‘A ruota libera’, una pista ciclabile per la periferia orientale della città

‘A ruota libera’, una pista ciclabile per la periferia orientale della città

Il progetto della prof.ssa Palestino e degli studenti del Corso di Laurea in Sviluppo Sostenibile e Reti Territoriali

Si chiama ‘A ruota libera’ ed è un progetto di pista ciclabile per la periferia orientale di Napoli che collegherebbe, se realizzato, San Giovanni a Teduccio con Ponticelli, attraversando un buon numero di scuole che sono dislocate in quel territorio. Lo hanno realizzato gli studenti del Corso di Laurea in Sviluppo Sostenibile e Reti Territoriali, nell’ambito del laboratorio tenuto dalla prof.ssa Federica Palestino. Non poteva che essere presentato e discusso pubblicamente in occasione delle iniziative dell’Ateneo federiciano per la tappa campana del Giro d’Italia.

Abbiamo descritto il progetto – racconta la prof.ssa Palestino – messo su carta dai ragazzi. Ho portato con me una studentessa ed una giovane ricercatrice. Nel momento in cui abbiamo presentato l’intervento, purtroppo, gli scolari di Torre del Greco che erano presenti sono dovuti andare via. Avevano vincoli orari per gli autobus che li avrebbero riportati a casa. C’erano, però, alcuni gruppi di Legambiente e vari colleghi, in particolare alcuni sociologi della Federico II. Hanno mostrato molto interesse ed abbiamo ricevuto tanti complimenti”.

Prosegue: “Siamo il corso di Sviluppo Sostenibile ed in questa ottica abbiamo lavorato ad una ipotesi di mobilità sostenibile. L’iniziativa è partita lo scorso anno e si è svolta in collaborazione con Amicar Sharing, azienda che per due mesi ci ha fornito alcune bici elettriche”. Racconta: I ragazzi hanno svolto sopralluoghi nelle ore extra lezione percorrendo con le bici il tragitto da San Giovanni a Ponticelli per sperimentare in prima persona le criticità e le opportunità e, sulla base di questa esperienza e delle richieste del territorio, decidere come progettare la pista ciclabile. Hanno parlato con i residenti per interpretare e capire la domanda che parte dalla periferia orientale, anche in considerazione del fatto che alcune associazioni avevano già avanzato l’idea di una pista ciclabile”.

C’è stato, inoltre, un dialogo con il Comune. “Anch’esso necessario – spiega la docente – perché pure Palazzo San Giacomo sta progettando una ciclabile nell’area Est. Era fondamentale che facessimo tesoro delle attività già svolte da chi vive nella periferia orientale e che coordinassimo la nostra pista ciclabile con quella che ha intenzione di realizzare il Comune, per valorizzarle entrambe e migliorare le opportunità di mobilità sostenibile”. In occasione dell’evento per il Giro d’Italia sono state mostrate, dunque, alcune mappe della pista. “Abbiamo anche proiettato un video che gli allievi del laboratorio hanno realizzato durante i sopralluoghi in bici grazie ad una piccola telecamera che era montata sul mezzo. Hanno ripreso il percorso durante il giro di esplorazione ed hanno mostrato che la ciclabile che già esiste ed arriva a San Giovanni è problematica. Poco efficiente e non molto sicura”.

Quella immaginata dagli studenti del Corso di Laurea sarà lunga circa otto chilometri. Dalla stazione metro di San Giovanni arriverà fino a Ponticelli nord, dove c’è l’Istituto agrario. Entra nel dettaglio : “Partiamo da San Giovanni, passiamo davanti ad Ingegneria e poi colleghiamo un bel po’ di scuole. Nell’area ce ne sono molte e potrebbe esserci una utenza molto ampia per la ciclabile. Considerando che alle elementari i ragazzi vanno a scuola accompagnati da un adulto, abbiamo stimato che la nostra pista potrebbe essere percorsa in bici ogni giorno da 18.000 persone”.

Meno auto, meno motorini,meno rumore, aria più pulita ed un pizzico di allegria, o almeno di buonumore perché tra i benefici indiretti della mobilità dolce c’è l’attivazione delle endorfine del cervello legate all’attività fisica, al movimento del corpo. Non è un sogno, tiene a precisare la prof.ssa Palestino, anche perché “tra San Giovanni e Ponticelli le strade sono molto larghe e lo spazio c’è per realizzare una buona pista ciclabile”. Qualcosa di ben diverso dal tracciato attuale, che ai ciclisti appare più una beffa ed una illusione che una opportunità. Anche perché “i tratti problematici sono pochi. L’area si presta ad una pista ciclabile in sede propria, con i ciclisti che pedalino senza dover fare i conti con auto e moto”.
Puntualizza: “Come ricordavo, peraltro, a Napoli est c’è anche un progetto di ciclabile del Comune, che sarà finanziato con fondi del Pnrr. C’è pure un’ipotesi di collegamento con tram in sede protetta tra Piazza Garibaldi, l’Ospedale del Mare ed il nuovo Ospedale Santobono, una sorta di ciclabile aggiuntiva. Alla fine si costituirà un anello. La cosa è interessante perché Ponticelli è una realtà molto segregata. Si è molto pensato a San Giovanni negli anni più recenti ed è stato portato avanti un bel lavoro, anche grazie all’insediamento della Federico II, ma ora va migliorata anche l’area di Ponticelli. È difficilmente raggiungibile sia dal centro della città sia dalle altre aree della VI Municipalità. Da Ponticelli è difficile andare ovunque. Rompere questo isolamento e, per di più, farlo in bici è un obiettivo davvero bello da perseguire”.

Per la docente di Urbanistica questo non è il primo progetto incentrato sulle periferie: “Lavoro da anni – ricorda – insieme agli studenti e ai ricercatori su questi temi. Per esempio su Scampia, che ora ha un suo percorso tracciato e va verso un futuro promettente”. Conclude: “La cifra della proposta di ciclabile per Napoli est, come di altri progetti che abbiamo proposto in relazione alle periferie, è di evitare di calare le cose dall’alto. È la caratteristica che contraddistingue, d’altronde, il Corso di Laurea. Andiamo ad ascoltare il territorio e le ragioni delle istituzioni. Cerchiamo di fare da ponte, di facilitare il dialogo e di smussare le contrapposizioni. La partecipazione va praticata a doppio senso e bisogna tener conto anche del punto di vista di chi amministra. Soprattutto nei nostri territori, nei quali patiamo penuria di risorse”.
Fabrizio Geremicca

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