“Se avete la sensazione di aver sbagliato, cambiate subito”

Perché iscriversi al Suor Orsola? Lo abbiamo chiesto al Rettore Francesco De Sanctis, in carica da 15 anni e fra i docenti di prestigio e di lungo corso dell’Ateneo. “Per le nostre specificità, i nostri buoni servizi, per il modo di accogliere gli studenti, per la nostra eccellente residenza”. In arrivo nuovi docenti “per trasferimento da altre università che andranno ad arricchire un già qualificato corpo docente. Insegneranno a Giurisprudenza, Lettere e Scienze della Formazione ”. “Inizio corsi tra fine settembre ed inizi ottobre”.
Come scegliere la Facoltà? “Il più possibile per vocazione. Solo così si potranno poi trovare opportunità interessanti anche nel mondo del lavoro”. 
Come avvenne la sua scelta della Facoltà? “Mi iscrissi ad Ingegneria, ma dopo due settimane passai a Giurisprudenza. Perciò la scelta è cosa importante. Se si ha la sensazione di aver sbagliato, bisogna cambiare subito”. 
Gli sbocchi occupazionali. “Debbono essere importanti. Ma non condizionanti nella scelta della Facoltà, altrimenti avremo studenti e laureati frustrati”. 
E poi annuncia alcune novità a partire dai prossimi mesi: “Una nuova sala riviste, in un posto ridente nella parte antica dell’Ateneo. È stato rinnovato il sito dell’ateneo, nella grafica e nei contenuti. Abbiamo investito molto nell’orientamento: in entrata ed in uscita”. Ancora: “Un ampliamento della sede di Giurisprudenza, con un grosso sforzo di spesa in tecnologie e per una Radio”. Un “post-dottorato di eccellenza”, per studiosi in corso sulla lettura dei testi, dai classici antichi alla lettura storicizzante. Due nuove Scuole di Specializzazione in collaborazione con la Seconda Università in Storia dell’Arte e in Archeologia. “Reiteriamo il Master in Diritto Tributario e di Preparazione ai Concorsi Pubblici e sui Media–Education”. “Novità importante, un corso di Alta Formazione in Pianoforte diretto dal Maestro Campanella”.
Le tasse. Aumenteranno? “Credo solo incrementi blandi, proporzionali ai servizi attivati. Ritocchi, non aumenti, anche in seguito delle scelte dello Stato che taglia i finanziamenti ed a noi Università libere non restituisce le tasse che rimborsiamo in base al merito. Ma questo è un problema annoso delle università non statali”. 
I tagli del governo. Una dura mazzata per le università italiane, “così come è quello del governo un programma punitivo per gli atenei. E ciò è grave. Punitivo per colpa della nascita delle piccole Università volute dalla politica, che oggi si accorge che pesano e perciò se ne vorrebbero liberare”.
Tagli anche alla ricerca. “Fermare un anno la ricerca è così dannoso che per recuperare lo stop occorreranno decenni: non si può fermare la ricerca né la formazione della classe dirigente e delle forze produttive delle società evolute, che o sono preparate ad alto livello o non sono produttive”.
(P.I.)
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