Angela Zampella e Laura Lieto a Uni..Belve

Una sa volare alto e per questo si sente un’aquila; l’altra una balena, anzi Moby Dick, perché capisce, decide di inabissarsi, attendere e riemergere al momento giusto. Due risposte interessanti alla più iconica delle domande con cui iniziano le interviste del format ‘Belve’, programma televisivo diventato cult che è sbarcato al Dipartimento di Farmacia durante il Global Women’s Breakfast. Protagoniste, due personalità di rilievo della comunità accademica e non solo: la prof.ssa Angela Zampella, neo Prorettrice dell’Ateneo, e la prof.ssa Laura Lieto, Vicesindaca del Comune di Napoli. Che hanno accettato il gioco, senza troppi filtri.
A tenere le redini, le dott.sse Elisabetta Caiazzo e Angela Corvino, che hanno citato con fedeltà il programma: agende rosse alla mano, gli sgabelli per far sentire le ospiti comode ma non troppo, e in sottofondo ‘L’appuntamento’, canzone cantata da Ornella Vanoni. Non solo: si sono calate nei panni di intervistatrici con delicatezza – talvolta con domande chirurgiche – riuscendo a strappare qualche confidenza e a far emergere un lato più umano e privato delle due docenti, che si sono lasciate andare a riflessioni, racconti di pregi e difetti, aneddoti legati ai propri affetti e alla propria vita ammorbidendo le ovvie rigidità che i ruoli istituzionali di solito impongono. “Mi dà fastidio quando mi dicono che sono aggressiva – ammette Zampella – Sto provando a lavorarci per essere più tollerante”.
Con il sorriso, Lieto si definisce cocciuta, addirittura i miei fratelli mi definiscono antipatica”. Volgendo lo sguardo anche al passato, il ricordo di non essere stata “una studentessa facile” viene dall’ex Direttrice di Farmacia, che svela un retroscena: “se una materia non mi piaceva, non c’era verso: non la studiavo. Per questo feci un accordo con un compagno di classe: io, brava con i calcoli, durante i compiti di matematica avrei svolto il suo ed il mio; lui avrebbe fatto lo stesso, ma con le versioni di latino. Questo per dire che non è affatto detto che bisogna essere bravi in tutto e a volte la scuola appiattisce”.
Sugli affetti più cari poche parole, ma intense: “mio figlio, oggi in Olanda, che ho cresciuto da single, con difficoltà”, così Lieto; “le mie due figlie, il mio progetto più riuscito, a cui avrei voluto dedicare più tempo anche se non me l’hanno mai fatto pesare”, ha detto Zampella. E dato il tema di giornata, il baricentro delle domande si sposta sulle difficoltà incontrate lungo il cammino, da donne. “Non sopporto la condiscendenza nei nostri confronti, come se ci fosse sempre una certa sorpresa nello scoprire che possiamo essere brave”, dice con tono seccato la Vicesindaca, che a proposito dello spazio personale come raggio d’azione quotidiano per contrastare la disparità, aggiunge: “è un valore essenziale”. E in quella stessa quotidianità si rintracciano anche i trattamenti diversi: “se siamo in un contesto di più docenti, gli uomini vengono chiamati professori, io invece Laura”.
E poi un gesto: “è capitato che mi abbiano dato un pizzicotto sul viso, che prontamente ho ricambiato, lasciando interdetto il mio interlocutore”. Zampella invece ha detto: “continuo a vedere problemi sociali che impattano fortemente sulla possibilità di raggiungere ruoli apicali per le donne. Noi siamo in un contesto illuminato, ma il problema di base è non avere pari opportunità in partenza e durante il percorso. Tanto è stato fatto, ma come Prorettrice mi auguro si arrivi presto a vedere le donne a certi livelli senza reputarle più un’eccezione”.
Proprio per la Prorettrice, poi, una domanda sibillina su possibili avance ricevute nell’ambiente accademico. Questa la risposta dopo qualche secondo di riflessione: “forse c’è stato qualche momento, tanti anni fa, in cui non mi sono sentita del tutto a mio agio, ma non posso dire di aver avuto problemi”. Invece a Lieto viene chiesto se si senta pronta a candidarsi per Palazzo San Giacomo: “non è questione di sentirsi pronti o no, come ha dimostrato il Sindaco Manfredi c’è un percorso a tappe da portare avanti. Lui è stato professore, rettore e ministro prima di arrivarci”.
Le ultime due battute delle ‘belve’ sono state riflessioni sulla contemporaneità. “Viviamo tempi bui, di nuovo – ha chiosato Zampella – e non solo per le donne. Si rischiano passi indietro rispetto a diritti conquistati. Bisogna ritornare al concetto di dignità della persona, e questo deve fungere da stimolo anche per il legislatore. In tutto questo, almeno per me, la scienza resta luogo di conforto e dove questa distonia si avverte meno”. Conclude Lieto: “La democrazia non è solo conciliazione di interessi, ma garanzia di spazio del dissenso, essendo orgogliosi di ciò che si è, soprattutto in un periodo in cui prevalgono modelli omologanti”.
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Ateneapoli – n. 3 – 2025 – Pagina 67

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