La motivazione della candidatura, mettere “la scienza al servizio della politica”

Il prof. Sergio Ulgiati, docente alla Parthenope, candidato alle elezioni europee

Il prof. Sergio Ulgiati, docente in pensione dell’Università Parthenope (Dipartimento di Scienze e Tecnologie), dove ha insegnato Chimica ambientale per diversi anni e dove continua a seguire alcuni laureandi e dottorandi e vari progetti di ricerca, si è candidato alle elezioni europee che si svolgeranno a giugno per le circoscrizioni Centro e Sud. Nato a Latina, residente a Roma, corre con la lista Alleanza Verdi e Sinistra. “Sono il presidente del comitato etico e scientifico di Europa Verde, che riunisce docenti universitari, esperti e ricercatori di varie discipline. Il comitato si propone di mettere la scienza al servizio della politica e in questo ambito è maturata la mia candidatura e la mia scelta di propormi alle elezioni europee che si svolgeranno tra qualche settimana”, spiega.
Non è la prima volta che il docente partecipa ad una competizione elettorale. “Due anni fa – ricorda – fui candidato alle Politiche nella provincia di Latina perché mi era stato chiesto di essere in una circoscrizione. Accettai, ma davo per scontato che ci fossero candidati locali che sarebbero stati eletti e così è stato. La mia fu, come si usa dire, una candidatura di servizio”. La campagna elettorale per le Europee non è semplice, perché le circoscrizioni sono estremamente ampie.
Difficile per i candidati essere presenti in tutti i territori dei potenziali elettori. Come sta affrontando il docente la sfida? “Grazie al mio ruolo di docente e all’età, conosco colleghi di vari Atenei in diverse realtà sia al sud che al centro Italia. Ho organizzato convegni nazionali e internazionali, reti di Atenei italiani e stranieri. Ci sono persone che hanno fiducia in me e mi auguro che mi voteranno. Sto inoltre informando associazioni come WWF e Legambiente di questa mia decisione. Mi recherò poi nelle prossime settimane anche sui territori, almeno dove sarà possibile, per parlare dei problemi locali e di come questi problemi entrano nelle elezioni europee. Cercherò di far conoscere anche la mia esperienza di ricerca in ambito europeo”.
Come è stata accolta alla Parthenope la candidatura del prof. Ulgiati? “Ne ho parlato finora con pochi colleghi e certamente ne parlerò anche con altri nelle prossime settimane. La cosa importante che tengo si sappia alla Parthenope è che la candidatura e la eventuale elezione non faranno venire meno la mia disponibilità nei confronti degli studenti e dei dottorandi che sto ancora seguendo”.

Energia e clima, le sfide

Relativamente ai temi in agenda, sottolinea: “La partita principale che si giocherà in Europa e non solo lì nei prossimi anni è quella relativa all’energia e al clima. L’Europa è impegnata da tempo su questo, ma resta ancora moltissimo cammino da percorrere perché non si esce dalla dipendenza dalle energie fossili in tre giorni. Ci sarà da fare un po’ di conti e una seria pianificazione. Con la consapevolezza, tengo a sottolinearlo, che non esiste l’energia pulita in assoluto e che non c’è mai una sola soluzione. Si tratta di calibrare un mix energetico per affrontare efficacemente l’emergenza climatica”.
In questo paniere energetico, secondo il prof. Ulgiati, ci sarà spazio anche per il nucleare? Tema caldo, che periodicamente torna di attualità alla luce delle dichiarazioni di esponenti politici o ricercatori secondo i quali la realizzazione di nuove centrali a fissione nucleare (quella della fusione è una tecnologia diversa sulla quale molto si sta lavorando, ma che per ora è applicata solo in limitati impianti sperimentali) potrebbe rappresentare una soluzione per limitare le emissioni fossili che determinano l’effetto serra. “In tutta sincerità – dice il professore – quella del nucleare con le attuali tecnologie mi pare una ipotesi non realizzabile”.
Argomenta: “Al di là dei temi delle scorie e dei possibili incidenti, peraltro tutt’altro che secondari, va detto che non ci sono giacimenti di uranio a sufficienza per fornire energia ai Paesi europei e sviluppati nel mondo. Oggi quello disponibile copre il dieci per cento della domanda energetica. L’uranio finirebbe in un attimo se si dovesse produrre energia dal nucleare per tutti. Le ultime centrali costruite, poi, sono costate cifre incredibili in Francia e la magistratura contabile di quel Paese, qualcosa di analogo alla nostra Corte dei Conti, ha espresso su ciò forti critiche”.
Va avanti: “Un aspetto importante è quello di risparmiare energia. Sarà fondamentale attrezzarsi affinché edifici, mezzi di trasporto, impianti industriali consumino meno a parità di prestazioni. Nell’ambito dei trasporti, inoltre, bisognerà che sempre più si diffonda la cultura dell’utilizzo dei mezzi collettivi al posto di quelli individuali. Tutto questo richiede del tempo e io sono disposto a spendere tempo per dare il mio contributo. È la sfida delle sfide”. Anche in occasione di queste elezioni europee, come in precedenti votazioni per Bruxelles, tra i candidati dei vari partiti spiccano anche diversi leader nazionali.
È in lista pure il presidente del Consiglio Meloni. Raccoglieranno voti, ma non andranno certamente in Europa se saranno eletti. Una pratica che contribuisce a delegittimare, agli occhi degli elettori, il ruolo dell’assemblea parlamentare di Bruxelles. Cosa ne pensa il docente? “Preferirei che fossero candidati alle Europee uomini e donne i quali, se eletti, andranno poi a Strasburgo in prima persona. Candidati che abbiano possibilmente già esperienza europea, che parlino bene almeno due lingue straniere e che vogliano impegnarsi per migliorare le politiche europee”.
Fabrizio Geremicca

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Ateneapoli – n.08 – 2024 – Pagina 6

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