Consiglio di Facoltà breve quello che si è svolto ad Economia il 5 maggio. In apertura l’annuncio dell’ormai ufficiale consegna delle aule del nuovo edificio di Monte Sant’Angelo in tempo utile per il secondo semestre del prossimo anno ed una altrettanto attesa dichiarazione del Preside Achille Basile, sulla propria ricandidatura alla guida della Facoltà. “Non ho toccato fino ad ora l’argomento perché non avevo dato per scontato la ricandidatura, ma ora siamo arrivati al limite. Qualcuno mi ha anche detto che mi sto facendo una specie di campagna contro. Credo che l’unico modo per risolvere le mie paturnie, sia mettermi ancora a disposizione della Facoltà” dice il professore, mettendo a nudo i propri pudori e promettendo di stappare una bottiglia qualunque sarà il risultato. Adesso spetterà al decano della Facoltà, il prof. Carmelo Formica, indire il Consiglio in cui verrà eletto il Preside.
Dopo le comunicazioni ufficiali, la seduta si fa operativa. Per un errore burocratico, una richiesta dei rappresentanti degli studenti sulla riorganizzazione delle sedute d’esame, inoltrata il 10 aprile, non è all’ordine del giorno. Ciò non di meno, il Preside comunica all’aula la loro proposta: aumentare le sedute ordinarie, aggiungendo anche i mesi di febbraio e luglio; rendere pubbliche le valutazioni dei docenti. “Non siamo qui per manifestare nostri capricci. Raccontiamo delle verità. Abbiamo chiesto una riorganizzazione delle date d’esame perché ci sono delle finestre, in maniera specifica giugno-luglio e gennaio-febbraio, in cui non ci sono né corsi, né lauree, le aule sono disponibili, ma non sono previsti esami. Non chiediamo di poter ripetere lo stesso esame a distanza di un mese, ma di potere ottimizzare i tempi, tutto qui”, spiega all’aula il presidente del Consiglio degli Studenti Stefano Piccirillo. “Se ci sono due date disponibili nella stessa sessione, uno studente chiamato a sostenere tre o quattro esami, può organizzarsi meglio. Il problema non è quante volte lo studente si siede, ma la razionalità del percorso” sottolinea Andrea Carannante, vicepresidente del parlamentino studentesco. Il caso più lampante portato ad esempio dagli studenti, è quello di Microeconomia e Macroeconomia. Chi supera l’uno a giugno, non può sostenere l’altro a luglio. Per premere sui tempi, visto che la sessione estiva inizia a giugno, i rappresentanti insistono per una seduta straordinaria, ma il Preside risponde picche. “Convocare un altro Consiglio fra quindici giorni, con all’ordine del giorno solo questo punto, mi sembra francamente troppo”. “Sono sempre stato favorevole alle sedute di luglio, però rimetterei in discussione le sedute d’esame a metà corso di novembre e aprile, perché gravemente lesive per l’organizzazione didattica. La mia esperienza è quella di una cesura, già una o due settimane prima gli studenti non vengono a lezione e spesso non ritornano dopo” sostiene nel suo intervento il prof. Giancarlo De Vivo. Sul secondo punto, le motivazioni sono anche più delicate. “L’ateneo sta pensando di aumentare le tasse e le schede di valutazione sono uno strumento importante. Se sono fatte bene, devono essere rese pubbliche, altrimenti stiamo sprecando i soldi degli studenti ai quali ne vengono chiesti degli altri” conclude Stefano.
Dopo le comunicazioni ufficiali, la seduta si fa operativa. Per un errore burocratico, una richiesta dei rappresentanti degli studenti sulla riorganizzazione delle sedute d’esame, inoltrata il 10 aprile, non è all’ordine del giorno. Ciò non di meno, il Preside comunica all’aula la loro proposta: aumentare le sedute ordinarie, aggiungendo anche i mesi di febbraio e luglio; rendere pubbliche le valutazioni dei docenti. “Non siamo qui per manifestare nostri capricci. Raccontiamo delle verità. Abbiamo chiesto una riorganizzazione delle date d’esame perché ci sono delle finestre, in maniera specifica giugno-luglio e gennaio-febbraio, in cui non ci sono né corsi, né lauree, le aule sono disponibili, ma non sono previsti esami. Non chiediamo di poter ripetere lo stesso esame a distanza di un mese, ma di potere ottimizzare i tempi, tutto qui”, spiega all’aula il presidente del Consiglio degli Studenti Stefano Piccirillo. “Se ci sono due date disponibili nella stessa sessione, uno studente chiamato a sostenere tre o quattro esami, può organizzarsi meglio. Il problema non è quante volte lo studente si siede, ma la razionalità del percorso” sottolinea Andrea Carannante, vicepresidente del parlamentino studentesco. Il caso più lampante portato ad esempio dagli studenti, è quello di Microeconomia e Macroeconomia. Chi supera l’uno a giugno, non può sostenere l’altro a luglio. Per premere sui tempi, visto che la sessione estiva inizia a giugno, i rappresentanti insistono per una seduta straordinaria, ma il Preside risponde picche. “Convocare un altro Consiglio fra quindici giorni, con all’ordine del giorno solo questo punto, mi sembra francamente troppo”. “Sono sempre stato favorevole alle sedute di luglio, però rimetterei in discussione le sedute d’esame a metà corso di novembre e aprile, perché gravemente lesive per l’organizzazione didattica. La mia esperienza è quella di una cesura, già una o due settimane prima gli studenti non vengono a lezione e spesso non ritornano dopo” sostiene nel suo intervento il prof. Giancarlo De Vivo. Sul secondo punto, le motivazioni sono anche più delicate. “L’ateneo sta pensando di aumentare le tasse e le schede di valutazione sono uno strumento importante. Se sono fatte bene, devono essere rese pubbliche, altrimenti stiamo sprecando i soldi degli studenti ai quali ne vengono chiesti degli altri” conclude Stefano.
Riforma 270,
si parte solo con il primo anno
si parte solo con il primo anno
L’argomento più importante della seduta è chiaramente l’ultima approvazione relativa ai decreti 270. Dopo aver fatto il punto del lavoro svolto dalla Facoltà da ottobre ad oggi, il prof. Basile dà avvio all’approvazione dei cosiddetti ‘articolati dei regolamenti’, organizzati sulla base di quelli esistenti, ma modificati in alcuni punti e delle declaratorie che illustrano, in maniera molto sintetica, gli obiettivi dei corsi. “Sono stati un po’ diminuiti i crediti necessari per il passaggio da un anno all’altro perché sono aumentati gli esami da dieci crediti ed è cambiato il regolamento di ateneo, al quale ci rifacciamo” dice il Preside, mostrando all’aula il documento. I regolamenti, già passati in Commissione paritetica, vengono approvati dalla Facoltà senza problemi, all’unanimità. L’unico punto sul quale resta ancora da decidere è il numero di anni da attivare del nuovo ordinamento. A marzo la Facoltà aveva dato la delega ad una piccola Commissione formata dallo stesso preside e dai professori Vincenzo Aversa e Ciro Tarantino affinché pianificasse la messa in atto della riforma. “Sono diverse settimane che ci stiamo girando intorno e abbiamo maturato, con un certo dispiacere, l’idea, che non ce la facciamo ad attivare, adesso, anche il secondo anno. Una proposta interessante, devo riconoscere, è venuta dagli studenti. Prevede l’attivazione, per ora, solo del primo anno e l’anno prossimo del secondo e terzo anno. Di fatto, le matricole di quest’anno potrebbero optare per la 270 al terzo anno. Dovrà essere chiara, però, la tabella di conversione partendo dal presupposto che la Facoltà non avrà problemi a convalidare tutti gli esami a coloro che volessero transitare dalla 509 al nuovo ordinamento” dice Basile il quale ricorda che gli ordinamenti dovranno comunque essere ancora modificati. Perché ci sono ancora in sospeso dei crediti di Diritto e di Lingue. “Mantenendo in vigore i due regimi, non avremo anche doppi Consigli di Corso di laurea?” domanda il prof. Guido Cella. “Si, ma quello che sta a cuore a tutti, è cercare di anticipare il prima possibile i benefici della riforma” risponde Basile. La prossima seduta è convocata lunedì 9 giugno.
Simona Pasquale
Simona Pasquale