantitativo, mentre l’economista si concentra su aspetti giuridici e macroeconomici”. L’ingegnere gestionale, quindi, “applica modelli ingegneristici alla gestione aziendale”.
Qualche esempio pratico: “A quale prezzo vendere un prodotto per massimizzare i profitti? Come ridurre i tempi di produzione senza abbassare la qualità?”. Le racchette da tennis – “un tempo erano in legno, oggi in fibra di carbonio”, ricorda il prof. Ernesto Di Maio, Coordinatore del Corso in Ingegneria dei Materiali e Biomateriali – di John McEnroe e Jannik Sinner? Sicuramente opera di un ingegnere dei materiali.
Un Corso che si occupa di un tema cruciale ‘Come rendere la plastica sostenibile?’. “Ogni azienda ha bisogno di un ingegnere dei materiali per restare competitiva”, sottolinea il prof. Di Maio. Droni, GPS, previsioni meteo avanzate, aerodinamica per le auto da corsa: tutto passa dall’Ingegneria aerospaziale. Ne sono dimostrazione le immagini di studenti e docenti impegnati in progetti innovativi mostrate dal prof. Michele Grassi, Coordinatore del Corso. E poi un valore aggiunto: il PEGASUS Certificate, riconoscimento internazionale che garantisce agli studenti un livello di formazione superiore agli standard europei.
“L’80% di ciò che avete a casa ha viaggiato via mare”, così il prof. Franco Quaranta, Coordinatore di Ingegneria Navale, cattura l’attenzione della platea. E poi parla di sfide e sacrifici: “Ti chiederai se la scelta che stai facendo è giusta. È una scelta di vita. Prendilo il dolore, non lasciarti porticine aperte”. Infine, un monito per tutti: “Ingegneria sembrerà la tua nemica, ma non lo è. Studia, anche soffrendo, supera i momenti difficili e avrai una vita migliore”. Un messaggio potente. Un invito a osare, a lottare, a non mollare. Perché chi sceglie Ingegneria, sceglie il futuro.
Lucia Esposito
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Ateneapoli – n. 3 – 2025 – Pagina 10

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