Il 3 agosto 2007, a 34 anni, ci ha lasciati Fabrizio Pollio.
Specialista in Ginecologia e Ostetricia, Dirigente Medico presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II, Dottorando di Ricerca in Riproduzione, Sviluppo e Accrescimento dell’Uomo presso l’Università Federico II, nonostante la giovane età Fabrizio era avviato ad un percorso professionale brillante, per il quale aveva già posto solide basi.
In ogni ambito della professione, Fabrizio si distingueva per la dedizione, la meticolosità, il piacere di studiare, di apprendere, di approfondire ogni aspetto, di aggiornare le sue conoscenze e trasmetterle ai più giovani. Con questo spirito, supportato da una predisposizione non comune, Fabrizio era diventato un raffinato ecografista e un ostetrico-ginecologo eccellente. In sala operatoria, cercava di perfezionare la propria abilità e di mettere in pratica quanto apprendeva dai Maestri della chirurgia ginecologica: era un divulgatore di nuove tecniche ed era avviato a diventare un sicuro punto di riferimento per i giovani medici della nostra Comunità Scientifica.
Collaboratore insostituibile, anche quando la malattia contro cui ha lottato fino alla fine lo obbligava a limitare gli impegni professionali, Fabrizio ha continuato a dedicarsi alla ricerca scientifica, portando a termine alcuni degli studi che aveva intrapreso e che hanno suscitato l’interesse della comunità scientifica internazionale, tanto da pubblicare come primo nome sulle prestigiose riviste American Journal of Obstetrics and Gynecology e Human Pathology.
L’amore per il lavoro, l’instancabile dedizione alle pazienti, la curiosità scientifica hanno guidato Fabrizio in tutta la sua attività professionale e sono rimasti immutati fino alla fine, mai attenuati dalla malattia, ma addirittura esaltati dalla sofferenza.
È molto triste e innaturale che mi trovi a commemorare il mio giovane Allievo prematuramente scomparso e a commuovermi come un padre per il figlio, dal momento che se ne sono andati una parte del mio cuore, un lembo della mia anima ed una parte viva del mio lavoro. Collaborare con Fabrizio e volergli bene è stato un privilegio. Accogliere la sua eredità, fatta di serietà, sensibilità, dignità e coraggio, sarà il modo migliore per rendere onore alla sua memoria, mantenerla viva in tutti noi e trasmetterla ai giovani.
Prof. Andrea Di Lieto
Specialista in Ginecologia e Ostetricia, Dirigente Medico presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II, Dottorando di Ricerca in Riproduzione, Sviluppo e Accrescimento dell’Uomo presso l’Università Federico II, nonostante la giovane età Fabrizio era avviato ad un percorso professionale brillante, per il quale aveva già posto solide basi.
In ogni ambito della professione, Fabrizio si distingueva per la dedizione, la meticolosità, il piacere di studiare, di apprendere, di approfondire ogni aspetto, di aggiornare le sue conoscenze e trasmetterle ai più giovani. Con questo spirito, supportato da una predisposizione non comune, Fabrizio era diventato un raffinato ecografista e un ostetrico-ginecologo eccellente. In sala operatoria, cercava di perfezionare la propria abilità e di mettere in pratica quanto apprendeva dai Maestri della chirurgia ginecologica: era un divulgatore di nuove tecniche ed era avviato a diventare un sicuro punto di riferimento per i giovani medici della nostra Comunità Scientifica.
Collaboratore insostituibile, anche quando la malattia contro cui ha lottato fino alla fine lo obbligava a limitare gli impegni professionali, Fabrizio ha continuato a dedicarsi alla ricerca scientifica, portando a termine alcuni degli studi che aveva intrapreso e che hanno suscitato l’interesse della comunità scientifica internazionale, tanto da pubblicare come primo nome sulle prestigiose riviste American Journal of Obstetrics and Gynecology e Human Pathology.
L’amore per il lavoro, l’instancabile dedizione alle pazienti, la curiosità scientifica hanno guidato Fabrizio in tutta la sua attività professionale e sono rimasti immutati fino alla fine, mai attenuati dalla malattia, ma addirittura esaltati dalla sofferenza.
È molto triste e innaturale che mi trovi a commemorare il mio giovane Allievo prematuramente scomparso e a commuovermi come un padre per il figlio, dal momento che se ne sono andati una parte del mio cuore, un lembo della mia anima ed una parte viva del mio lavoro. Collaborare con Fabrizio e volergli bene è stato un privilegio. Accogliere la sua eredità, fatta di serietà, sensibilità, dignità e coraggio, sarà il modo migliore per rendere onore alla sua memoria, mantenerla viva in tutti noi e trasmetterla ai giovani.
Prof. Andrea Di Lieto